una TV fa… “Trasformat” di Enrico Papi (2010-2011)

Nuovo appuntamento con la rubrica Amarcord del nostro blog dedicata ai programmi di ieri che hanno segnato la storia della nostra televisione. Ogni martedì vogliamo infatti viaggiare idealmente attraverso quei titoli cult che sono rimasti nell’immaginario collettivo. Il nostro percorso a ritroso nel tempo ha avuto inizio dal genere popolarissimo del quiz, partendo dal padre di tutti i giochi a premi, ovvero il Rischiatutto di Mike Bongiorno fino a “Non Sparate sul Pianista” di Fabrizio Frizzi.

La memoria ci riporta oggi a Trasformat”, il game show di Italia 1 andato in onda per due edizioni – dall’8 novembre 2010 al 27 maggio 2011 – con la conduzione di Enrico Papi e la partecipazione di Raffaella Fico e Katia Follesa prima, e di Francesca Cipriani poi. Se la prima edizione è andata in onda nella fascia dell’access prime time, la seconda invece è stata trasferita al tardo pomeriggio.

Lo scopo del gioco – una sorta di “videogame” moderno – era quello di indovinare le identità di alcune celebrity, le cui facce erano state abilmente deformate e camuffate dagli autori in modo da renderle irriconoscibili. Al quiz prendevano parte inizialmente tre concorrenti, ognuno dotato di 20 “vite”, ossia di 20 tentativi di risposta: in caso di risposta errata si perdeva una vita.

La sfida vera e propria era composta da due manche “iniziali”, in cui i concorrenti dovevano identificare tre personaggi modificati secondo un determinato tema; solo in questa fase, se un concorrente forniva la risposta esatta guadagnava una vita. La seconda manche dava, invece, il primato di rispondere sempre al concorrente che indovinava la faccia di gomma. Anche questa manche prevedeva un determinato tema e, al termine, il concorrente col minor numero di vite veniva eliminato.

Nella seconda parte di gara, denominata “Faccia a faccia”, i due concorrenti rimasti in gioco si giocavano l’accesso alla manche finale attraverso l’identificazione di altre celebrità deformate: vinceva il concorrente che per primo era in grado di riconoscerne tre.

Nella terza ed ultima manche, denominata “Faccia da cubo”, il concorrente finalista doveva inizialmente scegliere quale tra due premi messi a disposizione dal quiz avrebbe voluto ricevere in caso di vittoria. Quindi, sfruttando le vite che gli erano rimaste, doveva svelare l’identità di tutti e sei i personaggi raffigurati sul cubo calato dall’alto dello studio. In questa manche, per ogni identità, poteva usufruire di tre aiuti: il miglioramento dell’immagine, l’ascolto della voce del personaggio e l’indizio fornito dal conduttore. Ogni volta che il concorrente richiedeva un aiuto, gli veniva sottratta una vita. Ogni volta che dava una risposta sbagliata, o faceva scadere i 10 secondi di tempo, perdeva un’altra vita.

Il programma, ideato dallo stesso Papi e dalla figlia Rebecca, è stato eletto come “il più originale del mondo” all’edizione 2011 del Fresh TV Around the World, nell’ambito del MIPTV di Cannes.