Ed è subito “fantatelevisione”: il 2021, il contratto con Mediaset in scadenza a giugno. Che questo strambo anno non ci porti anche un “colpaccio di testa” dello zio (anche se oggi bisognerebbe dire “nonno”)? Senza guardare troppo in là (e senza neanche per forza arrivare a Viale Mazzini a Roma), basterebbe anche solo se si fermasse un po’ più vicino a Milano.
Precisamente in provincia di Imperia. Lì, a Sanremo, anche per via degli esordi che li accomunano, con i colleghi-amici Amadeus e Fiorello potrebbe impreziosire ulteriormente un Festival, già nella storia ancor prima di cominciare (e non c’è bisogno di spiegare il perché).
Mentre a guardare più in là, non solo verso Roma ma anche verso la prossima stagione televisiva, per quanto siano piuttosto palesi i problemi che Mamma Rai vive sul fronte dell’intrattenimento, sembra piuttosto difficile immaginarsi uno spazio per lo zio Gerry. Forse la domenica pomeriggio se davvero zia Mara dovesse abbandonare il suo fortino? O magari una conduzione a due che faccia rivivere le vibes del Tu Si Que Vales che fu? Oppure meglio un nuovo show in prima serata totalmente suo, come non se ne vedono dai tempi di Io Canto o del poco fortunato Little Big Show? Magari da alternare con un nuovo preserale che consenta a L’Eredità di riposare per qualche mese (d’altronde ipotizzare un abbandono di Insinna sarebbe fin troppo azzardato)?
Fantatelevisione. Pura fantatelevisione. Pensare all’addio di un personaggio così storicamente identificato con l’ammiraglia del Biscione sarebbe già di per sé piuttosto “shock” (nel senso più appropriato del termine). Ma c’è da dire che la Canale 5 in cui Gerry ha collezionato i suoi più grandi successi è ormai un lontano ricordo.
Oggi Canale 5 è un’altra Canale 5: quella dei reality a tutto spiano, della Tele-De Filippi. Quella delle fiction e dei film che, nella migliore delle ipotesi, raggiungono il 15% di share, ma vengono regolarmente battuti dalla concorrenza. Una Canale 5 senza vere idee, in balia di Isole e GF Vip. Dove gli ascolti di C’è Posta Per Te e Tu Si Que Vales valgono più come eccezioni che come regole. Titoli che se la dirigenza potesse, spalmerebbe (e spremerebbe) ancor di più. Una rete che ha smesso di vivere e ora sopravvive. E su cui anche i suoi cavalli di razza in qualche occasione si sono espressi non senza perplessità.
Chi più apertamente, come Paolo Bonolis (anche il suo contratto è in scadenza e qualche giorno fa è stato ospite di Panariello e Giallini su RaiTre, stay tuned). E chi meno (sui motivi dell’addio di Ficarra e Picone da Striscia La Notizia si è detto anche questo). Insomma, per parlare di “grande fuga” è presto. Ma certo che qualche colpo di testa o un qualche mescolamento di volti e reti male non farebbe a una televisione fin troppo statica.