B come Sabato. B come bene. Ma non benissimo… (Recensione chetvfa)

La “casa dello sport di Rai 2” apre le sue porte anche al sabato pomeriggio. Seppur alla vigilia, tra le dichiarazioni e premesse ufficiali, c’è stata anche quella di volersi distaccare completamente dal programma originale “Quelli che il calcio” – del quale “B come Sabato” è uno spin-off – noi tutta questa gran differenza non l’abbiamo notata. Il format quello è. E questo può anche essere un bene, viste le gloriose edizioni del contenitore calcistico della domenica pomeriggio da cui poter attingere e trarre ispirazione. Qui però, forse perché troppo ispirati, o forse semplicemente per coprire la durata mostre di tre ore e mezza di diretta (credetemi, almeno per me, è stato difficile mantenere l’attenzione fino al termine) si è pensato di riempire questo contenitore con un numero esagerato di argomenti tali da farlo scoppiare.

Lodevole il fatto di voler esporre in vetrina tutti gli sport del momento, anche i più sconosciuti, ma questo non doveva far perdere di vista – e così ahi noi è successo – la tematica principe della trasmissione, annunciata già dal titolo, la Serie B. Avremmo preferito di gran lunga assaporare maggiormente i colori e il tifo della provincia verso la serie cadetta, piuttosto che sorbirci spazi sul football freestyle, sfide a braccio di ferro, esibizioni imbarazzanti di rapper improbabili o gag di comici, perlopiù sconosciuti, che difficilmente sono riusciti a strappare una risata.

Si è voluto insomma riempire la scaletta con troppi contenuti a nostro avviso superflui e non ci si è abbastanza soffermati sulle tradizioni che animano il Belpaese: un’esibizione degli sbandieratori ed una breve clip documentaristica, ma dai toni comici, sulle bellezze di Pistoia non sono state a nostro avviso sufficienti. Eh sì che il tempo a disposizione c’era…

Uno spazio, a nostro avviso, ha fatto perfettamente centro nell’idea di trasmissione che ci aspettavamo: il divertente reportage di Carmine Del Grosso che raccontava la trasferta dei tifosi del Benevento a Venezia per l’anticipo del venerdì sera. Questo è stato forse l’unico momento in cui si è respirata davvero l’idea della provincia, nonostante i conduttori e gli inviati non si risparmiassero nel continuare a ripetere – fino quasi alla nausea – che le provincie sono il cuore pulsante del Paese. Come spesso capita, le parole non bastano, servivano i fatti, le dimostrazioni. E in questa prima puntata non ce ne sono stati abbastanza, ma confidiamo che ci sarà tempo per rifarsi.

Non ci siamo poi dimenticati del cast chiamato a reggere la trasmissione. Abbiamo già detto della scarsa resa dei comici, compresi Gigi e Ross, “prezzemolini” di Rai 2 che continuano a non convincerci. “La cosa più bella del vostro pezzo è che è finito” ha ironizzato Gabriele Corsi al termine del loro secondo spazio. In quella che per il conduttore era semplicemente una battuta, noi invece abbiamo colto una grande verità. E questo commento può estendersi tranquillamente a tutte le gag proposte nell’intera trasmissione.

Abbiamo menzionato Corsi. Ecco, la coppia che forma insieme ad Andrea Delogu si è mostrata da subito molto affiatata: lui dovrebbe tenere a freno maggiormente l’entusiasmo e risparmiarsi qualche battuta di troppo, lei dovrebbe invece calarsi maggiormente in tutti i segmenti della trasmissione. Ma per essere la prima puntata ci sentiamo di promuoverli. Promosso pure Marco Mazzocchi, regista in scena e non in cabina, in grado di gestire al meglio i suoi spazi e il suo ruolo e da subito mostratosi a suo agio in un format naturalmente nelle sue corde.

Insomma, qualche buono spunto da questo “B come Sabato” è emerso, per questo non ci sentiamo di bocciarlo: dopotutto è stata solo la prima puntata. Le misure sono state prese. Ora bisogna conservare ciò che di buono è emerso, rivedere ciò che non ha funzionato, compresi i problemi tecnici, di audio e di acustica nelle dirette dagli stadi che dovrebbero essere maggiormente curati, essendo uno dei punti di forza del programma, ed eliminare tutto ciò che appesantisce il format e che appare fuori contesto o evitabile. Con il pretesto di seguire la serie cadetta, si vuole raccontare la provincia italiana? Ecco. Allora lo si faccia davvero. Gli spunti sono tantissimi, basterebbe valorizzarli.

 

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