UNA TV FA – Il mercatino della TV | Le macchine di #DriveIn scaldano i motori per entrare nell’era del duopolio

Nuovo appuntamento amarcord di “una TV fa”ogni martedì spulceremo idealmente tra le bancarelle del “mercatino vintage” di cheTVfa alla ricerca di oggetti, ricordi, fotografie e frammenti di memoria che diventeranno il pretesto per raccontare i programmi televisivi più amati.

Guardate un po’ cosa abbiamo trovato questa settimana, rovistando tra i vari cimeli esposti nel “Mercatino della TV”

Vi ricordate di questa scenografia? Era quella di uno degli spettacoli più innovativi e radicali nel panorama della televisione italiana, soprattutto della televisione commerciale. Un programma che ha inaugurato l’epoca della neotelevisione caratterizzata da programmi ad alta dose di intrattenimento. Ed uno di questi è sicuramente “Drive In”.

Tutto iniziò su Italia 1 il 4 ottobre 1983 dove veniva trasmesso inizialmente il martedì per poi spostarsi alla domenica dal 1984 fino alla chiusura datata 17 aprile 1988. Il programma era firmato da Antonio Ricci con cui collaboravano Lorenzo Beccati, Gino Vignali, Michele Mozzati, Max Greggio, Gennaro Ventimiglia, Franco Mercuri, Matteo Molinari, Aldo Rami, Elle Kappa e la Gialappa’s Band che abbiamo avuto modo di conoscere settimana scorsa con Mai Dire Gol.

Quello che ovviamente colpì subito del programma fu la scenografia, uno studio che assomigliava in tutto e per tutto ad un drive-in con la presenza delle famose ragazze fast food, un modello femminile inedito per la TV del monopolio che gradualmente aveva permesso la visione del corpo femminile. La regia del programma, affidata prima a Nicotra poi a Beppe Recchia, riusciva ad unire l’elemento fondamentale della TV commerciale ovvero gli stacchi pubblicitari con gli sketch comici. Tra le auto che riempivano lo studio si nascondevano le molte macchiette del programma insieme alle già citate ballerine.

Beruschi, D’Angelo, Greggio, Boldi, Zuzzurro e Gaspare, Salvi, Teocoli, Faletti, Pistarino: questi i nomi che stavano crescendo sotto l’ala del patron di Milano 2. Senza dimenticare i nomi di Carmen Russo, Lory Del Santo, Margherita Funero, Tinì Cansino, Eva Grimaldi e Ambra Orfei.

https://youtu.be/EivKK__3wWI

Per citare direttamente Antonio Ricci in un intervento riportato nell’enciclopedia di Aldo Grasso: “Meglio la domenica del sabato, meglio Italia 1 che Canale 5, meglio la posizione defilata che quella in prima linea. Perché noi siamo comunque contro e una collocazione ufficiale mi farebbe sospettare di non essere più trasgressivo”.

Parola d’ordine: Trasgressione. Basta con i mezzibusti, basta con le belle statuine, basta con la censura. Insomma, Drive In e dunque la TV commerciale si oppone alla Rai degli studi, dei lustrini, delle luci strobo (anche se in realtà è da lì che prende molta ispirazione) per riempire gli studi con delle macchine come nel caso di Drive In. Ricci lascia il segno con un programma che sarebbe diventato il simbolo della differenza tra l’età del monopolio e quella del duopolio.