Referendum sulla Giustizia, Luciana Littizzetto accusata di aver invitato all’astensione. Ma è falso. Ecco perché… 

“La Rai, finalmente, si occupa di referendum. Lo fa in una delle trasmissioni di maggior successo. Con ascolti altissimi: Che Tempo Che Fa. (…) E lo fa con l’intervento della popolarissima attrice Luciana Littizzetto. (…) Però la Littizzetto si esibisce in un monologo, come al solito spiritoso, ma con un messaggio nettissimo e deludente: astenetevi. (…) Dice che il 12 giugno lei andrà al mare, perché i referendum sono incomprensibili, troppo tecnici, scritti in modo astruso (…)”

Inizia così, preceduto dall’occhiello “La campagna per l’astensione”, l’articolo incentrato sulla critica alle parole di Luciana Littizzetto scritto da Piero Sansonetti e pubblicato oggi, 1° giugno, sul giornale da lui stesso diretto, Il Riformista

Con il massimo rispetto per un importante giornalista come Sansonetti, nel nostro piccolo ci permettiamo di smentire quanto ha scritto. E anche quanto, sulla stessa linea d’onda, hanno scritto e continuano a scrivere altri quotidiani (come Libero o La Verità) e vari commentatori social i quali, tra le altre cose, hanno fatto saltare l’#Littizzetto in tendenza su Twitter.

Ebbene sì, perché affermare (per di più se in prima pagina su un quotidiano nazionale) che Luciana Littizzetto ha invitato ad astenersi dai referendum del prossimo 12 giugno equivale a dire una falsità.

Specifichiamo subito che è vero che nel suo intervento durante l’ultima puntata stagionale di “Che Tempo Che Fa” di domenica scorsa, 29 maggio, Lucianina (come la chiama Fabio Fazio) ha criticato la data del voto, la complessità dei quesiti referendari (con una battuta sugli italiani che hanno “creduto per anni che Forum -il programma di Canale5- fosse reale” e adesso devono esprimersi “sull’elezione dei consigli giudiziari“) e anche il fatto di dover votare su questioni specifiche di diritto e giustizia e non su temi che, forse, starebbero più a cuore ai cittadini, come la legalizzazione della Cannabis o l’eutanasia (temi su cui erano stati proposti dei referendum che però sono stati bocciati dalla Consulta).

Ma queste, condivisibili o meno, sono critiche assolutamente lecite visto che per fortuna, fino a prova contraria, siamo in democrazia e c’è libertà di parola e quindi anche di critica. Anche perché Luciana Littizzetto non è una conduttrice di Tg o di Talk e perciò è libera di esprimere le sue opinioni.

Legittime critiche, dunque, e – lo sottolineiamo – niente di più: Luciana, infatti, non ha affatto dichiarato che lei non si recherà alle urne preferendo andare al mare ma soprattutto NON ha assolutamente invitato il pubblico ad astenersi dal voto

Siamo tutti d’accordo, se lo avesse fatto sarebbe stato grave ma così non è stato.

E, anzi, ha detto esattamente il contrario.

Per chiarirlo, andiamo a vedere nel dettaglio le parole dell’attrice:

“Votare è bellissimo, però vi dico la verità: il 12 giugno pensavo di andare al mare. Invece ci chiedete di pronunciarci sul referendum (…)”

Luciana, quindi, tra l’altro in tono scherzoso, ha detto

PENSAVO di andare al mare, E INVECE…”

e non

ANDRÒ al mare e non voterò”.

Piccolezze linguistiche? No, il significato è chiarissimo. 

E non è finita qui, perché a non lasciare spazio a dubbi è la parte finale del monologo, dove Luciana ha affermato:

“Anche se ci saranno 40 gradi all’ombra, il 12 giugno a votare ci andrò, per senso di responsabilità, per dovere civico, ma soprattutto perché è un mio diritto e molti anni fa in parecchi ci hanno rimesso la vita affinché lo potessi fare”

Dunque, ecco la chiara conferma del fatto che la Littizzetto non ha mai detto di voler disertare le urne e di conseguenza non ha neanche sollecitato i telespettatori a farlo…

Ma al di là di tutte le spiegazioni, per capire ciò che è stato detto e ciò che non è stato detto basterebbe semplicemente ascoltare interamente e con attenzione il monologo (disponibile su RaiPlay e anche qua sotto)…

https://twitter.com/chetempochefa/status/1531292590704050178?s=20&t=odjSJMagGJYFSXOHG1Bw2Q

La polemica, quindi, è priva di ogni fondamento ma ciononostante, oltre a Il Riformista dal cui articolo siamo partiti, agli altri quotidiani menzionati e ai commentatori social, a scagliarsi contro Luciana Littizzetto in modo pretestuoso è arrivata perfino la politica, con addirittura un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai presentata dalla Lega (ma che caso!). 

Noi, comunque, crediamo di essere stati chiari sul “caso Littizzetto” e per questo chiudiamo qui questa parte.

Non concludiamo però l’articolo perché, sempre a proposito di Referendum, è necessario trattare anche un’altra questione: il sopraccitato quotidiano Libero (ma anche altri giornali), infatti, in prima pagina, sotto il titolo “La Rai ignora il voto”, ha riportato anche la notizia di un richiamo dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) alla Rai (ma non solo) “affinché garantisca un’adeguata copertura sui temi oggetto dei referendum”.

Ora, lungi da noi attaccare l’Agcom che, essendo competente in materia, avrà sicuramente avuto le sue motivazioni per muovere il richiamo, ma non si può certo far passare come vero l’assunto secondo cui la Rai ignorerebbe i Referendum o comunque non sarebbe sufficientemente impegnata nel proporre approfondimenti. Certo, è vero che nell’ultimo periodo l’informazione e l’approfondimento sono stati (giustamente) monopolizzati dalla guerra in Ucraina e in gran parte lo sono ancora, ma spazi dedicati ai temi su cui ci esprimeremo il 12 giugno ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno fino al 10 giugno (data in cui si concluderà la campagna elettorale). E neanche pochi.

Infatti, al netto di qualche servizio o spazio dedicato addirittura precedentemente, dallo scorso 10 maggio la Rai è scesa ufficialmente in campo con diversi spazi interamente dedicati ai temi della giustizia oggetto dei quesiti referendari. 

Ad iniziare è stato il Tg3, il 10 e 11 maggio, con due puntate speciali della sua rubrica “Fuori Tg”, in onda dal lunedì al venerdì alle 12.25 su Rai3. A seguire sono arrivati servizi nelle varie edizioni dei Tg Rai, spazi a “Unomattina” e “Porta a Porta” (Rai1) e una puntata dedicata di “Agorà Extra” (Rai3). Da ricordare poi gli ottimi confronti tra gli esponenti del SÌ e del NO in onda all’interno di “Tg3 Linea Notte” (dal lunedì al venerdì a mezzanotte su Rai3) ma soprattutto i confronti organizzati da Rai Parlamento: di questi ultimi, dallo scorso 16 maggio, ce ne sono ben due al giorno (alle 15.20 su Rai 3 e alle 18.20 su Rai 2) e da domani, giovedì 2 giugno, se ne aggiungeranno altri 5 in fascia serale (il 2 e 9 giugno alle 23.20 su Rai3, il 3, 7 e 10 giugno alle 23.30/23.40 su Rai2). Infine, la settimana prossima, e cioè dal 6 al 10 giugno, i confronti di Rai Parlamento arriveranno anche su Rai1 alle 14.00. Oltre ai confronti, poi, Rai Parlamento propone anche i cosiddetti “Messaggi autogestiti“, in onda dal lunedì al venerdì alle 10.30 circa su Rai3 fino al 10 giugno. 

Tutto quanto qui citato, ovviamente, è disponibile in ogni momento su RaiPlay e sul sito www.raiparlamento.rai.it.

Inoltre, non dimentichiamo gli spazi dedicati da RaiNews24 (canale 48), il quale ha anche realizzato degli ottimi approfondimenti scritti disponibili sul sito Rainews.it o sull’omonima App (qui alcuni link: Quel che c’è da sapere dei referendum sulla giustizia; Primo quesito: le ragioni del SI’ e quelle del NO; Secondo quesito: le ragioni del SI’ e quelle del NO).

Di spazi dedicati, dunque, ce ne sono. Se poi il pubblico a seguire questi confronti e approfondimenti non è tantissimo, questo è un altro discorso. E allora torniamo alle critiche mosse da Luciana Littizzetto di cui abbiamo parlato in apertura, chiedendoci: alle persone, in questo periodo storico, interessano veramente questi argomenti legati a un ambito così specifico e tecnico come quello della giustizia?