#ImmaTataranni – Sostituto procuratore, da domenica 22 settembre la serie tv tratta dai romanzi di Mariolina Venezia

LA STORIA

Imma Tataranni è un sostituto procuratore dalla memoria prodigiosa, dote che le permette di risolvere anche i casi più difficili. E poi ha la strana abitudine di andare lei dagli imputati, non li convoca in Procura come dovrebbe. In questo modo, secondo Imma, poliziotto mancato, la verità è più a portata di mano.

Ad accompagnarla in queste continue uscite dal Palazzo è il bell’appuntato Ippazio Calogiuri, preferito fra gli altri perché parla poco e quando lo fa si sforza di non dire idiozie. Lei, che per indole e per storia personale preferisce il silenzio alla confidenza salottiera, non può che stare bene con Calogiuri. Così bene che arriva a sognarlo, a esserne attratta. E lo stesso prova lui, con timido rispetto. Nessuno dei due però lo confessa. Attraversano in lungo e largo la Basilicata, i paesi fermi nel tempo, i paesaggi struggenti, i colori limpidi delle campagne, e lo fanno anche senza dirsi una parola.

In Procura Imma non è molto amata. I marescialli, i colleghi, e in particolare Maria Moliterni, moglie del Prefetto, mal sopportano i suoi modi ruvidi e schietti. Anche il procuratore capo, Alessandro Vitali, appena arrivato a Matera da Napoli, è costretto ad ammettere che la fama di Imma è del tutto meritata: un PM così ostico e impermeabile alla leggerezza lui non l’ha mai incontrato. L’unica ad andare oltre le apparenze e le battute caustiche di Imma è Diana De Santis, cancelliera nonché storica compagna di classe di Imma. Non che questo le faccia guadagnare punti, anzi.

In famiglia le cose non vanno diversamente. Pietro, il marito, e Valentina, l’unica figlia, si sentono “interrogati” da Imma anche per un banale ritardo… È più forte di lei, si tratta di deformazione professionale e lo sa bene. Non a caso, quando
rientra a casa la sera è solita annunciarsi con un ironico “entra la corte”. Ma nonostante la classica tensione che può esserci tra una madre esigente come Imma e un’adolescente ribelle come Valentina, l’atmosfera a casa è serena e affettuosa. Del resto, dopo tanti anni di fidanzamento e matrimonio, Pietro e Imma si amano ancora, pur senza struggimenti, e il loro rapporto, venato a volte di insofferenza, è vivace e travolgente.

Capitolo a parte è quello della suocera. Le due donne sono una l’opposto dell’altra. E nessuna delle due è disposta a cedere di un millimetro. Secondo Imma il “capo d’imputazione” che pende sulla madre di Pietro è quello di viziare Valentina, di comprarle tutto ciò che vuole, mentre lei, da madre coscienziosa e controcorrente, cerca strenuamente di insegnarle che le conquiste devono essere guadagnate col sudore. Così è stato per lei, figlia di una donna delle pulizie che viveva nei Sassi e di un padre morto troppo giovane. Un paragone che Valentina ha sentito troppe volte e che rifiuta sfruttando
la complicità della nonna paterna: la sua vita è diversa, lei è diversa. Punto.

Protagonista del paesaggio è Matera: luogo arcaico rivolto al futuro. Matera che viene inquadrata nella sua eterna bellezza, con i colori predominanti dei Sassi; terra ricca di storie e cultura raccontata con fine ironia e ostinato attaccamento. In questo scenario naturale e umano, Imma indaga attorniata da una folla di personaggi curiosi, destreggiandosi tra il procuratore capo, l’appuntato Calogiuri, il polemico anatomopatologo, i coloriti marescialli di zona, suocera, marito e figlia. Imma indaga per portare a galla la verità, dando vita a un giallo sui generis, divertente e pungente ritratto dell’Italia di oggi.

[segue… LA STORIA (pag. 2) – I PERSONAGGI (pag. 3) – PRIMA PUNTATA – L’ESTATE DEL DITO (pag. 4)]