Ci lascia #PhilippeDaverio, storico dell’arte e maestro della divulgazione. Il suo obiettivo: trasmettere la conoscenza con semplicità

«Con Philippe Daverio scompare un intellettuale di grande umanità, storico dell’arte sensibile e raffinato, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi».

Con queste parole il ministro Dario Franceschini ricorda Philippe Daverio che ci lascia oggi a 70 anni. Ad andarsene è un ottimo divulgatore, un uomo dalla grandissima preparazione che sapeva trasmettere la conoscenza con garbo e pacatezza, forse anche per quell’educazione e formazione ottocentesca quasi illuministica che lo ha caratterizzato.

Dal 1975 al 1989 tra Milano e New York apre tre gallerie dedicate all’arte contemporanea e all’arte del Novecento. Poi dall’arte passa alla politica ricoprendo dal 1993 al 1997 il ruolo di assessore al comune di Milano con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e alle Relazioni Internazionali.

Due anni dopo comincia la sua avventura televisiva con Art’è”, trasmissione televisiva su Rai 3 andata in onda nel 1999 e nel 2000 diventa autore e conduttore di “Art.tù”. Dal 2001 diventa stabile la sua opera di divulgazione prima su Rai 3 e poi su Rai 5 con due trasmissioni che lo hanno reso noto al grande pubblico.

Con “Passepartout”, di cui ha curato ben dieci serie fino al 2011 insieme a Mauro Raponi, ha cercato di far conoscere l’arte di ogni tempo attraverso collegamenti con altre discipline e soprattutto servendosi di uno stile immediato e non accademico. Lo stesso stile lo ha poi conservato in “Emporio Daverio”, programma andato in onda sull’appena nata Rai 5 tra il 2010 e il 2011.

L’obiettivo di Daverio è sempre stato quello di stimolare il pubblico alla curiosità e della conoscenza necessarie a un piano di salvaguardia del patrimonio artistico nazionale.  Dopo una pausa dagli schermi ed un periodo dedicato alla scrittura, alla collaborazione giornalistica e alla politica, ritorna quest’anno su Canale 5 a curare la rubrica “MUAGG – Il museo aggratis” all’interno del Tg satirico “Striscia la Notizia”.

Una vita interamente spesa per la cura, la conservazione e la trasmissione del patrimonio culturale tanto da arrivare a fondare nel 2011 il movimento d’opinione Save Italy che si proponeva di sensibilizzare intellettuali e cittadini di ogni provenienza geografica alla salvaguardia dell’immensa eredità culturale dell’Italia.

“Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi”.