CHIUSO PER FLOP: Max & Tux, la sfortunata sitcom di Rai 1 con Massimo Lopez e Tullio Solenghi

“L’estate sta arrivando e un anno se ne va…” cantavano i Righeira. E con l’arrivo della bella stagione anche la TV va in ferie: c’è chi saluta il pubblico con la certezza di rivederlo a settembre e chi sa che così non sarà.

E’ una ruota che gira quella della televisione, fatta di successi e di insuccessi. Non sempre è facile intuire le cause dietro un flop televisivo: varie ed eventuali sono le motivazioni, dalla qualità del prodotto alla collocazione, dai volti alla concorrenza, a volte è semplicemente poca fortuna.

In questa nuova rubrica Amarcord, che vi terrà compagnia per tutta l’estate, cheTVfa vuole andare a riscoprire alcuni dei flop televisivi più celebri dell’ultimo ventennio. Spesso un programma che non è riuscito a ottenere i risultati sperati viene chiuso anticipatamente con un’ammissione di colpe, altre volte si ingoia il boccone amaro e si va avanti, nonostante tutto, fino alla fine.

Oggetto della nostra attenzione, in questo primo appuntamento, è “Max & Tux”, programma televisivo di Rai 1 andato in onda dal 16 settembre 2002, con protagonisti due grandi personaggi dello spettacolo italiano, due colleghi e soprattutto due amici, che tanti successi hanno collezionato nella loro carriera: Massimo Lopez e Tullio Solenghi. Questa è stata l’occasione per rivedere insieme i due attori, a 9 anni dallo scioglimento de Il Trio, celebre gruppo comico italiano che li ha visti geni assoluti della comicità surreale e spiazzante degli anni ’80 e ’90 insieme all’indimenticabile Anna Marchesini.

Max & Tux nello specifico è stata una sitcom della breve durata di poco più di 5 minuti, fatta di sketch muti, sulla falsariga delle comiche di Buster Keaton e Charlie Chaplin, di Stanlio e Onlio e Mr. Bean. Ogni sketch propone una situazione comica diversa, non collegata ad altri episodi della sitcom: unico punto fermo sono i due protagonisti, Max e Tux, i quali, in ogni vicenda in cui sono coinvolti, finiscono per combinare qualche pasticcio.

Questa sitcom che ha riportato insieme i due attori era stata ideata per il preserale della prima rete, ad anticipare il Tg1, ma in seguito collocata nella prestigiosa fascia di access prime time subito dopo il telegiornale, per colmare il vuoto lasciato dalla cancellazione della striscia quotidiana di approfondimento giornalistico di Enzo Biagi, Il Fatto, cancellazione dovuta al cosiddetto editto Bulgaro voluto dall’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

La siticom si scontrava con l’agguerrita concorrenza di Striscia La Notizia che si mantenne leader assoluta di fascia. La sitcom venne seguita da una media di più di 5 milioni e mezzo di  telespettatori e del 20.6% di share, con punte di sette milioni, ma ben lontana dai numeri del tg satirico di Antonio Ricci che viaggiava intorno ai 9 milioni di telespettatori ogni sera. Oltre ai risultati sul fronte auditel ritenuti nettamente al di sotto delle aspettative, Max & Tux ha ricevuto anche parecchie critiche negative. I due intervistati dal quotidiano ‘La repubblica‘ così rispondevano:

“Abbiamo letto sul nostro conto i seguenti attestati di stima: criminosi, volgari, penosi, patetici. Io penso che non soltanto la buona educazione, ma anche il senso del limite obbliga a darsi una regolata. Come si può arrivare a tanto? Come si può caricare su questa trasmissione, su una short comedy che dura sei minuti, che ha l’unico scopo di rilassare un pubblico familiare, senza alcuna pretesa di fare di più, i casini, i veleni, le lotte di una contrapposizione politica tanto animata? Se abbiamo deciso di rispondere è per rispetto al pubblico, al nostro pubblico“.

I due finirono al centro anche di polemiche politiche più grandi di loro: “non pensavamo che il nostro lavoro finisse nelle pagine di politica dei giornali. Puntavamo a offrire in qualche modo una novità assoluta, per quella fascia oraria e per il tipo di umorismo che si rappresenta“.

Tutto ciò ha portato alla cancellazione dopo sole 38 episodi. Eppure tutti ridevano all’inizio, il riscontro delle prove era stato assolutamente positivo e aveva fortemente convinto l’allora direttore di rete Fabrizio Del Noce.