Adriano De Maio, vicedirettore Daytime: “Politica in Rai? C’è da sempre, l’importante è fare un buon prodotto”

Tra nomine, addii, voci e indiscrezioni sui nuovi palinsesti la Rai sta vivendo un periodo molto movimentato. In particolare, dopo le dimissioni di Carlo Fuortes, la nomina di Roberto Sergio a nuovo Ad e soprattutto dopo l’annuncio dell’addio di Fabio Fazio alla Tv pubblica si sono scatenate accese polemiche.

A tutte queste polemiche, critiche e voci ha risposto Adriano De Maio, vicedirettore Intrattenimento Daytime Rai, in un’intervista a FanPage.it, ricca di dichiarazioni interessanti. Ve ne riportiamo alcuni passaggi.

Partendo dal caso di Fabio Fazio, in procinto di lasciare la Rai per approdare sul Nove,  De Maio ha detto:

“In oltre 30 anni in Rai ho visto tante uscite, come entrate. Santoro ad esempio è andato via, poi è tornato, lo stesso Giletti lo ha fatto, nonostante la sua domenica avesse un grande successo. Ci sono state anche cacciate vere, come quella di Enzo Biagi. Il meccanismo della Tv è questo e, seppur viziato, permette un’evoluzione. Il cambiamento consente di creare degli spazi, di capire se abbiamo sbagliato qualcosa. Rimescolare le carte non è necessariamente sbagliato. Ora certamente occorrerà inserire qualcos’altro al posto del programma di Fazio, sarà l’occasione per sperimentare. I palinsesti non devono restare granitici. Sicuramente è una perdita per la Rai, ma più per il personaggio Fazio che per il programma in sé”

De Maio ha poi assicurato che, nella sua fascia di competenza – il daytime –  ma in generale in tutta la programmazione Rai, sarà sempre garantita la pluralità di volti e voci:

“La Rai è un’azienda destinata al pubblico nella sua totalità e continuerà ad esserlo a prescindere dal vento politico”

ha infatti dichiarato, nonostante le sempre più insistenti voci secondo cui, ad esempio, Serena Bortone (considerata vicina alla sinistra) potrebbe essere rimossa dal primo pomeriggio di Rai1 per fare spazio a qualcuno di “più gradito a destra” (ultimo nome uscito in questo senso è quello di Milo Infante).

A proposito di sostituzioni, sembra ormai certo l’arrivo di Pino Insegno – dichiaratamente amico della premier Giorgia Meloni – alla guida de L’Eredità, al posto di Flavio Insinna:

“Conosco Pino Insegno da quando faceva parte della Premiata Ditta, ha una storia nella televisione. Ha lavorato in Rai fino a pochi anni fa, poi è sparito. In Rai ci sono dei flussi di personaggi che vanno e vengono in base al momento televisivo, le cose cambiano. L’importante per noi è realizzare un buon prodotto per il pubblico”

ha dichiarato in merito De Maio, sostanzialmente confermando la voce.

Sulla vicinanza di Insegno a Meloni, il dirigente ha poi aggiunto:

“Quella della vicinanza politica è una vecchia storia. Pippo Baudo conduceva le Feste dell’Amicizia sponsorizzate dalla Democrazia Cristiana ed era il conduttore di punta. A prescindere da questo, l’importante è che in Tv non si faccia campagna elettorale e che si porti avanti il proprio lavoro in maniera professionale e Pino Insegno, così come Flavio Insinna, sono entrambi due grandi professionisti. Noi addetti ai lavori a volte ci arrovelliamo su queste dinamiche, ma credo che in fondo allo spettatore interessi solo vedere un buon prodotto in Tv. Fuori dallo schermo poi ognuno fa quel che crede”

Non c’è invece alcun tipo di discussione per quanto riguarda la domenica pomeriggio della prima rete, dove è blindata Mara Venier:

“Mara è una certezza e oggi è molto difficile immaginare un’altra domenica, soprattutto su Rai 1. Servirebbe un cambio generazionale per pensare a qualcosa di diverso. Sicuramente per la prossima stagione ci sarà e continuerà ad esserci finché lei lo vorrà. Funziona talmente bene che sarebbe insensato cambiare. Anche nella concorrenza ci sono dei pilastri che sarebbe molto rischioso spostare… vale lo stesso discorso”

Per quanto riguarda poi la nuova organizzazione dell’Azienda con la divisione in “Generi” e non più in “Reti”, De Maio ha affermato:

“È stato un esperimento, sicuramente va migliorata e messa a punto la macchina. Avendo diviso il personale per generi abbiamo creato più povertà su alcune fasce. È stato un cambiamento utile nel contenuto, ma dobbiamo lavorare sull’organizzazione. ‘Ogni impedimento è giovamento’, come si dice in napoletano. Tra gli aspetti positivi abbiamo dato opportunità a nuove figure di entrare nel sistema”

In merito al suo lavoro ha poi aggiunto:

Il mio approccio è cambiato, inevitabilmente, perché nel frattempo è cambiata la televisione, che si conferma un mezzo in continua evoluzione. Oggi ci sono meno risorse. Siamo arrivati ad una Tv per lo più parlata, poco costruita e questo dipende dalla scarsezza dei mezzi, o meglio della necessità di ottimizzare le risorse. Il mio approccio oggi quindi è più realistico, nonostante continui sognare ancora la Tv del passato. Ogni tanto mi rivedo le sigle dei vecchi programmi… ma poi tocca fare i conti con la realtà”

A proposito di programmi del passato, Adriano De Maio ha parlato anche di un nuovo progetto a cui si sta lavorando, ossia una trasmissione molto simile al mitico “Non Stop” di Enzo Trapani:

“Quella di Non Stop è un’operazione partita su iniziativa della direttrice Simona Sala già con il ‘Videobox’ nella fascia mattutina di Rai 2, dopo Fiorello, proprio per valorizzare i nuovi talenti. L’idea è di partire dalla Tv per passare poi su RaiPlay, ai social e infine traghettare il pubblico di nuovo verso la Tv, in quest’idea di un’economia circolare. Sarà uno show anarchico, senza conduttore come nella versione originaria di Enzo Trapani, che si trovò dalla sera alla mattina senza Pippo Baudo e dovette improvvisare. Alla fine fu un successo”