TELE… DICO | Bake Off Italia sempre più Off, la “Covid-edition” un’occasione persa?

TELE… DICO! Ogni mercoledì arriva su che TV fa una nuova rubrica di critica, analisi, recensione e commento. Ogni settimana l’attenzione si concentrerà su un determinato fatto, legato al piccolo schermo, sul quale riflettere. Buona lettura!

 

L’occasione è ghiotta. Per format ormai usurati come Bake Off, la necessità di adattarsi alle misure anti-Covid potrebbe rappresentare un nuovo inizio. La pandemia infatti, oltre a portare nuove difficoltà sui set, impone inesorabilmente di rivedere la scrittura di show e serie: se si vuole far arrivare la nave in porto è indispensabile attenersi a raccomandazioni e norme per prevenire il rischio di contagio (il posticipo di Ballando Con le Stelle parla da sé). Una complicanza? Sì. Un’opportunità? Anche (sempre che la si voglia vedere così). Un’opportunità per reinventarsi. Perché molto spesso è proprio da situazioni di disagio, non di comodità, che nascono nuove idee, si ritrova energia. In tv, come nella vita.

Qui si vedrà quali dei molti titoli, riproposti da anni e già annunciati anche in questa stagione tv, hanno ancora qualcosa da dire. O meglio, se possono ancora dire qualcosa. E (per ora) non sembra essere questo il caso di Bake Off. Più che un “new deal”, la prima puntata sa di un ritorno alle origini. Quando ancora Bake Off era la novità. Quando ogni ingrediente sapeva di “wow”. Peccato che da quel 23 novembre 2013 siano passati (quasi) sette anni.

E ricercare quel “wow” oggi, si sa, è pressoché impossibile. Basterebbe perlomeno ritrovare quel sapore appetitoso, accattivante che, per quanto già conosciuto, induca comunque a mangiarne fino all’ultimo morso. Ecco, questo manca.

Non basta Csaba dalla Zorza, piuttosto ingessata in questa nuova veste (o almeno molto più di quanto lo sia in “Cortesie per gli Ospiti”). Non aiuta la divisione in battaglie: riproporre la stessa prova per due volte impone una maggiore ricercatezza, sia in termini di scrittura (ancora la piramide di macarons?) che di montaggio. Il cast? Troppo presto per esprimersi, probabilmente. Ma qualcosa si può dire: ad esempio che persino l’imprevista esclusione di Peperita sembra togliere colore a un programma che, di per sé, ne ha già poco, almeno in partenza. Il suo repentino abbandono è stata infatti l’unica vera sorpresa di un esordio piuttosto sottotono per quella che invece dovrebbe essere, secondo i proclami di Benedetta Parodi, “l’edizione più sorprendente“.

Qui al contrario a emergere è la difficoltà nel fare “di necessità virtù”: anche solo per questo Bake Off si meriterebbe per ora il grembiule rosso. Ma la cavalcata è ancora lunga. E quando le ciambelle non riescono con il buco, un pasticciere davvero capace sa sempre come correggere il tiro.