una TV fa… “La stangata” di Gerry Scotti (2009-2010)

Nuovo appuntamento con la rubrica Amarcord del nostro blog dedicata ai programmi di ieri che hanno segnato la storia della nostra televisione. Ogni martedì vogliamo infatti viaggiare idealmente attraverso quei titoli cult che sono rimasti nell’immaginario collettivo. Il nostro percorso a ritroso nel tempo ha avuto inizio dal genere popolarissimo del quiz, partendo dal padre di tutti i giochi a premi, ovvero il Rischiatutto di Mike Bongiorno fino a “Prendere o lasciare” di Enrico Papi.

La memoria ci riporta oggi a “La stangata”, il quiz basato sul format The Sting/El Golpe andato in onda nel preserale di Canale 5 nel periodo natalizio – dal 14 dicembre 2009 al 10 gennaio 2020 – con la conduzione di Gerry Scotti.

Il meccanismo del game era particolarmente avvincente e prevedeva la pianificazione di una vera e propria strategia di gioco. Non bastava conoscere le risposte esatte, per vincere bisogna, fin dall’inizio adottare una tattica: individuare l’avversario più debole o il più forte, decidere quanto puntare e scommettere sui suoi errori. Insomma, bisogna essere dei veri giocatori, abili a destreggiarsi, a rischiare e a fare, di volta in volta, la scelta giusta.

A sfidarsi erano cinque concorrenti che potevano vincere fino ad un massimo di 210.000 euro: come detto, l’approdo in finale non era determinato dalla conoscenza delle risposte alle varie domande, ma dagli errori dell’avversario, individuando quello più debole.

Il tutto si svolge in tre fasi, “Caccia alla taglia”, “Testa a testa” e “La stangata”. Nella prima manche, i cinque concorrenti seduti ad un tavolo pentagonale, avevano a disposizione una somma iniziale di 30.000 € nel quale la giocata minima era di 5.000 €. Il concorrente che iniziava a giocare, sceglieva una delle 15 domande con quattro opzioni di risposta a disposizione: a quel punto, doveva decidere a chi girare quell’interrogativo e quanto puntare sul suo errore, obbligando l’avversario a giocarsi la stessa somma. Di conseguenza, se la risposta risultava esatta, il concorrente aggiungeva al suo montepremi la somma puntata, altrimenti la perdeva. Erano due i giri di domande: chi riusciva a far perdere tutto il montepremi all’avversario vinceva una taglia di 20.000 € e lo faceva eliminare. Passavano il turno i due concorrenti col montepremi più alto tra quelli ancora in gioco.

Nella seconda fase, invece, Gerry Scotti proponeva due domande a testa, girandole all’avversario e puntando la quota minima di 20.000 € sull’errore di quest’ultimo. Il concorrente che iniziava, sceglieva una delle quattro domande con quattro opzioni di risposta da girare all’avversario, dopo averne valutato il grado di difficoltà.

Nel round finale, il giocatore con il bottino più alto, dopo aver sbaragliato tutti gli avversari, se la vedeva direttamente con il banco, gestito dal conduttore. Il regolamento prevedeva come tutto il montepremi accumulato venisse diviso in cinque parti (4%, 8%, 14%, 24%, 50%) per altrettante domande. Per ogni domanda erano previste tre opzioni di risposta, e il giocatore doveva sceglierne due tra queste. Il concorrente poteva dare la risposta coperta o scoprirla pagandola la metà del montepremi. Se la risposta data era corretta vinceva quella parte di montepremi, altrimenti l’intero valore andava al banco. Se, invece, il concorrente decideva di vedere l‘opzione nascosta regalava automaticamente al banco metà del valore della domanda.

In caso di parità tra banco e concorrente il valore dell’ultima domanda veniva aumentato di 1 €. All’ultima domanda il banco poteva concedere al concorrente una possibile via d’uscita offrendogli metà del montepremi accumulato fino alla quarta domanda, svelando l’opzione coperta e togliendo una risposta sbagliata delle tre.

Se il concorrente, alla fine, aveva il montepremi più alto del banco, vinceva la somma conquistata altrimenti non vinceva nulla, ma in ogni caso tornava di diritto alla puntata successiva.