#GerryScotti: “L’invito di Amadeus a #Sanremo2020, la durata ideale di #ChiVuolEssereMilionario e…”

Una lunga ed interessante intervista di Giuseppe Candela per FQMagazine a Gerry Scotti è stata l’occasione per il popolare conduttore di Canale 5 di raccontarsi a 360 gradi, dalla televisione alla famiglia, passando per i sogni e le paure.

Ecco qui sintetizzate alcune delle sue dichiarazioni:

Più di cento programmi condotti in 40 anni di carriera a Mediaset.

Questi numeri non mi sembrano veri. Se devo guardare indietro, non tanto agli inizi della mia carriera ma a me da ragazzo, mi sembra un miracolo. Come uno studente di periferia che sogna di fare il cantante e vince Sanremo, tutto quello che mi è capitato è andato oltre l’immaginabile.

L’infanzia e la famiglia.

La mia infanzia è stata all’insegna della normalità, mio papà faceva l’operaio, lavorava come rotativista al Corriere della sera, mia madre era una casalinga. Non mi hanno fatto mancare nulla.

L’attuale impegno con “Chi vuol essere milionario?” in prime time.

E’ invecchiato bene. Non ha dimostrato i suoi anni, ha una freschezza di lettura ancora molto attuale, era un programma molto avanti vent’anni fa. Sarò sincero, per la celebrazione è giusto che sia andato in prime time. La sua collocazione sarebbe il preserale anche se in Italia ne abbiamo abusato troppo, nel mondo fanno serie di 10 o 20 puntate io sono arrivato anche a 250 in un anno. Mi lasci sognare, la nuova vera collocazione sarebbe in un prime time di massimo 100 minuti, un modo per non finire a notte fonda, magari non partendo alle 22.

“Caduta Libera” in prima serata e nel preserale estivo.

Erano anni che nelle interviste dicevo sempre che il nostro problema era spegnersi d’estate. Mi hanno accontentato, si sono trovati bene. Il mercato pubblicitario ha reagito bene. Approfitto per fare un’altra richiesta: non basta tenere acceso Gerry Scotti, bisogna tenere acceso qualche altro programma. Vediamo se mi accontentano anche questa volta. Il successo? Il fatto che io lo possa raccontare in dieci parole: “Ti ricordi il programma dove la gente cadeva nella botola?”. Quando un programma lo si può spiegare e raccontare così ha fatto la sua fortuna.

“Conto alla rovescia”, esperimento da rivedere.

Dai dati del marketing interno come affluenza di pubblico e tipologia è andato fuori dal cerchio sia di Caduta Libera che di Avanti un altro, è andato a prendere un pubblico diverso. Forse con una storia più raccontata, con un po’ più di puntate e con qualche difficoltà in meno dal punto di vista della narrazione potrebbe essere considerata una esperienza da proseguire.

Problemi di budget per “The Wall”.

E’ una americanata, so che dopo il successo iniziale ha avuto i suoi problemi. Qui ha funzionato ma o troviamo il megasponsor, per esempio una compagnia telefonica, che accetta di assumersi in toto o in parte l’ammontare dei premi o con i conti che devono fare le nostre aziende, parlo di Mediaset o Rai, è difficile proporre un programma così.

Dietro il bancone di “Striscia la notizia”.

Con Ricci c’è una stima e una amicizia che dura da tantissimi anni. I suoi autori storici sono miei amici, posso anche dirle che io non ho amici intellettuali, Ricci è l’unico mio amico intellettuale. Mi fido ciecamente di quello che mi dice e mi fa fare dai tempi di Paperissima. Striscia per me è qualcosa di diverso rispetto alla mia routine ma è talmente coinvolgente e divertente che è l’esperienza frullatore che consiglio a tutti.

Il tapiro, l’ha inventato lui!

Avevo avuto la malaugurata idea di fare causa ad Aldo Grasso che mi aveva dato del tapiro, dopo due anni ho bellamente perso. Ero nei corridoi di Milano 2 quando Staffelli mi ha messo in mano un tapiro dicendomi: “Adesso sarai attapirato visto che dandoti del tapiro hai anche perso la causa?”. Non vorrei millantare il credito ma se non era successo a altri il tapiro nasce per questo motivo e per colpa mia.

“Tu si que vales”, il Real Madrid del sabato sera.

Numeri bulgari, è il nuovo varietà della famiglia italiana. Una scommessa di tanti anni fa insieme a Maria, imporre un linguaggio diverso non proprio da sabato sera ai tempi, un linguaggio fatto di immediatezza, scherzi, montaggio. Al di là della chimica tra di noi, oltre il ruolo di Rudy e Mammucari l’arrivo in questi anni delle signore Venier, Zanicchi e Ferilli ha dato una larghezza, una familiarità a questo programma. Me lo faccia dire siamo il Real Madrid della televisione italiana e del sabato sera.

 

 

Nessun dispiacere per il trasferimento de “La Corrida” in Rai.

Sinceramente avevo già dato, ricordo con grandissimo piacere l’epopea della Corrida, il tempo che ci ho messo per accettare, l’emozione della prima puntata, l’enorme successo. Dopo averla lasciata non sarei più tornato indietro. Per conservare il titolo è stato inevitabile un passaggio in Rai, non sono dispiaciuto che a farla sia Carlo Conti che è un amico ed è una persona che stimo.

L’invito di Amadeus a Sanremo.

Ero in Polonia a registrare il Milionario ho visto solo poche cose, so che lui e Fiorello si sono molto divertiti. Questo mi fa molto piacere perché è quello che è arrivato nelle case degli italiani. Le dico una cosa che non sa nessuno, Amadeus mi aveva invitato per fare con lui e Fiorello una serata, un modo per ricreare l’atmosfera che avevamo vissuto alla radio negli anni più belli. Non ho potuto andarci da Varsavia e mi è dispiaciuto perché me lo aveva chiesto con grande stima e rispetto. Per come mi sono andate le cose direi chi se ne frega della conduzione di Sanremo, se è vero che lo rifà Amadeus l’anno prossimo gli rivolgo un messaggio: cerca di farmelo sapere così mi organizzo e vengo da te.

Quel sogno chiamo “La Ruota della Fortuna”

Ogni volta che mi parlano di Mike cito sempre La Ruota della Fortuna che è un grande formato, va in onda ancora in America. Secondo me sarebbe molto riproponibile.

Sogni e paure.

Paure? Forse nemmeno la morte ma le malattie, paura che una malattia possa portarti a essere ciò che non sei stato. Quella la cosa più brutta. Sogni? Godermi la vita con le persone che amo. Mi accorgo che ho ancora gli amici che avevo, frequento ancora i posti che frequentavo, ho gli hobby che avevo. Al di là degli accessori da persona ricca che possono essere l’orologio più bello o la macchina lussuosa i metri della mia vita non sono mai cambiati. Questo lo auguro a tutti.