#FlavioInsinna: “I primi mesi a #LEredità ero terrorizzato”. Sfoghi con i collaboratori? “È un grido disperato”

Sembrava essere una regolare intervista quella che si è svolta oggi pomeriggio nella prima parte di IO e TE, trasmissione estiva di Rai 1, condotta per il secondo anno da Pierluigi Diaco, ideatore del progetto insieme all’allora direttrice di rete, Teresa De Santis. A stravolgere la liturgia di complimenti e di lati inediti che il presentatore cerca di fare emergere nei suoi ospiti, è stata la presenza in studio di Flavio Insinna, con il quale il padrone di casa sente di condividere alcune esperienza di vita e professionali.

I due, incontratisi per il pranzo di Natale in un ristorante romano, si erano promessi reciprocamente di mettere in scena anche una chiacchierata televisiva, proprio nella trasmissione di Diaco, chiacchierata che è partita dal racconto della depressione, malattia della quale hanno sofferto entrambi e che solo con le cure e con la terapia hanno potuto arginare. L’allievo di Costanzo è poi passato a chiedere un consiglio al collega, che da due anni è al timone de L’Eredità:

“In questo mese che lavoro qui allo studio 3 di Via Teulada mi è capitato per il troppo amore e la troppa passione che metto in questo mestiere, essendo un emotivo, di avere delle intemperanze e quindi a microfono aperto mi sono permesso di giudicare il lavoro delle persone che lavorano qua dentro: a volte lo hanno sentito solo le persone che lavorano all’audio, durante la pubblicità, altre volte queste intemperanze sono state raccolte anche in diretta perché le ho dette in onda sotto forma di battuta. Mi sono reso conto, inevitabilmente, che la passione con cui io faccio questo mestiere non può essere la stessa di un lavoratore che lavora dentro la Rai e che oltre a curare questa trasmissione ne fa tantissime altre, quindi lavora dalla mattina alla sera e IO e TE è solamente un passaggio. Ci ho riflettuto in questi giorni e mi sono detto: “Sono all’altezza di lavorare di squadra? Sono all’altezza di mettere la mia professionalità e la mia passione e non pretendere che gli altri la mettano con lo stesso amore con cui la metto io?” Io rivolgo a te questa domanda perché so che questo tema tu lo senti, che pubblicamente non hai mai affrontato, ma io tutte le persone che ho sentito che hanno lavorato con te mi hanno detto: “Lavorare con Flavio Insinna è un piacere perché è un gentiluomo” “

Insinna ha così risposto:

“Nel filmato avete preso proprio quel frammento di don Bosco (miniserie del 2004 in cui il protagonista era lo stesso Insinna, ndr), dove avete scelto quella battuta: “Quando uno urla, ha paura”, Lo dici a me? In realtà il modo è sbagliato, ma stiamo dicendo: “Aiutatemi!”. Se uno riuscisse sempre a rimare calmo sarebbe bellissimo, siamo adulti, vaccinati – non purtroppo contro il virus – , vaccinati nella vita per altre cose, come dire, si sta come in uno spogliatoio, chi più, chi meno, si vede nello sport, il mondo dello spettacolo, i cantanti, non sono sempre rose e fiori, lo sa Katia (Ricciarelli, ndr), lo sappiamo tutti: è un grido disperato. È come in amore: quando tutto va bene si sussurra. Quand’è che gridi? Quando hai paura di perdere l’altro, quando pensi di non essere capito… Non vuol dire stai sempre a gridare: io non faccio mai zero a zero. Dentro c’è quello, poi uno cerca di farlo sempre meno, sapendo che lo scontro però, se è civile ed onesto, ci sta.”

E Diaco interviene:

“In questi giorni mi hanno invitato a riflettere sul mio temperamento e poi mi hanno anche detto: “Attento perché nel mondo in cui viviamo oggi qualsiasi cosa tu dici può essere registrata e data a qualcun altro. E se la registrazione finisce da qualche altra parte si può pensare che quel momento d’ira assomigli al tuo carattere, al tuo modo d’essere.” “

Qualcosa del genere possiamo dire è quello che è avvenuto a Flavio Insinna quando nel maggio 2017 Striscia la Notizia fece uscire alcuni suo fuori onda in cui si sfogava con collaboratori del programma per uno speciale di prima serata di Affari Tuoi, risalente al 2015, in cui si era incappati in una concorrente che, secondo il presentatore, non era adatta a tale circostanza. Tutti ricordano la sfuriata di Insinna che definì l’ormai divenuta celebre concorrente della Valle d’Aosta “nana di m***a”. E il caso vuole che fra i personaggi famosi che partecipavano a quell’appuntamento ci fosse Katia Ricciarelli, oggi volto fisso della trasmissione di Pierluigi Diaco.

Il padrone di casa di IO e Te ha poi così proseguito il discorso:

Io, ogni tanto, come Flavio, ho perso la lucidità e ho perso anche la pazienza, ma se mi sono rivolto in maniera sgradevole è perché chiedevo aiuto (si rompe la voce e gli occhi diventano lucidi, ndr). E fare questo mestiere con la passione, con la dedizione con cui lo facciamo io e questo signore qui a volte può portare a perdere la pazienza. Quindi se avete visto in circolazione, in questi anni, degli audio o dei video non pensate che quelle reazioni assomiglino al comportamento al carattere di quei personaggi televisivi perché come accade a voi, nel vostro lavoro, perdere la pazienza accade anche noi.”

Si è passati poi a parlare dell’Eredità e dell’annosa questione dei concorrenti che talvolta appaiono poco preparati in almeno alcune materie. Insinna in merito ha le idee ben chiare:

“Si dice i campioni di Rischiatutto sapevano tutto… Sì, si giocavano poche puntate, si sceglievano. fra tante persone, professori o persone che avevano scelto quella materia e la studiavano da anni. Negli anni la televisione ha tantissimi concorrenti, che sono persone e che dobbiamo ringraziare sempre perché senza di loro non fai il gioco, perché il conduttore lo puoi cambiare, ma se non vengono ragazzi, ragazze, signore e signori non fai il programma. Si è più o meno preparati, c’è l’emozione, c’è da farsi una risata insieme perché tutti, come il maestro Costanzo ha ricordato qua nel corso di un’intervista, rischiamo di beccare dopo una curva un “piacere di conobberla”. Non c’è da fare i maestrini, i professori: per me è un’occasione per imparare o riscoprire cose che pensavo di sapere, ma erano sbagliate.”

Fra le scoperte per Flavio Insinna c’è anche quella di “una grande pazienza” da parte del pubblico da casa, che gli ha dato il tempo di raccogliere un pesante testimone. Con queste parole infatti l’attore, prestato ormai da quindici anni anche alla televisione, ha voluto ricordare l’amico Fabrizio Frizzi  e le prime settimane alla guida del game show:

Io i primi mesi della prima stagione ho presentato malissimo, ma è la verità. Tu devi prendere l’eredità di Fabrizio (Frizzi, ndr): siamo già nel disastro umano. Noi siamo, ne parlo al presente, amici con Fabrizio e quindi vai a pensare che erediti un gioco che si chiama Eredità da un amico, una persona straordinaria, non perché se ne è andato, ma perché è straordinario Fabrizio, lo sottolineo mille volte, non solo per le sue risate. Fabrizio è passato come il ragazzone che rideva tanto. No, è una persona straordinaria che c’era sempre, quando avevi bisogno di una mano, c’era sempre nel Telethon e quando non c’era era perché era corso da un’altra parte a fare del bene oppure stava arrivando. Un uomo che parlandoci a cena era di un’intelligenza raffinatissima, con anche lui i suoi pensieri e i suoi tormenti.”

Se nei primi mesi Insinna si è definito “legato, terrorizzato”, lo stesso conduttore racconta poi come sia stato possibile sciogliersi:

“Pian piano mi sono sciolto anche perché c’è una grande squadra e come dicevi tu: “Perché si chiede aiuto?”. Per carità poi ci si scusa: “Lo abbiamo fatto male”. Chiedi aiuto a persone che questo mestiere lo fanno da prima di te e lo fanno meglio. Io ho una squadra meravigliosa e non lo dico per fare tarallucci e vino. Io ogni giorno gli chiedo ancora come fare la Ghigliottina… Ad esempio Affari Tuoi è un programma dove aggiungi, io ho potuto mettere l’attore, l’improvvisazione. All’Eredità devi levare, sottrarre e non è solo sottrarre stare zitto, è sottrarre mettere comunque: fai, levi, devi capire quando stare, come in una partita di pallone, quando dici: “Attacchiamo o stiamo indietro?” “

Un colloquio a 360 gradi quello fra Diaco e Insinna, che non si è concluso come consuetudine con la consegna del disegno realizzato dall’illustratore Lucangelo Bracci, ma con la partecipazione del presentatore de L’Eredità alla posta del cuore di Katia Ricciarelli e allo spazio della stessa dedicato alla musica lirica, spiegata ai bambini.