#FabioFazio senza freni: Sono stanco di dovermi difendere per il mio lavoro. Nuovo progetto su #Rai3

Un Fabio Fazio abbastanza polemico e senza freni quello che oggi si racconta in un’intervista a Il Fatto quotidiano. E’stanco di essere oggetto di critiche da una parte della politica italiana. E’stanco dei continui attacchi gratuiti subiti. E’stanco delle polemiche sui costi. E dice la sua pure sulla nuova norma, approvata nel cda del 17 giugno che vieta ad agenti ed artisti di prodursi da sé, quella che il conduttore ridefinisce come la norma “anti-Fazio“.

Trovo ogni limite superato. Qui entriamo  nel campo dell’inaccetabile: da tempo mi viene riservato un trattamento che non ha eguali né precedenti”

Tutte le polemiche intorno al suo nome sono iniziate tre anni fa, alla vigilia del suo passaggio da Rai3 a Rai1, frutto di lunghi incontri e incessanti convincimenti da parte della’azienda quando invece Fazio era già pronto a migrare altrove, verso Discovery, con cui erano state avviate interessanti trattative. Dalle sue dichiarazioni sulla politica che doveva restare fuori dalla tv è iniziato un linciaggio senza eguali né giustificazioni.

Lo scorso anno, dopo due anni sulla prima rete, nuove polemiche e un nuovo cambio, verso Rai2. Cambio dovuto, nemmeno troppo velatamente da decisioni politiche. Numerosi gli attacchi subiti da parte dell’ex ministro degli interni.Tutti contanti con precisione da Fazio: “Per l’esattezza sono 123, se viene attaccato dal capo del Viminale, hai una vita normale  e due figli da portare a scuola, non sai mai chi sono i seguaci del ministro”. Di fronte a tutti questi attacchi il silenzio della sua azienda.

“Mai avuto il numero di telefono del direttore di Rai1 (Teresa De Santis); forse non è chiaro, ma sono uscite notizie false, han ribaltato i costi di produzione attribuendomeli come guadagni: i 400mila euro diventavano uno stipendio da 12 milioni l’anno per 4 anni. Complimenti”.

E’un Fabio Fazio senza freni quello che parla, stufo delle continue polemiche sul suo stipendio: “Vengo da una famiglia di impiegati e conosco il valore del denaro: prendo 2 milioni l’anno, uno lo do orgogliosamente in tasse. So di essere fortunato, ma nessuno regala nulla; a inizio carriera prendevo 25mila lire a settimana e non mi permettevo neanche il taxi dalla stazione Termini alla Rai”.

Si è mossa pure la Corte dei Conti che ha ribadito che il programma costa meno di qualsiasi altro varietà. Gli hanno chiesto di ridursi lo stipendio e lo ha fatto “Solo io però”. “Sono stanco di dovermi difendere per il mio lavoro”. “Forse non sono vissuto come un professionista della tv ma come un avversario politico“.

Ma il conduttore ligure rivendica con orgoglio i numeri fatti in quei due anni su Rai1.

“Su Rai1 abbiamo coperto dalle 20.30 a mezzanotte per un costo a puntata di 300mila euro per la mia società,più 100mila di costi generali Rai. Ma di solito in quella fascia va una fiction di due ore, a una media di 750mila euro l’ora. Prima del mio arrivo Rai1 faceva in media il 15,19%: con me il 16,3 il primo anno e il 15,49 il secondo”.

Anche quest’anno come ad ogni vigilia di presentazione palinsesti arrivano nuove polemiche legate all’auto- produzione del suo programma con la sua L’officina. La scelta di auto – prodursi nasce dall’esigenza di controllare meglio il prodotto:

“accade pure per Bonolis, De Filippi, Floris. E poi potevano dirmelo prima della firma del contratto che non si poteva. Mi sarei regolato diversamente. La Rai ha ottime professionalità, ma da azienda pubblica ha troppe regole, anche le più impensabili, che rendono impossibile la produzione interna. Vai in onda di domenica, ma l’ufficio scritture chiude il venerdì. Non puoi comprare nemmeno i fiori: c’è l’ufficio acquisti. Così è impossibile fare dall’interno programmi complicati come il nostro”

Relativamente alla norma appena passata in cda che vieta proprio questo auto prodursi si augura che non valga per i contratti in essere.

Si pronuncia anche sull’altro tema caldo in questi giorni a Viale Mazzini, l’eccessivo peso degli agenti: “se voglio un ospite ho la forza di non cadere nel mercatino del – ti do Tizio se prendi pure Caio – ; in serie A non si fanno favori, devi sempre essere all’altezza. Se un agente ha i migliori, che senso ha fargli la guerra o mettergli limiti?

Chiede alla sua azienda di essere più clemente nei suoi confronti: o la piantate o mi cacciate. Il valzer del suo Che tempo che fa ancora non è ancora concluso, ma molto probabilmente si torna a casa quest’anno, su Rai3 ma solo se c’è un accordo e un progetto, se no resto a Rai2. 

Intanto su Rai3 di certo dovrebbe tornarci con un progetto tutto nuovo: una storia agiografica della tv per il 2021 – 2022. 

Sul rinnovo del contratto anticipatamente, paventato in questi giorni invece non vi è ancora certezza, non è del tutto scontato.