#CNN: oggi compie 40 anni il canale che ha cambiato il mondo dell’informazione

Era il 1° giugno 1980 quando Ted Turner, businessman di 40 anni, dava vita a un’esperimento allora deriso e sbeffeggiato da molti. Cable News Network avrebbe raccontato ininterrottamente, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, le notizie provenienti dall’America e dal mondo intero. Mentre il giovane uomo di affari con discorsi altisonanti e degni di un Pontefice si augurava che il suo neonato network televisivo potesse “portare il paese e le altre nazioni a capirsi meglio, a lavorare insieme, creando fratellanza, amicizia gentilezza e pace”, i cronisti non avevano remore a muovere critiche al progetto e ad alcune idee del fondatore.

Nessuno comprendeva l’idea di porre la sede operativa ad Atlanta invece che New York, considerata la capitale del regno televisivo, oltre che ad esempio come si potesse immaginare di creare un canale televisivo internazionale investendo solamente 100 milioni di dollari. Ben presto la CNN fu soprannominata dalle malelingue “Chicken Noodle Network”, la “Rete Pastina in Brodo“, ma i giornalisti che vi lavoravano non si lasciarono influenzare dalle critiche ricevute e dalle reali condizioni (scarsi mezzi e bassi salari), stimolati invece dall’entusiasmo di Turner che prometteva loro di diventare la camera d’eco (echo chamber) del mondo.

La crescita avvenne gradualmente e a determinarla furono una serie di eventi, primo fra tutti l’attentato al presidente degli Stati Uniti Ronald Regan nel 1981. Due circostanze che però segnarono probabilmente la storia del network furono l’esplosione della navicella Challenger nel 1986 e la Guerra del Golfo del 1991. Nel primo caso l’intera nazione rimase incollata a seguire, secondo dopo secondo, la tragedia in cui persero la vita i sei membri dell’equipaggio insieme all’insegnante Christa McAuliffe, la “prima maestra nello spazio”. Questo avvenne grazie alla svolta impressa dall’arrivo di Reese Schonfeld, come presidente della CNN: lui, che era un giornalista a differenza di Turner – il fondatore era solito dire ai neo assunti da testate minori: “Nulla so di giornalismo, spero che voi ci capiate un poco” -, capì che per ricevere l’attenzione del pubblico bisognava soffermarsi sulla storia dei fatti. Questa non poteva essere raccontata attraverso la mediazione di filmati di pochi minuti, ma solo attraverso le immagini che mostrassero il prima, il durante e il dopo.

Così fu narrata ad esempio la Guerra del Golfo e i primi bombardamenti in Iraq, quando ad avere la possibilità di comunicare dall’interno del Paese erano solo i giornalisti della CNN. Peter Arnett era inviato sul campo a Bagdad quando il presidente Bush, per liberare il Kuweit dall’invasione di Saddam Hussein, decise di bombardare la capitale iraquena. Intervistato da Paolo Mastrolilli su le pagine della Stampa il giornalista ha ricordato che a spingerlo a rimare da solo durante la guerra, dopo quella nottata trascorsa con Bernard Shaw – il “solenne anchorman afromericano” (come definito da Gianni Riotta) che annunciò : “Il cielo della capitale si illumina” -, fu il il fatto che “avevamo cambiato la stessa definizione della notizia, da qualcosa che era accaduto, a qualcosa che stava avvenendo”.

Attualmente la CNN è contrapposta a Fox News, da quando si è venuta a creare una guerra ideologica, che vede il presidente Trump addirittura bollare come “fake news” le notizie riportate dal network ceduto negli anni da Turner a Warner Media e trasferitosi di fronte al Central Park di New York, esattamente al Colombus Circle. Cable News Network respinge tramite Christiane Amanpour l’accusa di essere un canale liberal, rivendicando però la convinzione che “un giornalista deve essere obiettivo, dando voce a tutti, ma non neutrale, altrimenti diventa complice”. In qualche modo secondo la storica inviata della CNN il network lo è stato almeno nel caso della vittoria di Trump alle presidenziali del 2016, trasmettendo i suoi comizi senza alcun fact checking, quello che invece non dovrà mancare in questa nuova campagna elettorale ormai alle porte.

La Cnn oggi soffia 40 candeline e diventa grande, ma le sfide per lei non sono terminate. Un’informazione “veloce ed esagerata” (come definita da Lisa Napoli, autrice di un libro sulla storia del network) è il compito che le spetta oggi per competere sul mercato informativo, non perdendo però di vista l’accuratezza nel riportare i fatti.