Alessandro Cattelan è sicuramente il nome più chiacchierato in questi giorni di start autunnale televisivo, reduce dalle due puntate del suo show Da Grande che hanno sancito il suo ingresso in Rai. Un arrivo che, per molti, ha lasciato spazio a dubbi e incertezze. Un volto sconosciuto al pubblico della tv pubblica che ha avuto nelle mani la domenica sera della rete ammiraglia con un parterre e un battage pubblicitario non indifferente. Tutto questo non è bastato a far decollare lo show, che ha segnato una media di poco superiore al 12% riuscendo a perdere contro il diretto competitor rappresentato dal ritorno di Scherzi a parte con Enrico Papi.
Il conduttore, raggiunto dal quotidiano La Repubblica, tira le somme di questo suo primo impegno in casa Rai: “Flop è una parola infantile, i numeri contano fino a un certo punto non si giudica solo dai dati. Potevo fare qualcosa diversamente, altre cose sono il mio modo di intendere la tv e credo che l’errore sarebbe stato cambiarle. Sono stato me stesso“.
Ex volto Sky, negli ultimi anni lo abbiamo visto al timone di X Factor e nel suo one to one EPCC- E poi c’è Cattelan ispirato allo show americano di David Letterman. Esperienza questa molto lontana dal mondo della tv generalista, ma il conduttore spiega: “L’obiettivo è importante, il nostro era fare qualcosa che ci rispecchiasse. Abbiamo brindato al ristorante. C’è una fetta di pubblico che insegue questo tipo di show. La Rai mi ha dato la libertà anche se ero uno sconosciuto per una parte de pubblico. La cosa bella è imparare qualcosa, spero che il mio team abbia lasciato qualcosa, abbia fatto vedere la tv in modo diverso“.
Nonostante questo debutto non esaltante la Rai sembra non voler fermare l’ascesa di Alessandro Cattelan, che apre a nuovi progetti: “L’esperienza in Rai è stata positiva. Ho fatto televisione col mio linguaggio e le mie modalità. Non c’è mai stato un contrasto. Mi avevano chiesto di “fare me” e ne sono stato stupito e onorato. Stiamo decidendo se fare altre puntate. Ci siamo presi un po’ di tempo per decidere, se fosse sarei felice. Intanto stiamo parlando di Eurovision. Abbiamo l’ansia da rivoluzione, per farla non basta spingere un bottone. Non sarebbero bastate dieci puntate. Non so se ho iniziato, forse ho messo un mattone.”