Raffaella Carrà, l’amico Giovanni Benincasa la ricorda ad un anno dalla morte: “Era soprattutto una donna buona”

Ieri, martedì 5 luglio, è stato il primo anniversario della scomparsa di Raffaella Carrà: l’immensa artista ci lasciava infatti il 5 luglio 2021, a pochi giorni dal suo 78° compleanno (festeggiato il 18 giugno 2021).

La Tv, e in particolare la Rai, le ha doverosamente dedicato vari spazi, con speciali per ricordarla e omaggiarla.

Spazi che non sono però terminati con la giornata di ieri: stasera, mercoledì 6 luglio, è infatti prevista, alle 21.10 su Rai Storia, una puntata di “Storie della Tv” interamente dedicata a Raffaella, mentre domani alle 13.00 sempre su Rai Storia andrà in onda “Raffaella Carrà, Ma che sera”, un’antologia di “Ma che sera”, il primo show a colori con la Carrà andato in onda nel 1978.  Gli speciali in ricordo della Raffa Nazionale si concluderanno poi domenica 10 luglio in seconda serata su Rai 1 con lo “Speciale Tg1” intitolato “Carramba! Che Carrà”, che era già previsto domenica scorsa, 3 luglio, ma che poi è stato rinviato per lasciare spazio agli aggiornamenti sulla tragedia della Marmolada. Curato da Adriana Pannitteri, lo “Speciale Tg1” vedrà tante testimonianze di amici, colleghi e persone che hanno lavorato con Raffaella nei tanti programmi da lei condotti.

E se parliamo di amici di Raffaella non possiamo non citare Giovanni Benincasa, storico autore di programmi come “Carramba!”, il quale ha voluto ricordarla anche in un’intervista al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha dichiarato:

Lavorare con Raffaella per me è stato incredibile, perché lei era il sogno della mia generazione. Era bellissima nel varietà “Io, Agata e tu”, un fisico e un viso perfetto: unico. Io devo ringraziarla, perché quando ho iniziato con lei ero un semplice redattore: è stata Raffaella a “promuovermi” autore. Ma soprattutto devo ringraziarla per le tante risate che ci siamo fatti insieme, perché era anche una donna molto spiritosa, le piaceva scherzare e sapeva stare allo scherzo”

Benincasa ha poi ricordato quanto Raffella fosse precisa sul lavoro:

“Era molto meticolosa. Io ricordo i suoi copioni a “Carràmba!”, scritti rigorosamente in carattere tipografico Arial 14, il foglio di un formato spagnolo, più lungo dell’A4, erano pieni di simboli che disegnava lei: cuoricini, punti esclamativi… Lei portava la cartellina sempre con sé, ma non ne aveva bisogno perché studiava prima. Ospiti, personaggi? Faceva loro una radiografia. Il programma si preparava nove mesi prima della messa in onda: non c’erano le mail. Ci portavano i sacchi di juta, pieni di lettere”

Una lavoratrice seria e attenta, dunque, che pretendeva molto da se stessa e anche dagli altri:

“Non sopportava la sciatteria, in ogni sua forma”

ha infatti aggiunto l’amico.

Una precisione che era dovuta al profondo amore per il suo lavoro. Lavoro che le regalava tante soddisfazioni e tanti di momenti di felicità:

“I due momenti in cui l’ho vista più felice sono stati quando Raffaella ha visto arrivare a “Carràmba!” come ospiti a sorpresa Adriano Celentano e Maradona, che le stava molto, molto simpatico”

ha ricordato a questo proposito Benincasa.

Oltre al lavoro, però, la “Raffa” aveva anche molte altre passioni, come i giochi di carte:

Le piacevano soprattutto i giochi italiani: lo scopone, il tressette. Nell’ultimo periodo aveva scoperto anche il burraco. Ma bisognava essere bravi per giocare in coppia con lei, perché si arrabbiava moltissimo quando il compagno sbagliava. Io, per imperizia, ero fuori dal giro. E lei me lo faceva notare: ‘Hai tante buone qualità, Giovannino, purtroppo ti manca una cosa: non sai giocare'”

E poi la cucina:

“Le piaceva cucinare per gli amici. A volte andavamo a mangiare a casa sua il sabato, dopo le trasmissioni. Ero con lei pure nel “Fantastico” del 1991, quello con Johnny Dorelli. Cenavamo tardissimo, ma non c’era alcun problema perché lei si alzava alle sei di mattina per preparare il sugo…”

Giovanni Benincasa, infine, sottolinea  quanto Raffella fosse buona:

“Raffaella era soprattutto una donna buona. Che dolcezza i suoi messaggi vocali, con gli auguri per i compleanni dei miei figli… Aveva nascosto a tutti noi la sua malattia, per non farci soffrire. Il ricordo più tenero è una delle ultime cene, nel 2019, a casa di Fiorello, alla vigilia della registrazione della puntata con lui di “A raccontare comincia tu”. Cucinava Susanna, la moglie di Rosario. A un certo punto Raffaella e io, gli unici due fumatori, siamo usciti sul balconcino a fumare una sigaretta. Mi raccontava di cose del passato, di Don Lurio a “Canzonissima”… Mi manca tanto Raffaella, ma è sempre nel mio, nel nostro cuore”