Luana Ravegnini torna in Rai con Check Up: “Sono un medico mancato. Non vedo l’ora: sarà un programma rinnovato”

Luana Ravegnini è pronta per il suo ritorno in Rai dopo alcuni anni di assenza dal piccolo schermo. Da settembre la conduttrice sarà al timone di “Check-up”, la storica rubrica di medicina ideata da Biagio Agnes, andata in onda dal 1977 al 2002 su Rai 1

Non vedo l’ora, è un programma che ritorna rinnovato: in un momento in cui si parla tanto di salute trovo importante catalizzare l’attenzione su una trasmissione medico scientifica che aiuti il pubblico a orientarsi attraverso la presenza di grandi luminari del settore” ha dichiarato in una lunga intervista ad Oggi.

La Ravegnini torna così in Italia dopo dieci anni di militanza a Londa dove ha vissuto col marito e la figlia Adele Maria. E al settimanale dice: “Ho seguito mio marito a Londra dove si era trasferito per lavoro. E senza accorgermene sono passati dieci anni. Noi siamo il bianco e il nero, ecco perché duriamo. Abbiamo l’intelligenza di ascoltare l’altro e siamo capaci di mediare. Nel frattempo nostra figlia ha imparato tre lingue”.

L’ultima conduzione risale al 2011 con “Storie di Salute”, altro contenitore di medicina. Ancora oggi, dunque, la conduttrice non si allontana dal mondo del benessere e della salute: “Sono un medico mancato, devo ammetterlo. Mi ha onorato e lusingato essere stata scelta per questo programma: adoro parlare di salute e prevenzione, perché sono temi che ritengo importanti. Siamo tutti molto disorientati: cerchiamo di essere un punto di riferimento per la gente che sceglie di volersi bene.” continua :”La tv è cambiata, credo ci sia una grande voglia di ostentare.

L’intervista è stata l’occasione per la conduttrice per ricordare anche la sua partecipazione come valletta a “Il pranzo è servito” negli anni 90, condotto da Claudio Lippi che sarebbe successivamente  diventato suo marito qualche anno dopo: “Ero un animaletto un po’ selvatico. Ho fatto le mie scelte con molta libertà: io a mia figlia oggi metto più paletti di quanti ne abbiamo messi a me i miei genitori“.