una TV fa… “Red or Black? Tutto o niente” di Fabrizio Frizzi e Gabriele Cirilli (2013)

Nuovo appuntamento con la rubrica Amarcord del nostro blog dedicata ai programmi di ieri con i quali ricostruire una cronistoria della nostra televisione. Ogni martedì vogliamo infatti viaggiare idealmente attraverso quei titoli cult che sono rimasti nell’immaginario collettivo. Il nostro percorso a ritroso nel tempo ha avuto inizio dal genere popolarissimo del quiz, partendo dal padre di tutti i giochi a premi, ovvero il Rischiatutto di Mike Bongiorno fino a “Mi gioco la nonna” di Giancarlo Magalli.

La memoria ci riporta oggi a “Red or Black? Tutto o niente”, il game show proposto in prima serata su Rai 1 dal 22 febbraio al 5 aprile 2013 per sei puntate con la conduzione dell’inedita coppia formata da Fabrizio Frizzi e Gabriele Cirilli.

Il programma, tratto dall’omonimo format inglese della ITV creato da Simon Cowell – l’ideatore di X Factor -, si svolgeva in un clima di suspense ed emozioni, dove otto concorrenti si sfidavano – in una grande e suggestiva arena televisiva, il Teatro 18 di Cinecittà a Roma – scommettendo sul risultato di esibizioni straordinarie e rispondendo a domande che mettono alla prova la loro capacità di osservazione.

Il risultato che i concorrenti dovevano cercare di indovinare riguardava prove ed esibizioni di varia natura, divise in quattro macro-tipologie: Strategia, Intuito e nervi saldi, Memoria e Colpo d’Occhio e Fortuna, prodotte da atleti, artisti e performers dall’Italia e dall’estero, veri e propri numeri uno nelle loro specialità e discipline che, nello sport e nello spettacolo, hanno dato prova delle loro qualità uniche.

Più nel dettaglio, in ogni prova gli otto sceglievano tra due sfidanti, uno contraddistinto dal colore rosso, l’altro dal colore nero. Usando tutto il loro istinto, la propria capacità di giudizio, e puntando anche su un pizzico di fortuna, partendo ovviamente dalle caratteristiche della sfida che veniva proposta, decidevano su chi dei due scommettere: rosso o nero?

Sulla base dei risultati dei loro pronostici, questi venivano poi, poco a poco, eliminati, attraverso un meccanismo di esclusione ad imbuto. In particolare, al termine di ogni round, i due concorrenti col punteggio più basso a rischio di eliminazione si sottoponevano alla prova del Decider in cui i giocatori dovevano premere un pulsante per fermare una barra d’energia che si alzava e si abbassava continuamente marcando una numerazione da 1 a 100: passava il turno colui che aveva bloccato la barra con il punteggio più alto mentre l’avversario veniva eliminato.

Al termine della prima fase, i due concorrenti rimasti in gioco giocavano alla prova de Il Bersaglio nella quale dovevano scegliere alternativamente all’interno di una roulette divisa in 10 spicchi un numero, memorizzando in una frazione di secondo, a che numero corrispondesse lo spicchio del colore che si è scelto tra il Rosso o il Nero: se il concorrente rispondeva esattamente guadagnava un punto, altrimenti, in caso di risposta sbagliata regalava un punto all’avversario. Vince la la prova il concorrente in grado di totalizzare cinque punti.

Un solo concorrente, dunque, poteva accedere al Vortex, il gioco finale, per aggiudicarsi il montepremi, che nella prima puntata partiva da 100.000 euro, per andare ad incrementarsi nelle puntate successive nel caso non fosse attribuito. Se il concorrente riusciva ad indovinare l’ultimo colore, si portava a casa l’intero bottino: in caso contrario restava a mani vuote.

Nonostante il discreto debutto – con una media di 4.729.000 spettatori e il 17,19% – i risultati Auditel si rivelarono in seguito molto deludenti, inaccettabili per gli standard di Rai 1. Motivo, questo, per cui le otto puntate inizialmente previste furono ridotte a sei. Questa prima ed unica edizione si concluse con una media di 3.610.000 spettatori e del 13,83% di share.