A partire da ieri tante nuove rubriche ed appuntamenti hanno iniziato ad animare il “palinsesto” di cheTVfa. Il martedì diverrà la nostra giornata Amarcord, durante la quale faremo un viaggio attraverso i programmi di ieri che hanno in qualche modo segnato la storia della nostra televisione e che sono rimasti nell’immaginario collettivo. L’antologia che andremo a sviluppare di settimana in settimana verrà suddivisa per generi. Abbiamo scelto di iniziare dal genere Tele Quiz o, come detto ai giorni nostri, Game Show. Ci piace cogliere l’occasione del decennale dalla scomparsa di Mike Bongiorno, per iniziare questa nuova rubrica partendo proprio da una delle sue più celebri creature: il Rischiatutto. E’ indiscutibilmente il più famoso gioco a premi della televisione italiana, nonostante sia andato in onda per sole 5 stagioni e precisamente dal 5 febbraio 1970 al 25 maggio 1974. La collocazione oraria era quella di prima serata (ore 21.15) sul Secondo Programma Rai, ad eccezione di alcune puntate speciali trasmesse dall’ammiraglia del Servizio Pubblico.
Gli ascolti all’epoca furono clamorosi: i dati che ci sono stati consegnati dalle cronache dell’epoca riferiscono di una media pazzesca superiore ai 20.000.000 telespettatori.
Come accade anche nella TV di oggi, il quiz “Rischiatutto” era tratto da un format americano di importazione “Jeopardy!” e poi adattato per la televisione italiana. Tra le peculiarità della formula italiana c’è stato sicuramente l’introduzione del famoso meccanismo di domanda e risposta.
Tra gli autori del gioco, due penne celebri della nostra tv, Paolo Limiti e Ludovico Peregrini, l’iconico “Signor no”. La regia era affidata invece a Pero Turchetti (“Fiato alle trombe”, l’invito che Mike gli rivolgeva all’inizio della gara).
Accanto al conduttore Mike Bongiorno, presenza fissa per tutte le cinque edizioni, fu la valletta Sabina Ciuffini.
Nei primi mesi di messa in onda il programma veniva registrato dal Teatro delle Vittorie di Roma, per poi passare dagli studi della Fiera di Milano.
Il regolamento del gioco strutturava il programma in tre fasi: le domande preliminari, il tabellone elettronico ed il raddoppio finale. Il primo segmento aveva inizio con una serie di interrogativi che consentivano ai tre concorrenti, uno alla volta, di guadagnare il montepremi che sarebbe poi stato utilizzato nel gioco centrale. Segmento principale il cui protagonista assoluto erano il tabellone, le cabine e sei materie, ciascuna sviluppata in sei domande che si avvalevano dell’ausilio di diapositive e di filmati. Per ogni materia, una delle caselle conteneva il jolly – che faceva vincere automaticamente la somma a chi aveva chiamato quella casella -, e una invece un Rischio, che costringeva il concorrente a puntare una somma da vincere o perdere su quella domanda.
L’ultima fase della gara, quella più tesa ed emozionante, era quella dei “raddoppi” con le mitiche tre buste. La domanda, sulla materia scelta dal concorrente, era multipla: chi vinceva raddoppiava quanto aveva guadagnato in quel momento, ma se sbagliava una sola di quelle domande perdeva tutto. Si classificava campione chi aveva guadagnato il montepremi più alto.
Rischiatutto fu un vero e proprio fenomeno di costume e gli stessi concorrenti divennero fenomeni a livello nazionale. Il supercampione in assoluto fu Massimo Inardi, esperto di musica classica. Insieme a lui ricordiamo anche la mitica Giuliana Longari, Gianfranco Rolfi, Andrea Fabbricatore ed Ernesto Marcello Latini.
Il quiz, con la conferma di Mike alla conduzione, avrebbe dovuto riprendere il suo corso su Sky Uno nel 2009, con una modifica per l’occasione del titolo “RiSKYtutto”, ma a causa della scomparsa del conduttore venne annullato. Revival particolarmente fortunato fu quello andato in onda nel 2016 con la conduzione di Fabio Fazio e la partecipazione dello storico Signor No, Ludovico Peregrini.