una TV fa… “Il braccio e la mente” di Flavio Insinna (2012)

Nuovo appuntamento con la rubrica Amarcord del nostro blog dedicata ai programmi di ieri con i quali ricostruire una cronistoria della nostra televisione. Ogni martedì vogliamo infatti viaggiare idealmente attraverso quei titoli cult che sono rimasti nell’immaginario collettivo. Il nostro percorso a ritroso nel tempo ha avuto inizio dal genere popolarissimo del quiz, partendo dal padre di tutti i giochi a premi, ovvero il Rischiatutto di Mike Bongiorno fino a “Un Minuto per Vincere” di Max Giusti e Nicola Savino.

La memoria ci riporta oggi a “Il braccio e la mente”, il game show andato in onda dal 7 maggio al 13 luglio 2012 nel preserale di Canale 5, con la conduzione di Flavio Insinna.

Basato sul format Body and Brain, il programma, ambientato in un coloratissimo giocattolificio, prevedeva ad ogni puntata la presenza di due concorrenti che non si conoscevano e che nel corso del programma dovevano sottoporsi a varie prove, in cui il tempo per rispondere alla “mente” veniva determinato dal tempo di resistenza del “braccio”.

Poteva accadere, ad esempio, che mentre la Mente si trovava a dover rispondere ad una domanda, il Braccio doveva stare attaccato il più possibile alla lancetta di un enorme orologio (come in “Ritorno al Futuro”), oppure ad una lastra di vetro verticale. In caso di superamento della prova, veniva aggiunta la cifra del montepremi di quella manche, da 5.000 a 50.000 euro; in caso contrario non veniva aggiunto nulla e i ruoli tra braccio e mente venivano invertiti.

Al termine delle prove il braccio e la mente si scontravano nel duello “Chissà se sapete…” nel quale il conduttore raccontava una storia basata sulla vita di un personaggio famoso dando degli indizi. Il concorrente che si prenotava per primo poteva dare la sua risposta: se era quella esatta accedeva al gioco finale, mentre in caso di errore tale opportunità veniva assegnata all’avversario.

L’ultima prova, collocata nel segmento precedente il Tg5, era quella de Il vocabolario nel quale il finalista doveva dire cinque parole tratte dal vocabolario della lingua italiana comprese tra una parola iniziale e una parola finale in tre minuti per provare a vincere tutto il montepremi accumulato nella fase iniziale.

La storia di questa trasmissione è stata turbolenta a causa dei bassi ascolti e dei tentativi falliti di cambiamento al fine di invertire la curva Auditel. Tanti gli stravolgimenti operati sul meccanismo di gioco, a cui si aggiunse un cambio di regia, l’eliminazione della sigla ballata da Insinna, l’introduzione di nuove prove e l’anticipo di dieci minuti dell’orario di inizio, ovvero 18.40 invece che 18.50.

Nonostante ciò, per via degli ascolti insufficienti, si è deciso di interromperne definitivamente la produzione, e al suo posto sono state trasmesse delle repliche dell’ultima edizione de La ruota della fortuna, nella versione condotta da Enrico Papi.