Nuovo appuntamento con la rubrica Amarcord del nostro blog dedicata ai programmi di ieri che hanno segnato la storia della nostra televisione. Ogni martedì vogliamo infatti viaggiare idealmente attraverso quei titoli cult che sono rimasti nell’immaginario collettivo. Il nostro percorso a ritroso nel tempo ha avuto inizio dal genere popolarissimo del quiz, partendo dal padre di tutti i giochi a premi, ovvero il Rischiatutto di Mike Bongiorno, per poi passare a Il gioco dei 9, Ok, il prezzo è giusto!, La Ruota della Fortuna, Luna Park, Tira & Molla, In bocca al lupo!, Superboll, Passaparola, La Zingara, Quiz Show, Il Castello, L’Imbroglione, Alta tensione – Il codice per vincere, Il Malloppo e Formula Segreta.
La memoria ci riporta oggi a Fattore C, il game show condotto da Paolo Bonolis con la partecipazione di Luca Laurenti andato in onda su Canale 5 nell’autunno 2006, con le prime due puntate trasmesse la domenica sera e poi passato al preserale dal 25 settembre al 2 dicembre.
Il titolo del gioco a premi traeva origine dal detto popolare “avere culo”, da cui la “C” del titolo: la buona dose di fortuna, insomma, necessaria per vincere la partita.
Elemento centrale del programma erano 20 busti raffigurati i più vari personaggi famosi, storici o immaginari, da Pippo Baudo a Dante Alighieri, che contenevano vari premi, in denaro – fino a 500.000 € – oppure oggetti di poco valore. Il concorrente, scegliendo il busto da aprire, eliminava dalle sue possibilità di vincita il premio all’interno del busto stesso. Ogni 4 busti, al concorrente veniva posta una domanda o un particolare quiz logico. Se questi rispondeva esattamente, gli veniva formulata un’offerta sicura che consentiva al concorrente, una volta accettata, di ritirarsi dal gioco. Se invece il concorrente non rispondeva correttamente, il diritto a giocare passava telefonicamente agli ascoltatori da casa. Al termine della partita, quando erano rimasti solo due busti in gioco, il concorrente vinceva ciò era contenuto nel suo busto, solo se il valore del suo premio superava quello del busto dell’avversario. Era infine possibile vincere un premio di consolazione di € 2.000, se il concorrente rispondeva esattamente a sette domande.
“Fattore C” ha segnato il ritorno di Paolo Bonolis nella fascia preserale di Canale 5 a dieci anni esatti dal debutto di Tira & Molla, precedente game show che ottenne grande successo nel pubblico. Questo programma, invece, non ebbe la stessa fortuna. Inizialmente programmato per la prima serata della domenica con undici appuntamenti previsti, dopo un discreto esordio (4 milioni e mezzo di telespettatori e il 23% di share), subì un vistoso calo di ascolti già in occasione della seconda puntata. Per questo motivo fu spostata nella fascia preserale, anche per arginare i risultati altrettanto insoddisfacenti di “Formula segreta” condotto da Amadeus e chiuso nel frattempo.
Tuttavia, anche in preserale, gli ascolti non risultarono soddisfacenti, con meno di 3 milioni di spettatori e il 16% di share, risultato nettamente inferiore agli oltre 4 milioni e mezzo e il 28,5% di share totalizzati da L’Eredità di Carlo Conti: questi risultati, inevitabilmente, portarono il format alla soppressione, lasciando nuovamente spazio al collaudato Chi vuol essere milionario? di Gerry Scotti.
La trasmissione, e in particolar modo il suo conduttore, ricevettero numerose critiche e una causa per plagio da Endemol, perché la formula del gioco era pressoché identica a quella di Affari tuoi, programma Rai portato al successo dallo stesso Paolo Bonolis. Quest’ultimo, qualche anno dopo in un’intervista, rivelò che il programma fu effettivamente creato da lui come clone di Affari tuoi.