#TheVoiceSenior, il vincitore #ErminioSinni si racconta: “Ho pianto tutta la notte. Ora tornerei a piedi a #Sanremo”

Intervistato da Carmen Guadalaxara per Il Tempo, il vincitore di “The Voice Senior” Erminio Sinni ha raccontato la notte successiva alla puntata della finale e qualche curiosità su una sua eventuale partecipazione al Festival di Sanremo.

Erminio, Team Loredana Bertè, ha partecipato al talent per ultrasessantenni condotto da Antonella Clerici. Una grande rivincita per entrambi: per lui perché da anni prova a concorrere al Festival di Sanremo, dopo avervi partecipato con successo nel 1993 e per la Clerici, che dopo l’abbandono de “La prova del cuoco” e qualche programma sfortunato in prima serata, veniva da alcune stagioni di “affanno”. Invece adesso Erminio inciderà un vinile con Universal Music Italia e parteciperà allo show di Capodanno di Rai 1 “L’anno che verrà“, mentre la Clerici si è rifatta sia con il programma di metà mattina “E’ sempre mezzogiorno” (che oscilla tra il 13% ed il 15% di share) sia con “The Voice Senior“, la cui finale ha raggiunto 3.670.000 di telespettatori pari al 18,16% di share.

Erminio lo ricorderemo sempre come il primo vincitore di The Voice Senior, reduce da una dura battaglia contro il Covid-19, vinta grazie al grande lavoro dei medici e degli operatori sanitari del Policlinico Umberto I di Roma, ai quali ha voluto dedicare una canzone.

Ancora non riesco a credere che ho vinto. Ho dormito 50 minuti. Poi ho pianto tutta la notte. Mi sembra impossibile aver preso questo secondo treno che è passato” – dichiara alla giornalista de Il Tempo – “Sono partito il 27 novembre ed eravamo in tanti ad aspettarlo. Ognuno di noi con una enorme valigia trascinata per le strade della vita da mezzo secolo. In queste valigie ci sono tante emozioni, anni interi a studiare chi canto chi uno strumento, miliardi di chilometri, alberghi anonimi dove abbiamo gioito o certe volte leccato le nostre ferite. Ci sono amori per ogni ruga, persone che abbiamo conosciuto e che hanno incrociato le nostre esistenze, muscoli che hanno caricato e scaricato impianti e strumenti. Ci sono Natali e feste passate lontano da casa, abbracci di persone viste solo una sera, la consapevolezza di essere precari a vita ma in cambio ti risvegli sempre con un sogno da realizzare“.

Quando gli viene chiesto se gli piacerebbe tornare al Festival, risponde così: “Io ci tornerei a piedi, dopo tanti anni di porte chiuse in faccia, trovarla spalancata sarebbe un’occasione imperdibile. Pensa che io dal ’93 ad oggi ho proposto 27 canzoni al Festival, una ogni anno senza essere mai ascoltato”. Chissà se il prossimo anno, vista la popolarità raggiunta, riuscirà a trasformare questo sogno in realtà?