TELE… DICO | L’Isola dei Famosi: il silenzio sui Bauli in Piazza supera (in peggio) la ridicola sparata di Andrea Cerioli

L’ultima volta che andai a teatro, lo scorso ottobre, fu per vedere Fabrizio Gifuni interpretare Aldo Moro. Lo farà presto anche in tv, nella serie di Marco Bellocchio (la prima) per la Rai Esterno Notte. Sempre a teatro, prima che la pandemia esplodesse, ho visto Filippo Timi in uno spettacolo che è diventato anche uno show tv per RaiTre, Skianto.

E poi Lino Guanciale e Gabriella Pession: li conoscevo già per La Porta Rossa e per altri loro lavori televisivi, ma posso dirli di avere apprezzati veramente a fondo solo dopo averli visti sul palco del Franco Parenti in After Miss Julie. E Virginia Raffaele in Smusà

Potrei andare avanti, ma forse meglio non annoiare oltre. Tanto si è capito: il teatro ha una magia particolare. Per me, almeno. E sì, il teatro deve molto alla televisione: la popolarità, la visibilità che regala il piccolo schermo aiuta a riempire i teatri.

Ma anche la televisione in qualche modo dovrebbe dire grazie al teatro. Per questi e altri prodotti di spessore che sono nati sulle tavole del palcoscenico. Per attori che oggi portano alle reti il 30% di share a cui la televisione ha sì dato visibilità, popolarità ma che devono il loro talento ad anni e anni di dura gavetta in teatro, anche senza un minimo riconoscimento.

Potrei citarne a bizzeffe e riempire paragrafi e paragrafi ma preferisco arrivare al punto. E il punto è che mi ha fatto specie il silenzio a L’Isola dei Famosi intorno a un tema che oggi chi fa spettacolo dovrebbe sentire particolarmente. Qualsiasi forma di spettacolo. In tv, a teatro, al cinema: ovunque. Perché non si può rimanere impassibili davanti alla crisi che sta vivendo il settore, fermo da oltre un anno. Musica, spettacolo, eventi: un settore quasi dimenticato.

L’occasione c’era. La risposta stizzita di Tiziana Foschi, ex Premiata Ditta, ad Andrea Cerioli che, non si capisce da quale pulpito, si è lasciato andare a un’analisi (non richiesta) sulla carriera di Roberto Ciufoli e “sugli anni andati meno bene”. Fino all’augurio di ritrovare un giorno il successo di un tempo.

Poche parole, quelle della Foschi, ma di notevole impatto: “Tu sono 40 anni che in teatro, in gruppo come hai detto, e il signorino Andrea che ha detto che da un po’ il lavoro non va bene si sbaglia, perché la gente che lavora in teatro, se non viene vista in televisione, si fa un cul* così! E non lavora da un anno e mezzo!”.

Insomma, un’amara verità: puoi fare quarant’anni di teatro ma se non vai in tv per la gente è come se non lavorassi. Darle torto sarebbe bello ma è impossibile. L’infelice uscita di Andrea Cerioli, indice di superficialità e scarsa conoscenza, non dice altro che questo. Può indignare, ma stupire no. O almeno non quanto il silenzio intorno a quel “non lavora da un anno e mezzo”: inaccettabile da parte di gente come Iva Zanicchi o Ilary Blasi che fa spettacolo ormai da anni e dovrebbe conoscere molto bene il problema.

Inaccettabile quanto il non essere riusciti in oltre un anno a individuare soluzioni per rimettere in moto il settore e permettere di lavorare a chi di spettacolo, di musica, di eventi viveva quotidianamente: li potremmo chiamare con il nome dell’associazione che hanno creato, i “Bauli in Piazza“, attraverso cui danno voce a una condizione ormai insostenibile per loro, ma anche per le loro famiglie.

Soprattutto chi opera dietro le quinte, lontano dai riflettori, dalle luci della ribalta, non può assolutamente permettersi di restare fermo per mesi e mesi, in balia di indennizzi non sempre sufficienti e quasi mai puntuali. Senza una minima prospettiva di ripartenza.

Sarebbero bastate due parole, come accaduto anche in altri show quando si è presentata l’occasione. Come ha fatto qualche settimana fa anche Luca Argentero a Canzone Segreta. In un programma come L’Isola dei Famosi che parla a un pubblico ampio e anche a molti giovani non particolarmente attenti al tema, sarebbe stato un bel gesto di attenzione e sensibilità. Quanto meno apprezzabile. Soprattutto in giorni in cui è tornato a risuonare forte il grido “Lo spettacolo non ce la fa più”.

Non avrebbe tolto goliardia o leggerezza al reality: due parole di sostegno, tra innumerevoli battute pecorecce, potranno mai fare male? Forse è pretendere troppo. Forse no. Di certo si tratta di “un’occasione persa“. E dispiace. La sparata di Andrea Cerioli, a confronto, è poca cosa.