TELE…DICO | #DanzaConMe non convince: quando la leggerezza più umana non incontra quella artistica

Il Capodanno appena trascorso è stato uno dei più inusuali di sempre. Il lockdown ha costretto gli italiani a stare in casa, a festeggiare tra parenti e amici molto stretti: ad abbracciarci meno, a sorriderci – forse – un po’ di più. Non vedevamo l’ora di levarci di torno il tanto odiato 2020 e appena giunti al primo giorno del nuovo anno – diciamocelo – abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo. Un po’ lo abbiamo fatto. Le aspettative che rivolgiamo al 2021 sono molto alte e forse, anche per questo motivo, come da quattro stagioni a questa parte, Rai 1 ha deciso di far partire il nuovo anno con una delle eccellenze del nostro Paese.

Dal 2018 Roberto Bolle ci accompagna con mano durante la serata del 1° gennaio. La sua eleganza e leggiadria ci hanno sempre portato in un mondo parallelo fatto di bellezza pura, fascino etereo, quasi intoccabile. L’étoile per gli italiani è una medaglia d’oro da tenere al petto, da esportare, da far amare, ma poi da respirare in casa propria, proprio la sera di Capodanno.

Quest’anno, proprio a causa della pandemia siamo stati costretti a rimanere nelle nostre abitazioni, a passare la serata sul divano, davanti alla TV. Più degli anni passati, quindi, la platea di pubblico davanti al piccolo schermo, presumibilmente, sarebbe dovuta essere molto più ampia. Ci si aspettava, quindi, che Danza con medi Roberto Bolle potesse mettere tutti d’accordo: le famiglie, insieme, si sarebbero riunite e avrebbero ammirato una bellezza tutta italiana.

Ma non sembra essere andata esattamente così. Lo spettacolo del ballerino di Casale Monferrato ha vinto, sì, la serata in termini di valori assoluti con 3.848.000 spettatori e il 17% di share, ma con un calo evidente a tutti rispetto agli altri anni passati in sua compagnia.

In molti si sono interrogati sul perché Bolle non sia riuscito a intrattenere più persone davanti allo schermo, a maggior ragione quest’anno. E soprattutto in un periodo come questo in cui l’arte, lo spettacolo, il teatro sono stati bistrattati, cancellati dalla cultura italiana durante la pandemia. Ci rimaneva solo la TV per godere ancora di qualcosa di puramente artistico, ma evidentemente non tutto ha convito.

Gli anni scorsi l’étoile non si era dovuto confrontare con una pandemia mondiale, eppure aveva incollato davanti allo schermo una platea ben più ampia dei 4 milioni, con share sempre superiori al 21%.

  • 01/01/2018: 4.860.000 con il 21,5%
  • 01/01/2019: 4.450.000 con il 21,3%
  • 01/01/2020: 4.392.000 con il 21,80%

Anche quest’anno, tanti sono stati gli ospiti che hanno portato il loro contributo durante la serata. Da Vasco Rossi che in anteprima ha presentato il suo nuovo singolo, a Michelle Hunziker che ha donato quel brio alla serata reinterpretando insieme a Bolle una delle scene del film La La Land. Passando per Diodato che si è prestato ad alcuni sketch divertenti nelle vesti di James Bond e ha incantato tutti sulle note di Fino a farci scomparire.

Poi Ghali, Fabio Caressa e il sorprendente nuovo trio che ha accompagnato il ballerino durante le presentazioni: Francesco Montanari, Stefano Fresi e Miriam Leone. Tre attori che hanno provato a smorzare i toni, a solleticare il pubblico con le loro brevi incursioni.

Gli occhi, per tutta la sera sono stati puntati sull’ex Miss Italia che ha catalizzato l’attenzione da parte del pubblico dei social che a gran voce ha chiesto la sua presenza al prossimo Festival di Sanremo. Bella l’idea di Bolle di farsi accompagnare lungo il viaggio dai tre.

Una serata che ha toccato diversi temi con toni e modi differenti. Dal più classico mondo della danza con il Cigno Nero e la Carmen, passando per un altro momento intenso contro la violenza sulle donne in cui il ballerino ha espresso tutto se stesso con una notevole interpretazione.

Uno show pieno di grande bellezza, ma forse un po’ troppo “cupo” per la serata del primo dell’anno, per un pubblico così eterogeneo come quello della prima rete. Forse la gente si sarebbe aspettata più intrattenimento, più leggerezza, nel senso più calviniano del termine.

Mancava forse una Virginia Raffaele a scardinare le carte in tavola, a farci ricordare che siamo in una situazione disastrosa ma è ancora possibile sorridere, seppur in televisione. Mancava forse qualcosa di più vicino, simile al pubblico che guarda Rai 1. Un passaggio che forse quest’anno è mancato e che si è trasformato in un sonoro calo in termini di ascolti.

Ben vengano programmi di questo tipo, dove l’arte è messa al primo posto e dove ognuno di noi può sentirsi seduto nella platea di uno dei più bei teatri che l’Italia ci offre. Ma senza mai dimenticare che l’occhio vigile del telespettatore sarà sempre pronto a pigiare un altro canale del telecomando e a non tornare se si sente “distante” e non allineato con i toni dello show.