TELE… DICO | #Amici20, la “damnatio memoriae” delle prime edizioni: Redemption Mary è per tanti ma non per tutti?

Il lockdown ci ha abituati a festeggiare a distanza. Lauree, anniversari. E persino compleanni. Ma a festeggiare senza festeggiati ancora no. Dove non arriviamo noi, arriva Amici. Più che un format, un Highlander: in onda ininterrottamente dal 2001, ha tagliato lo scorso sabato il traguardo delle venti edizioni. Peccato però che le primissime sembrano essere ormai condannate a una insensata “damnatio memoriae”.

Fingere che non siano esistite non si può: quel venti perderebbe totalmente di senso, di valore. Ecco quindi che trovano un piccolo spazio all’interno di un filmato celebrativo: qualche immagine sporadica, senza particolari menzioni. Esigenze di racconto, dirà qualcuno: chi si ricorda oggi di Saranno Famosi, di Dennis Fantina o Giulia Ottonello, di Anbeta o Leon Cino? Il pubblico di oggi identifica Amici con Alessandra Amoroso, Emma, Marco Carta. Con Andreas o Irama. In quell’Amici che ha fatto il salto da quando le case discografiche hanno smesso di guardarlo con diffidenza e lo hanno cominciato a sostenere. In quell’Amici che ha trovato piena realizzazione sul palco dell’Ariston, con la vittoria di Marco Carta prima e in quelle di Valerio Scanu ed Emma poi.

Scenari impensabili, almeno prima del serale del 2008 (quello vinto da Carta per intenderci): nelle stesse settimane su RaiDue debuttava X Factor e quanti fino ad allora avevano guardato ad Amici solamente come a un reality fine a se stesso ne iniziarono a intravedere le potenzialità del talent e la sua naturale prosecuzione nel mercato discografico, al di là della televisione. Un prima e un dopo dunque, effetto anche di una brillante capacità nell’adattarsi efficacemente ai tempi e ai gusti mutevoli del pubblico: d’altronde senza di quella sarebbe impossibile per un programma arrivare alla ventesima edizione. Ciò però non implica che debba esistere un Amici di Serie A e uno di Serie B. Né che le prime edizioni debbano cadere nel dimenticatoio e con loro i protagonisti che ne hanno fatto parte.

È successo anche nel 2011, quando per festeggiare il decennale venne organizzato uno speciale torneo, Amici Big, a cui parteciparono Annalisa e Virginio (decima edizione), Emma e Pierdavide Carone (nona), Alessandra Amoroso e Valerio Scanu (ottava), Marco Carta (settima), Karima (sesta) e Antonino (quarta). Tutti cantanti, nessun ballerino. E in generale neanche l’ombra di qualcuno legato alla prima, alla seconda o alla terza edizione. Lì forse, anche per ragioni legate anche alla struttura della competizione.

Ma questa volta? Il successo di un programma si misura anche e soprattutto in quello di chi ne ha fatto parte, sia chiaro. Ma non si esaurisce lì. E, in questa occasione, anche solo per presenzialismo, sarebbe stato comunque piacevole rivedere un’Anbeta o un Leon, una Giulia o un Dennis. Indipendentemente dal percorso che hanno fatto fuori dal programma. Indipendentemente da come si siano sviluppati i rapporti in questi anni. Se sono venti edizioni, che lo siano davvero. D’altronde anche tu Maria lo sai bene. Tu che, negli ultimi anni, non ti sei limitata solo a scovare talenti ma ti sei prestata a vere e proprie redenzioni televisive (Mara Venier, Simona Ventura, Alessia Marcuzzi, ora Lorella Cuccarini). Il successo arriva e se ne va. A volte ritorna, altre no. ma non dovrebbe cancellare ciò che è stato. Quello no.