Sanremo 2023 scenografi e regista spiegano il loro lavoro e quello che vedremo

Sanremo è alle porte e tutto crea curiosità e notizia intorno alla manifestazione. Qualche giorno fa è stata presentata ufficialmente la scenografia del 73°Festival di Sanremo, firmata anche quest’anno da Gaetano e Chiara Castelli.

“Quest’anno, per il Festival, abbiano pensato di costruire un ‘cielo’ speciale, tornando al piacere di un’architettura scenografica ‘costruita’, accettandone tutte le sfide”. E così – nelle parole degli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli, lui al ventunesimo Festival, lei al nono – è nata la grande cupola sotto la quale risuonerà la musica di Sanremo 2023. “Si tratta – spiegano – di una cupola ellittica sospesa, ma strettamente connessa con il resto della scenografia, larga ventuno metri e alta fino a undici. Avrà ‘specchi segreti’ e una sommità mobile, con luci perfettamente integrate, che potrà scendere al di sopra degli artisti sul palco. E, sempre per rispettare la filosofia di un’architettura scenografica e tridimensionale, abbiamo anche rinunciato ai tradizionali ledwall, mentre a sottolineare la centralità degli artisti resteranno la scalinata e gli spazi laterali dell’orchestra, e tornerà anche il sipario. Il tutto ‘avvolto’ nel bianco e affidato all’occhio del regista Stefano Vicario e alle luci del direttore della fotografia Mario Catapano che avrà a disposizione anche sei km di led dinamici. Un progetto che ha preso forma, appena terminato il Festival 2022, seguendo le indicazioni di Amadeus che ci ha chiesto di trovare nuove strade per la scenografia. E ci piace dedicare questo nostro lavoro anche a Franco A. Ferrari, un grandissimo direttore della fotografia del Festival e non solo, scomparso di recente”.

Oltre a quello del palcoscenico anche il resto dell’impianto scenografico sarà dominato da linee curve che – per la prima volta – “vestiranno” anche platea del Teatro Ariston: “Sarà un modo – aggiungono Gaetano e Maria Chiara Castelli – di prolungare il palco nel teatro ottenendo l’effetto di allargare lo spazio, senza ridurre i posti in platea, anzi, recuperando alcune file”.

Il lavoro per la realizzazione della scenografia è cominciato subito dopo l’estate, mentre il montaggio a Sanremo ha preso il via a dicembre: “E’ stato bello – concludono gli scenografi – veder nascere e crescere quella che ci piace chiamare la nostra ‘architettura’ di Sanremo, per la quale il nostro ringraziamento va al nostro collaboratore Manuele Bellucci e a tutti gli eccezionali professionisti della scenografia e delle luci che hanno trasformato in realtà il nostro progetto.”

 

A firmare la regia, anche quest’anno, Stefano Vicario, che così presenta il suo lavoro e la sua squadra.

Sfruttare al massimo le potenzialità della scenografia e portare il pubblico a casa dentro l’Ariston, tra palco e orchestra. “Ogni anno ci impegniamo per portare un elemento di novità – spiega il regista Stefano Vicario, alla sua ottava edizione – non solo dal punto di vista stilistico ma anche tecnologico. Una prospettiva insolita sarà regalata in questa edizione da una telecamera montata su un braccio a quarantacinque gradi che potrà entrare nell’apertura sulla sommità della cupola che caratterizza il palco”. Verrà così valorizzata non solo la natura double face della struttura, che muta di trasparenza in base all’illuminazione, ma anche la visuale che consente di creare. Con il rimando a uno dei luoghi più romantici di Roma, Vicario ne descrive l’effetto “Si avrà un po’ la sensazione di quando si guarda attraverso la serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta sull’Aventino. Questa e altre scelte di regia puntano a valorizzare la verticalità di una scenografia che va vissuta dal basso verso l’alto, con tutta la sua profondità”.

Un elemento chiave della manifestazione canora è come sempre l’orchestra, che quest’anno avrà una disposizione più circolare rispetto al passato e verrà mostrata con il movimento avvolgente di una telecamera su carrello che la circonderà.

Il racconto del festival potrà contare su 12 telecamere e 14 operatori, “una squadra straordinaria – sottolinea Vicario – per seguire gli artisti anche nelle loro improvvisazioni, nel loro modo a volte atipico e imprevisto di muoversi tra scena e pubblico. Un’elasticità che caratterizza la regia di una manifestazione in cui ospiti e cantanti si sentono in una cornice speciale concedendosi una libertà di movimento che è difficilmente riducibile e imbrigliabile in uno schema”.

Un’ulteriore freschezza verrà data dall’utilizzo di una particolare telecamera portatile tipica delle produzioni di video musicali e che a Sanremo verrà usata per la prima volta per un evento in diretta, mentre di solito viene adoperata per filmare materiale che necessita di postproduzione. “Si tratta di uno strumento di versatilità assoluta – conclude Vicario – più performante di una telecamera a spalla”.