Sanremo 2025: la prima scorre tutta sulla gara ma Conti corre, Clerici e Scotti spettatori non paganti

Finalmente, ieri sera, è partito il Festival di Sanremo in diretta nella sua storica collocazione al teatro Ariston. Carlo Conti torna a scendere le scale più famose d’Italia per il suo quarto Festival. Affiancato da due colonne come Antonella Clerici e Gerry Scotti al suo debutto assoluto sul palco della kermesse canora.

Si inizia subito nel ricordo di Fabrizio Frizzi, definito “l’amico che ci manca”, che, come ha sottolineato Conti, sarebbe stato lì a condurre la serata. Il ricordo ha suscitato emozione e lacrime da parte di Antonella Clerici e tutto il pubblico in teatro ricordando Frizzi con un lungo applauso.

L’emozione lascia il posto alla gara dei big. Si parte, si corre. Pronti partenza via! Il festival di Conti non lascia spazio a inutili circostanze. Si va dritti e puntuali come gli orologi svizzeri. Alle 21.10 si erano già esibiti 4 cantanti… mai successo in nessuna edizione. Il ritmo asciutto può certamente essere un deterrente per mantenere gli orari della scaletta senza fare l’alba ma può diventare controproducente per lo show.

Carlo Conti qui è molto diverso dalla gestione quinquennale di Amadeus. Il primo è più istituzionale, meno coinvolto, un soldatino che porta a casa egregiamente il suo compito. La conduzione di Amadeus è sicuramente meno tradizionale,  più coinvolgente, più calda e partecipativa. In qualche modo ti obbligava a partecipare ad una specie di sequestro di persona della durata di quasi sei ore. Si scherza. Conti invece non vede l’ora di farci ascoltare le canzoni, raggiungere la stanza del suo hotel a Bordighera e togliere le tende.

Pochi guizzi che ci hanno fatto saltare dalla poltrona, il primo è sicuramente il blackout nazione dell’audio su Rai 1 che ha lasciato increduli milioni di persone all’ascolto per 20 secondi. Il secondo è lo show di Jovanotti e le sue 120 batterie all’esterno dell’Ariston che hanno ridato la chiave dello spettacolo ad una prima serata molto ingessata e monodirezionale.

Nel tran tran veloce dei tempi di scaletta ci hanno rimesso i poveri Scotti e Clerici, ridotti a comparse o valletti della serata. Che cosa hanno regalato al festival? Niente. Se non quattro battute e qualche paiettes. Peccato. Occasione sprecata per due professionisti che sicuramente non devono dimostrare più nulla dopo 40 anni di tv alle spalle. Si spalleggiano entrambi tirando arco e frecce sui loro programmi gemelli: “The voice Senior” in partenza venerdì prossimo e “Io canto Senior” appena terminato su Canale 5 : “so già il vincitore” acclama Scotti, “mi sa che devi guardartelo a casa “ risponde tirata la Clerici. Piccole scaramucce per gli addetti ai lavori.

Ma Attenzione a Scotti: impeccabile padrone di casa, disinvolto e carismatico, ironico e divertente, ma rallentato dal freno a mano tirato da Conti. Fa strano vederlo sotto il logo di Rai 1 in alto a sinistra, ma sarebbe perfetto per il futuro del Festival di Sanremo. Chissà.

Carattere tradizionale del direttore artistico anche sulla scelta delle canzoni con il divieto di portare testi dalle problematiche sociali come la guerra. E qui salutiamo ancora Amadeus…

Al termine delle esibizioni, sono stati annunciati i primi cinque artisti più votati, in ordine casuale, senza specificare le posizioni esatte:

  • Brunori Sas con “L’albero delle noci”
  • Giorgia con “La cura per me”
  • Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”
  • Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola”
  • Achille Lauro con “Incoscienti giovani”

Questa classifica parziale è stata determinata esclusivamente dai voti della Giuria della Sala Stampa, TV e Web. Nelle serate successive, anche il pubblico tramite Televoto e la Giuria delle Radio influenzeranno la classifica finale.

Dal punto di vista degli ascolti, la prima serata ha registrato un grande successo: una media di 12.600.000 spettatori e il 65,3% di share, considerando sia la visione televisiva che quella digitale su RaiPlay.

Con l’ansia della prima serata ormai superata, le prossime serate potrebbero offrire uno spettacolo più dinamico, con maggiore spazio ai co-conduttori e agli ospiti. L’auspicio è che il Festival trovi un equilibrio tra efficienza e spettacolarità, magari con qualche imprevisto che, come la storia insegna, può rendere l’evento ancora più memorabile.