#Salini mercoledì 8 in Vigilanza #Rai. Al centro della discussione l’attuazione della nuova policy e la pubblicità

Confermata la convocazione da parte della Commissione di Vigilanza Rai. Alberto Barachini, esponente di Forza Italia e presidente della bicamerale di Palazzo San Macuto, ha confermato l’invito all’ad di Viale Mazzini, che proprio mercoledì prossimo siederà nel palazzo romano, alle ore 20:00, per essere ascoltato.

Da parte della Commissione sarebbe già stata fatta pervenire a Fabrizio Salini la richiesta di trasmettere al più presto le linee guida della normativa approvata dal cda Rai nella seduta dello scorso 17 giugno. Ciò che temono i commissari, anche alla luce di quanto trapelato nel pomeriggio di venerdì, grazie all’AdnKronos, circa il contenuto specifico della nuova policy, è che sia stato trovato dall’amministratore delegato un abile mezzo per aggirare, attraverso il voto di cinque consiglieri su sette, le direttive che impongono regole molto stringenti circa i rapporti fra gli agenti e i propri assistiti.

Nelle scorse ore si sarebbe tenuto un incontro fra gli agenti dei presentatori e alcune delle maggiori case di produzione che collaborano con il servizio pubblico, dalla Stand By Me al gruppo Endemol – Banijay, passando per Ballandi, Fremantle e la più piccola Pesci Combattenti di Cristiana Mastropietro. In tale riunione sono emerse tutte le perplessità e i dubbi riguardo a un’applicazione molto rigida e scrupolosa del nuovo regolamento, che impedirebbe la partecipazione di più del 30% di artisti, rappresentati dallo stesso “procuratore”, come si direbbe in gergo calcistico, all’interno di una stessa trasmissione.

Sono diversi i titoli attualmente in onda che si troverebbero in seria difficoltà con questa limitazione: tutti gli ostacoli andrebbero quindi sciolti nel giro di pochi giorni dal momento che alla presentazione dei palinsesti, prevista per giovedì 16 luglio, manca sempre meno tempo.

E se il tempo sembra correre sempre più rapidamente anche in vista di settembre, la Vigilanza Rai vuol fare sì che le nuove disposizioni vengano attuate subito, senza alcun tipo di esitazione e senza alcun tipo di escamotage o deroga, che dir si voglia. La risoluzione parlamentare è stata già approvata dalla Commissione nella scorsa legislatura, esattamente nel 2017, ed è quello che un’attivissimo commissario come Michele Anzaldi di Italia Viva ha messo in luce in alcune dichiarazioni:

Se il testo anticipato ai media delle policy sui conflitti di interessi di conduttori e agenti in Rai rispondesse al vero, saremmo di fronte ad un gravissimo schiaffo al Parlamento, all’arroganza senza fine di questi vertici Rai che si permettono addirittura di derogare ad un preciso atto parlamentare, votato all’unanimità da ben due legislature e la cui applicazione è stata sollecitata persino dall’Agcom. I presidenti delle Camere Fico e Casellati valutino come intervenire per tutelare le Camere e l’Agcom richiami il servizio pubblico ai suoi doveri. Quando mai un’azienda pubblica può decidere di annullare, a maggioranza, una risoluzione parlamentare? […] Ed è ancora più inaccettabile che l’applicazione del regolamento, seppur derogabile, sia comunque rinviato ai palinsesti del prossimo anno. Ovvero 4 anni dopo l’approvazione in Parlamento. E’ evidente che la situazione in Rai è fuori totalmente controllo, a Viale Mazzini si assiste ad un delirio di onnipotenza con i soldi degli italiani, usati per garantirsi privilegi e rendite di posizione. […]  Ora l’amministratore delegato Salini e il Cda si permettono addirittura di decidere loro se e quando applicare un preciso ordine parlamentare, dopo che per 3 anni la Rai ha fatto ostruzionismo in ogni modo. […]”

Parole che risuonano come un durissimo attacco nei confronti del quarto piano di Viale Mazzini: ricordiamo che Anzaldi nelle settimane scorse ha anche sposato la proposta di Giorgio Mulè (FI) di abolire la pubblicità dai canali Rai. Il tema degli spazi pubblicitari all’interno dei canali pubblici e degli sconti che vengono applicati sui prezzi di listino dovrebbe essere anch’esso al centro di quella che si annuncia come una burrascosa audizione da parte della commissione, che con la propria iniziativa e i propri esponenti sembra volere esercitare sempre più uno stretto controllo sull’azienda pubblica.

Fra gli altri punti toccati dovrebbero essere richiesti chiarimenti circa il Piano Industriale, al momento bloccato fino al 2021, che avrebbe previsto l’entrata in vigore delle direzioni orizzontale per genere, dall’Intrattenimento Prime Time, che sarebbe dovuto essere appannaggio di Stefano Coletta, attuale direttore di Rai 1, a quella Documentari, l’unica già entrata in funzione, con al proprio vertice Duilio Giammaria, che ha già realizzato un primo appuntamento con “Senza Respiro”, andato in onda lo scorso 11 giugno in prima serata su Rai 2. Pressing poi da parte dei commissari per la realizzazione di una canale sulla scuola, voluto fortemente dal Parlamento.