#RosannaLambertucci: “Sono entrata in #Rai da raccomandata, ma da quel giorno non mi ha più aiutata nessuno”

Dalla radio al video grazie a Luciano Rispoli e a Pippo Baudo, Rosanna Lambertucci ripercorre la sua carriera e la sua vita privata prima in un faccia a faccia a IO e TE, il programma pomeridiano condotto da Pierluigi Diaco, poi in un’intervista al Corriere. L’autrice e conduttrice per ben 17 edizioni di “Più sani e più belli” si racconta anche lasciandosi andare alla commozione ricordando gli anni del suo esordio e dell’apice della sua storia televisiva assai intrecciata con quella personale.

“Sono una che può dire quello che vuole: una Rosanna Lambertucci oggi farebbe ancora più ascolto di una volta” sentenzia la giornalista durante la chiacchierata con Diaco che ci tiene ad elogiare la sua competenza.

Sia a “IO e TE” che al Corriere, oltre alle sue vicende lavorative, ha raccontato delle sue difficoltà ad avere dei figli che l’hanno portata ad affrontare molti ricoveri e dunque a frequentare l’ambiente ospedaliero, a conoscere a fondo la solitudine che si prova in ospedale, a comprendere quanto sia importante il rapporto medico-paziente e l’empatia che si deve sviluppare tra le persone.

“Da lì è nato il mio lavoro. Capivo bene i più deboli. Cosa che tutti i medici con cui ho lavorato hanno sempre apprezzato. Ho conosciuto Christiaan Barnard, Umberto Veronesi mi ha fatto dediche bellissime nei suoi libri, con Rita Levi Montalcini parlavamo di Alzheimer quando nessuno ancora ne discuteva. Luciano Rispoli mi affidò subito un programma sulla salute del bambino. Nessuno ci avrebbe scommesso una lira, e invece andò molto bene. Il pubblico mi adorava: mi riteneva chiara e affidabile, una che lasciava parlare gli specialisti senza intromettersi”

Senza ipocrisia però ammette di essere entrata in RAI grazie ad una raccomandazione, ma di non aver ricevuto più, da quel momento in poi, nessun altro aiuto:

“Il direttore dell’epoca era Ettore Bernabei e il mio patrigno era capo della procura di Roma e conosceva il mio desiderio di lavorare in RAI, di realizzarmi fuori dalla protezione familiare. Non avrei mai pensato di andare in video ma conoscevo degli amici che lavoravano in RAI, l’ambiente era allegro. Un altro direttore Germano Bodo riguardo il mio programma disse che il rapporto costi-audience era eccellente. Era una Rai in cui a vincere erano la qualità e la professionalità

Il rapporto con la Rai però cambio nel momento in cui la conduttrice decise di stare accanto al suo primo marito Alberto Amodei nel momento della sua malattia. La Lambertucci rinunciò anche ad un programma nella fascia mattutina per stare vicino all’uomo al quale era ancora legata da un sentimento di immensa tenerezza:

“Ci legava un grandissimo affetto. Ricordo il giorno in cui, non sentendolo da un po’, andai a casa sua e lo trovai immobile nel letto. Con l’aiuto di un cameriere lo portammo in ospedale, il professor Giulio Maira lo operò al cervello ma dopo un paio di anni morì. Furono anni dolorosissimi. E, alla fine, avrei avuto bisogno di lavorare. Non solo e non tanto per i soldi: mi avrebbe aiutato psicologicamente“.

Ma quello che la deluse fu la risposta di Mamma Rai: “Io conosco bene l’azienda, so che ci sono dinamiche particolari, però io sono una che ancora oggi viene fermata per strada perché mi riconoscono, perché vorrebbero che si riprendesse la trasmissione. E non menziono nemmeno le sponsorizzazioni che ho portato in Rai”.

Al Corriere la Lambertucci ha parlato anche di altre offerte che le erano state fatte ma che lei rifiutò:

«Di offerte ne ho ricevute tante. Una volta Gianni Boncompagni mi offrì un programma tutto mio a Mediaset, un guadagno da favola. Ma mi sono detta: di più belle di me ce ne sono a bizzeffe, io ho una unicità che è quella di occuparmi di benessere. No, non accetto, resto dove sono, voglio crescere qui e non mi sono pentita perché il mio posto era ed è quello. Ho una laurea in giurisprudenza, vengo da una famiglia di giuristi e industriali. Avrei potuto fare altro, ma ho scelto una cosa precisa. E ancora oggi penso di aver fatto la scelta giusta“.