Rita Dalla Chiesa a cheTVfa: “Ho rifiutato di fare la concorrente a L’Isola dei Famosi. Oggi però non elemosino una trasmissione: ho già avuto i miei successi”

Dopo una nottata trascorsa sveglia fino alle 4:00, per terminare il libro che sta scrivendo per la Rai su suo babbo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, in occasione del centenario dalla nascita, che ricorre il prossimo 27 settembre, e reduce dalla sua seconda stagione di Italia Sì, Rita Dalla Chiesa si racconta a tutto tondo in una lunga conversazione.

Partiamo dal caso Giletti: non le pare che ci sia stata una scarsa solidarietà nei confronti di Massimo Giletti di fronte alle minacce e alle intimidazioni ricevute da parte di Filippo Graviano, che si trova in carcere, al 41bis, per le stragi del ’92 e ’93? Se si fosse trattato di un altro collega ci sarebbe stata una reazione analoga o di maggior sostegno, secondo lei?

«Sono sicura al mille per mille che se si fosse trattato di un altro giornalista si sarebbe mobilitata l’Italia intera della stampa, dai giornali alla televisione. E invece siccome si parla di Massimo Giletti, che per certi versi è un uomo scomodo per le cose che dice, in pochissimi l’hanno supportato. Io credo che sia importante fare squadra quando si sentono dire cose così forti – che non erano campate in aria – (Quell’uomo… di Giletti e quel… di Di Matteo stanno scassando la minchia”, queste le parole utilizzate dal boss mafioso, ndr)  e quando un giornalista porta avanti sulla propria rete una battaglia che in qualche modo lo mette a rischio. Credo che Massimo abbia anche sofferto di questa solitudine che gli si è palesata davanti, quando si è accorto che il pubblico lo seguiva, mentre gli addetti ai lavori storcevano la bocca o facevano finta di non vedere. Bisogna chiedersi quindi perché ciò sia avvenuto e io l’ho fatto. La prima risposta che mi sono data è stata l’invidia, perché lui era riuscito lì dove altri non avevano ottenuto i risultati sperati. Ho pensato anche a una forma di snobismo intellettuale, che eventualmente sarebbe meglio esprimere su altri fronti. L’unica cosa di cui sono certa è che Massimo avrebbe meritata sicuramente una maggior vicinanza da parte dei suoi colleghi.»

Forse gli ombrelloni hanno fornito una motivazione in più per poter far finta di non vedere quello che stava avvenendo.

«Diciamo che in questa estate ci immaginavamo maggiore vicinanza e comprensione, dopo i durissimi mesi vissuti durante il picco dell’emergenza sanitaria. Mi pare invece che si stiano esacerbando conflitti e che questi mesi estivi ci stiano portando sempre meno a mettere nei panni delle altre persone: un’estate nervosa e non pacificatrice, come quella che ci saremmo augurati.»

A proposito di questo le volevo chiedere quale sia la sua opinione riguardo le parole usate dal tenore Andrea Bocelli, che ha affermato: “Io conosco un sacco di gente e, grazie a Dio, nessuno che fosse finito anche in terapia intensiva. E allora tutta questa gravità… E poi, prendendo le distanza da qualsiasi parte politica, c’è stato un momento in cui mi sono sentito umiliato e offeso, sentendomi privato della libertà di uscire di casa, senza crimine alcuno.” (l’artista ha poi chiesto scusa nel caso qualcuno si fosse sentito offeso in seguito a queste sue parole, ndr)

«Non giudico Bocelli, ma giudico me e dico : “Brava Rita!”. Io non mi sono sentita umiliata: ho sentito di fare il mio dovere di cittadina, anche perché io ho avuto un’amica che è stata duramente colpita dal corona virus, ovvero Marina Fiordaliso. L’ha avuto lei, le è mancata la mamma e il babbo, che ha 91 anni, fortunatamente è tornato a casa. Ho avuto anche altre persone vicino a me che l’hanno avuto, quindi non era un’invenzione. Io poi soffro di claustrofobia, ma non mi devo sentire umiliata a rimanere a casa quando tutto il Paese è nella stessa condizione ed è soprattutto il Paese stesso che lo richiede.»

In questi mesi così complicati, com’è stato continuare a lavorare con Italia sì? Avete anche raddoppiato a giugno per andare a sostituire al  mattino Eleonora Daniele, che era diventata da poco mamma.

«Ho vissuto l’impegno di Italia Sì come una persona che è abituata a fare televisione da 35 anni, che è abituata a cambiare in corsa determinati aspetti. Non era facile entrare in studio: a via Teulada il sabato pomeriggio eravamo solo noi a lavorare, mentre per il giornaliero eravamo a Saxa Rubra, dove c’era molta più gente, noi entravamo e c’era la squadra di UnoMattina. Siamo stati però sempre molto ligi perché è stupido rischiare per non mettere la mascherina. Io ormai c’è l’ho sempre con me, tant’è che mia figlia mi ha chiesto: “Mamma, la mascherina anche in macchina?”.»

Marco Liorni sabato ha rilasciato a IlGiornale.it alcune dichiarazioni riguardo la prossima stagione affermando che “nella nuova edizione però, in sintonia con i tempi più seri, anche i contenuti saranno meno leggeri”. Non pensa che il pubblico abbia anche il diritto di concedersi una risata?

«Credo che le sue parole siano state mal interpretate: in questi ultimi mesi abbiamo affrontato diverse storie, molte legate al Covid, quindi è difficile che siano state storie leggere. Ritengo però che il sabato pomeriggio le persone abbaino anche bisogno di sorridere: quest’anno abbiamo per esempio ospitato le selezioni di Sanremo Giovani. C’è stata quindi la musica, abbiamo giocato, ci siamo divertiti e lo abbiamo fatto con il pubblico, che vuole prima di tutto sincerità, naturalezza e genuinità. Il pubblico non vuole gente impostata, vuole trovarsi a casa insieme a chi fa la televisione. Marco crede che saprà, come sempre, alternare gli argomenti e raggiungere una giusta amalgama.»

Liorni però non si è limitato a queste dichiarazioni e ha aggiunto: “E invece di tre o quattro commentatori ne avremo una decina”.  Pensa che l’esigenza di allargare il cast possa anche nascere anche dalla policy sugli agenti che prevede che non ci sia più del 30% di assistiti di uno stesso agente nel cast della trasmissione? (Al momento la quota di assistiti di Presta ammonta al 60% con Marco Liorni, Rita Dalla Chiesa ed Elena Santarelli che fanno parte dell’Arcobaleno Tre) Non si rischia che per evitare un monopolio aumentino i costi delle produzioni per andare ad allargare i cast e ridurre la propria quota di assistiti? 

«Conosco benissimo tutta la questione. Le scelte spetteranno a Marco, è lui il conduttore. Io francamente preferisco rimanere fuori da qualsiasi decisione. Riguardo alla norma in sé, penso che Lucio (Presta, ndr), insieme a Caschetto, sia uno degli agenti più importanti nel mondo della televisione e credo che sia normale che abbiano in mano moltissimi artisti. È giusto che non ci sia monopolio, perché il monopolio non mi piace in qualunque settore, però se tu sei una persona che ha la maggior parte degli artisti in una trasmissione, piuttosto che in un’altra, vuol dire che sei bravo.»

Anche perché un caso già ci sarebbe ed è quello di Quelli che il calcio, dove al momento dei cinque componenti del cast annunciato, tutti appartengono all’ITC2000 di Beppe Caschetto. È quindi immaginabile che in quel caso venga concessa una deroga, anche se l’ad Salini ha assicurato che sarà rilasciata solo per “trasmissioni essenziali per il servizio pubblico”. 

Tornando alle possibili new entry, le fa piacere che ci siano degli ingressi a settembre o teme che questi possano minare l’equilibrio che si è costruito fra voi quattro?

«Io mi sono trovata molto bene con il cast di questi due anni. Elena (Santarelli, ndr) è una donna con un suo vissuto, che malgrado quell’aria da fashion blogger, ha molte cose da insegnare. È poi di una simpatia straripante. Quando i camerini erano ancora aperti e ci potevamo truccare insieme mi ha fatto fare delle risate e io le dicevo: “Elena, ma come fai? Sei una comica nata!”. Io credo che dovrebbe essere sfruttata anche per queste doti: è una bella ragazza, pensante e soprattutto comica. Mauro (Coruzzi, ndr) è il mio amore: noi, scherzando, diciamo che siamo fidanzati da lontano, io a Roma e lui a Milano. Con lui ho trovato al mio fianco una persona di grande profondità e sensibilità. Avevamo lavorato insieme in una trasmissione di Maria De Filippi (Il Ballo delle Debutanti, condotto nel 2008 da Rita Dalla Chiesa su Canale 5 e prodotto dalla Fascino PGT, ndr) e lì lui era nei panni di Platinette: con quella veste deve esagerare, stabordare, fa parte del personaggio. Come Mauro Coruzzi invece ho scoperto delle fragilità che me lo hanno reso immediatamente caro. Quando lui era con noi a Roma, a livello della trasmissione, era un persona su cui ci si poteva appoggiare. Appena però usciva fuori da lui Platinette, gli davo una gomitata e il povero Mauro si zittiva. E poi abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Manuel Bortuzzo. Lui, inizialmente spaesato e probabilmente intimorito dalle telecamere, perché il suo ambiente naturale è l’acqua, ha rappresentato un valore aggiunto per tutti e tre, perché ha cercato di trasmettere anche a noi la filosofia di vita con cui ha risposto un atto di violenza tale che avrebbe potuto legittimare in lui una cattiveria e una rabbia verso il mondo intero. Io non ho mai visto invece un ragazzo che sorride sempre come lui. Ci sono stati dei momenti in cui l’ho visto sofferente nel raccontare e nel ricordare ciò che gli è successo, ma grazie anche all’affetto dei suoi cari, e in particolare di suo padre Franco, che non lo molla un secondo ed è sempre con lui, non si è mai fermato, tant’è che anche adesso continua ad allenarsi otto ore in piscina. Manuel non vuole neanche sentirselo dire che ha coraggio, forza; è schivo in queste cose, anche perché per lui è normale essere così. Ecco, la normalità della sua vita cambiata mi ha commossa profondamente.»

Cosa pensa invece del ritorno di Antonella Clerici nel mezzogiorno di Rai 1? Quando lei dieci anni fa tornò a La Prova del Cuoco dopo la maternità la ringraziò perché disse che sapeva che lei attendeva il suo ritorno. Nel 2015, alla vigilia del suo ritorno alla conduzione con La Posta del Cuore, trasmissione estiva in cui lei affiancava Fabrizio Frizzi, disse che la Clerici era stata fra i pochi personaggi del mondo della televisione, insieme a Mara Venier, ad esserle rimasti vicini dopo la dipartita da Forum. A lasciare quella fascia però è Elisa Isoardi, della quale era stata ospite, almeno in una occasione, nella sua prima stagione al timone del cooking show “da titolare”…

«Mi dispiacerebbe se la Isoardi dovesse pagare una sua vicinanza, legata a un ex, ovvero Matteo Salvini, alla politica, perché questa secondo me non dovrebbe mai entrare nelle scelte delle Rai. Diciamo che le stanze della politica andrebbero poco frequentate e bisognerebbe invece frequentare con maggior costanza le scuole per imparare a parlare o per muoversi davanti alla telecamera. Io sono contenta del ritorno di Antonella ed ero stata quella che, anche qualche ora prima che lei andasse a firmare per lasciare la Prova del Cuoco, incontrandola qua sotto casa con Maelle, le dissi: “Antonella non mollare perché guarda quello che è successo a me: lasci una cosa e non riesci più a risalire sulla giostra.” Quando lei mi ha detto che però faceva una scelta d’amore, una romantica come me davanti a questo può solo alzare le mani. Lo sapevo però che le sarebbe mancato un impegno quotidiano e soprattutto la televisione. Devo anche ammettere che la vedo serena come non mi capitava da anni: il fatto di stare nella natura, camminare nei boschi, avere vicino un uomo che ti ama, vedere tua figlia che è felice insieme ai suoi cavalli le ha sicuramente giovato. Il mezzogiorno è la sua collocazione principale e quindi credo che la sua scelta sia la migliore: al mezzogiorno c’è sempre stata Antonella Clerici. Mi dispiace per Elisa, ma credo che, nonostante lo sforzo che abbia fatto, sia difficile prendere il posto di qualcuno che è stato tanti anni nelle case degli italiani in un orario come quello. La gente è a casa che cucina, attende i figli che vengano a casa da scuola, è tutto più intimo ed Antonella in questo eccezionale: si presenta in jeans e maglietta, andando controcorrente rispetto a quelle che si presentano in onda tirate a lucido.»

Tornando a una delle ultime sue esperienze lavorative, ovvero Ieri Oggi Italiani, andato in onda nella primavera del 2018, in seconda serata su Rete 4, che ricordo ha di quella esperienza? Alla presentazione disse che le sarebbe piaciuto che fosse il preludio per un ritorno in pianta stabile su Mediaset, anche proprio nella rete diretta da Sebastiano Lombardi. Così però non è avvenuto: ha qualche rammarico?

«Per trent’anni Mediaset è stata casa mia: lì conosco tutti e tutto. Quando Maurizio Costanzo mi ha chiamato per Ieri Oggi Italiani, non potevo che essere felice. L’unica cosa che ci ha penalizzato è la stata la giornata di collocazione: avevamo iniziato andando in onda di lunedì (dopo la prima puntata c’è stato uno stop di una settimana in seguito alla scomparsa di Fabrizio Frizzi, avvenuta nel giorno in cui sarebbe dovuta andare in onda la seconda puntata, ndr) , per poi passare dopo due puntate al martedì. Sono state poi inserite le due puntate zero, registrate con Luisella Costamagna alla conduzione, collocate rispettivamente di mercoledì e venerdì. Io sono tornata in onda martedì primo maggio, per poi concludere con gli ultimi due appuntamenti di mercoledì. A un certo punto non c’è più potuta essere affezione da parte del pubblico, mentre noi sappiamo che questo genere di trasmissioni ha bisogno di fidelizzare il proprio pubblico, che deve prendere l’abitudine di sintonizzarsi per seguire in un determinato giorno quel programma. Se non sai però dove trovarlo, diventa difficile e infatti abbiamo chiuso. È una cosa che mi dispiace perché era una trasmissione che sembrava cucita su di me: io sono una curiosa e nostalgica e quindi parlare anche di quello che ci è successo nel passato, nella storia, nel cinema, nella musica, era proprio nelle mie corde. Voglio comunque ringraziare ancora Maurizio.»

Che cosa rappresenta per lei Maurizio Costanzo? Le piacerebbe tornare a lavorare insieme?

«Io non sarò mai grata abbastanza a Maurizio Costanzo perché è un uomo a cui io devo tantissimo nella mia carriera, soprattutto per avere imparato da lui tanti piccoli accorgimenti per stare in onda. Maurizio è una persona che lascia parlare gli altri: ti fornisce degli input però così intelligenti e precisi che tu non puoi deragliare o sviare nella conversazione. Maurizio credo che sia stato uno dei più grandi giornalisti della televisione italiana, che ha saputo allo stesso tempo essere anche uomo di spettacolo. Per me il Maurizio Costanzo Show era un appuntamento serale fisso, non ne ho perso uno. Con lui lavorerei nuovamente con grande piacere. Mi piacerebbe lavorare anche solamente su un’idea sua: Maurizio è geniale, è uno che non si ferma davanti alla vita ed è uno che non è mai scontato e banale.»

Alcuni considerano Pierluigi Diaco, che lavora con lui come autore al Maurizio Costanzo Show, come suo possibile erede. Alla luce anche delle polemiche che ci sono state nelle scorse settimana circa gli sfoghi avuti davanti alle telecamere nei confronti delle maestranze e degli autori, oltre che per alcuni battibecchi avuti con gli ospiti intervistati, pensa anche lei che possa essere l’erede di Costanzo? Che cosa li accomuna e che cosa gli differenzia?

«Io non ho mai capito queste critiche continue che vengono rivolte a Diaco. Quando riesco seguo IO e TE e ci sono stata anche ospite a inizio giugno. Certo, essere ospite non è la stessa cosa di stare dietro le quinte e quindi non posso sapere cosa accade su quel versante, con autori e tecnici. Diaco, per me, è un bravissimo intervistatore e mi piace perché si butta in avanti con gli ospiti e questo dimostra che vuole ascoltare ascoltare il proprio interlocutore. Poi sicuramente ha avuto degli episodi che hanno fatto parlare, credo però più gli addetti ai lavori che il pubblico dal momento che gli ascolti mi sembrano buoni per quella fascia, considerando anche che è estate e la gente in questo momento ha altri pensieri per la testa. Io Pierluigi lo conosco anche di persona, perché mi è capitato di incontrarlo qualche volta da Mara Venier, che è un’amica comune. Spente le telecamere è una persona normale, come quasi tutti noi: prende la chitarra e si mette a suonare e cantare. La regola che però dovrebbe valere per tutti, e non solo per lui, e che ho visto che è sempre valsa per Marco Liorni, come per Fabrizio Frizzi, per Carlo Conti, per Antonella Clerici, è comunque cercare di rispettare al massimo le persone che lavorano “con” noi e di non considerarle mai persone che lavorano “per” noi. L’uso di queste due diverse preposizioni vuole dire molto. Bisogna rispettare i loro ritmi e i loro lavoro: il rispetto è d’obbligo, se poi ci si mette un po’ d’affetto è il massimo. Io continuo ancora adesso a sentire i tecnici di Forum, il regista. Abbiamo fatto anche una pizzata inisieme… Bisogna creare una famiglia, evitando discrepanze e malumori, perché non fanno bene a loro e neppure a te. Se poi uno è proprio incapace, glielo devi, nel modo giusto, ma glielo devi dire (ride).»

Conclusa l’esperienza di Ieri Oggi Italiani, lei non è è più tornata alla conduzione di un proprio programma. Le manca la conduzione o le piace questo nuovo ruolo da opinionista che le permette di passare da una rete all’altra, da Canale 5 (Mattino Cinque) a Rai 1 (Storie Italiane, La Vita in Diretta), passando per La7 (Non è l’Arena)?

«Sarei bugiarda se non dicessi che mi piacerebbe avere una trasmissione mia, anche solo di un quarto d’ora, una rubrica all’interno di una trasmissione. Ho quattro Telegatti e tanti anni di professione sulle spalle, non credo di essere una sprovveduta. E la cosa che mi fa più piacere è che il pubblico mi ha continuato a seguire con affetto anche dopo aver abbandonato Forum, seppure io ora non abbia una mia trasmissione. Credo che il ruolo dell’opinionista, se fatto con un minimo di dignità, sia un ruolo importante. Bisogna sempre tenersi informati e soprattutto, quando si va in una trasmissione, entrare nel contesto di quella, inserendosi con delle risposte il più possibile sensate. Poi ciò non vuol dire che le tue risposte non possano entrare in contrasto con quelle di un altro, ma ciò non significa neanche che bisogna per forza raggiungere lo scontro. Io detesto chi parla addosso, chi attacca o punta il dito contro: quando mi trovo di fronte a una scena del genere, da telespettatrice, cambio canale. La televisione deve essere prima di tutto educazione e rispetto per le case nelle quali entri.»

Le hanno mai offerto un reality nelle vesti di concorrente?

«Sì, l’Isola dei Famosi. Era la seconda edizione su Mediaset, quella con Simona Ventura. Ricordo infatti che mi avevano detto che c’era anche lei, tentando di convincermi che avremmo potuto fare un bel gioco insieme. Quell’anno lì c’era anche Fiordaliso… Quando mi hanno chiamato, io stavo camminando con il mio cane Pedro, l’ho guardato e ho detto: “Io non ti lascio!”. Chi mi chiamò cercò di convincermi, mi chiamarono addirittura tre volte per spiegarmi che la mia presenza sarebbe potuta essere importante anche per dialogare con i giovani. Non ho potuto però rinunciare ai miei cani e mio nipote, seppure io sia una grande amante del mare, della natura, dell’Isola e non mi spaventi la solitudine.»

Il Grande Fratello Vip lo farebbe come concorrente?

«Non lo so, è sicuramente più comodo. A volte penso: “Come mi piacerebbe stare lì dentro e dire tutto quello che penso ad ognuno di loro”.»

Sarebbe allora adatta come opinionista.

«Quello sì, molto. Sull’ultimo Grande Fratello Vip ne avrei avute molte da dire. Arrivavo a parlare da sola oppure a mandare messaggi al capo progetto, Andrea Palazzo, con il quale siamo amici. Sicuramente però non chiameranno me, me lo sono messa in testa.»

Si sente in questo un po’ esclusa dalla televisione?

«Io non mi sento esclusa perché non ho mai chiesto niente a nessuno, non frequento i salotti importanti, non ho un uomo importante alle spalle. Se qualcuno mi chiama, sono felice di andare, valutando ovviamente l’offerta, ma non vado di certo ad elemosinare una trasmissione. Ho già fatto troppo nella mia vita per andare a chiedere del lavoro a chi non mi cerca. C’è una dignità che non deve essere mai dimenticata. Ho il mio passato, i miei successi, il mio 30, a volte 34%, di quando facevo Forum, ho tante soddisfazioni professionali. Credo che la mia vita sia stata piena di queste cose: se le persone non hanno voglia di puntare un’altra volta su di me, pur conoscendomi, vedendomi e chiamandomi continuamente nelle trasmissioni, allora pazienza, non mi impongo assolutamente io.»

C’è un altra persona che per il momento non sarebbe stata chiamata per la prossima stagione televisiva, ovvero Carlotta Mantovan, moglie del compianto Fabrizio Frizzi, con il quale anche lei, signora Dalla Chiesa, ha avuto in precedenza un matrimonio. Non tornerà infatti a settembre con a Tutta Salute, che fra l’altro cambia nome e ritorna allo storico titolo Elisir, il quale verrà condotto da Michele Mirabella (confermato) e Benedetta Rinaldi (new entry). Le dispiace che la Rai abbia già abbandonata la Mantovan, dopo solo due stagioni?

«Io non so in realtà come siano andate le cose, se sia stata Carlotta a lasciare o la Rai che ha fatto scelte diverse. Non voglio rispondere però io per lei. Ci siamo incontrate due settimane fa, abbiamo parlato tanto, ci siamo raccontate tante cose e posso dire che ci vogliamo bene. La sto seguendo anche su Instagram e la vedo serena, bella: ha bisogno di vivere fra i cavalli, che lei ama follemente, così come l’equitazione. Sono felice per lei e per Stella, che ha proprio la faccia del papà.»