“Risultati deludenti”, l’accordo con DAZN non soddisfa TIM e il management vuole rinegoziare i termini

Sono passati poco più di tre mesi da quando DAZN ha iniziato la sua avventura come principale concessionario dei diritti televisivi legati alla Serie A. Tre mesi nei quali gli appassionati del maggiore campionato italiano hanno sperimentato un importante salto indietro dal punto di vista della qualità. Basti pensare al fatto che fino a poche settimane fa (metà novembre) la piattaforma forniva ai proprio abbonati flussi streaming in diretta ad una risoluzione di 720p (comunemente definita “HD Ready“) ben distante dal Full HD (1080i), arrivato intorno al 20 novembre scorso, e dal 4K di Sky. Innumerevoli poi i disservizi riscontrati, legati prevalentemente al sovraccarico delle reti di distribuzione dei dati (CDN) e rafforzati da una connettività non uniforme sul territorio nazionale.

Una serie di disagi che non hanno giovato al buon nome del portale streaming di DAZN Group, ma nemmeno al partner con il quale era stato siglato un accordo non di poco conto prima dell’inizio della stagione: TIM.

E’ infatti proprio la principale azienda di telefonia fissa e mobile d’Italia ad aver accettato di congiungersi a DAZN nella corsa ai diritti tv per il triennio 2021-2024. Un affaire da 340 milioni di euro annui che però, a quanto si apprende nelle ultime settimane, non sembra convincere più l’operatore telefonico.

Spot in tv, billboard nelle stazioni e per le strade, giornali, riviste, web e social: un battage pubblicitario non indifferente che tuttavia non avrebbe reso quanto sperato. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, dati non ufficiali parlerebbero di un numero di abbonati ai pacchetti calcio TIMVISION compreso tra le 550mila e 700mila unità. Troppo basso se si considera che il target era almeno il doppio.

A inficiare sui risultati economici è anche una consistente percentuale di accessi fraudolenti, quantificati con una percentuale che si aggira intorno al 20% delle visualizzazioni. Un problema non indifferente, cresciuto grazie alla facilità di condivisione delle credenziali di autenticazione ai portali e alla diffusione di siti “pirata”.

Con il fondo americano KKR pronto a formalizzare una proposta per acquistare l’ex Telecom Italia e che ha già chiesto rassicurazioni proprio sul contratto tra l’azienda e DAZN, ora l’accordo, dal valore di un miliardo di euro nel triennio, è finito al vaglio dei piani alti preoccupati dalle importanti perdite che starebbe causando. I vertici, riferisce ANSA, avrebbero bollato come “deludenti” i risultati fin qui raggiunti dalla partnership con la media company segnalando uno “scostamento di qualche centinaio di milioni a livello di ricavi”.

La linea da seguire per l’azienda di telecomunicazioni sembra essere chiara: minimizzare l’impatto economico sui conti della società rivedendo i termini della partnership. In poche parole, chiedere uno sconto sull’importo da pagare a DAZN.

L’alleanza, che aveva come obiettivo non dichiarato quello di svuotare il principale competitor, Sky, attirando abbonati sulla piattaforma TIMVISION che include calcio (DAZN e Mediaset Infinity), intrattenimento, film e serie tv (Discovery+, Netflix e Disney+) sotto un unico abbonamento, non ha ad ora ottenuto i risultati sperati. Le cose sono andate diversamente anche per la pay-tv satellitare che, seppur in difficoltà, non ha sofferto un’emorragia di clienti, calando, secondo i dati riportati dal Corriere, solo da 2.58 a 2.48 milioni di abbonati.