Rai, dal Cdm via libera al “Decreto Fuortes”. Pronta la “Rivoluzione meloniana” con il duo Sergio-Rossi

È stato approvato ieri dal Consiglio dei Ministri – con, va detto, una buona dose di spregiudicatezza – un decreto che introduce il pensionamento a 70 anni dei sovrintendenti dei teatri lirici. Questa norma permetterà di sollevare dal suo incarico l’attuale Sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, Stéphane Lissner, che ha compiuto 70 anni lo scorso gennaio.

L’obiettivo del governo, anche se non dichiarato ufficialmente, è spostare al San Carlo l’attuale Amministratore Delegato della Rai, Carlo Fuortes, per dare il via alla “Rivoluzione meloniana” nella Tv pubblica.

Come spiega il quotidiano La Repubblica, il progetto di Palazzo Chigi prevedrebbe che Fuortes comunichi (con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato, prevista per luglio 2024) il suo passo indietro alla Presidente della Rai Marinella Soldi e al collegio sindacale già lunedì 8 maggio. È però di stamattina la notizia, riportata dal giornalista Marco Antonellis, secondo cui in realtà il decreto approvato ieri stabilirebbe che Lissner decadrà da Sovrintendente del San Carlo non prima del 10 giugno, cosa che comporterebbe il rinvio di tutta l’operazione, a meno che Fuortes non decida di dimettersi comunque anzitempo.

In ogni caso, una volta ottenute le dimissioni di Fuortes, toccherà al Ministro dell’Economia designare il nuovo Ad, e cioè l’attuale direttore di Radio Rai Roberto Sergio. Successivamente, il Cdm procederà alla ratifica e all’ulteriore nomina a direttore generale di Giampaolo Rossi (definito da La Repubblica “l’intellettuale organico a Fratelli d’Italia che da sempre cura i rapporti fra Meloni e il mondo dell’informazione”).

Sarà quindi il duo Sergio-Rossi a dare il via al valzer di nomine per le direzioni dei Telegiornali e dei Generi, con l’obiettivo – come riporta sempre La Repubblica – di “invertire la narrazione e creare un nuovo immaginario di destra attraverso programmi e fiction“.

In particolare, al Tg1 è dato quasi per certo l’arrivo di Gian Marco Chiocci, attuale direttore dell’Adnkronos, amico personale della Premier Meloni e in ottimi rapporti anche con il leader del M5S Giuseppe Conte, che avrebbe infatti dato il suo appoggio alla nomina.

L’attuale direttrice, Monica Maggioni, non rimarrà comunque a mani vuote: a lei dovrebbero infatti andare un programma in seconda serata su Rai1 e il Coordinamento Editoriale dell’offerta informativa, al posto di Giuseppina Paterniti, prossima alla pensione.

Per quanto riguarda le altre caselle, al Tg2 sembra essere in pole Antonio Preziosi, attuale direttore di Rai Parlamento e considerato in quota Forza Italia. Al suo posto, alla testata parlamentare, dovrebbe arrivare Giuseppe Carboni, l’ex direttore del Tg1 vicino ai 5Stelle.

L’attuale direttore del Tg2, Nicola Rao, dovrebbe invece essere spostato al Gr Radio (con Andrea Vianello diretto a RaiSport o a Rai San Marino) oppure alla Direzione Approfondimento, il cui attuale direttore Antonio Di Bella è in procinto di andare in pensione. Per la direzione Approfondimento si fa poi anche il nome di Paolo Corsini, attuale vicedirettore della stessa.

Il Tg3 dovrebbe rimanere in quota “opposizione” con la riconferma di Mario Orfeo (anche se il Pd di Elly Schlein starebbe premendo per sostituirlo con Costanza Crescimbeni, vicedirettrice del Tg1), mentre a RaiNews24 è saldissimo Paolo Petrecca.

La TgR, infine, rimarrà alla Lega, che si prenderà anche la Direzione Intrattenimento Prime Time con la nomina di Marcello Ciannamea, attuale direttore della Distribuzione (la quale, con una vera e propria inversione di ruoli, dovrebbe andare a Stefano Coletta).