Rai Cultura rende omaggio a Luca Serianni, grande linguista e professore, scomparso ieri, giovedì 21 luglio, a Roma, dopo essere stato investito da un’auto.
Stasera, venerdì 22 luglio, e domani, sabato 23 luglio, verranno infatti riproposte, alle 19.15 su Rai5, alcune delle “Lezioni sulla Divina Commedia”, realizzate per la Rai proprio da Serianni.
Protagonisti di queste “Lezioni sulla Divina Commedia” – realizzate da Serianni nella cornice della Biblioteca dei Lincei e Corsiniana di Roma, per il progetto curato da Isabella Donfrancesco, per la regia di Daniela Mazzoli – sono i canti V e XXX dell’Inferno, VI e VIII del Purgatorio, XX e XXIII del Paradiso con l’obiettivo di accostare a canti di grande presa popolare ad altri più complessi, selezionando alcune tra le pagine più suggestive della Commedia.
Sempre oggi, alle 17.50 su Rai Storia, verrà replicata una puntata di “#maestri” in cui Serianni racconta il rapporto tra Patria e Poesia, di come i poeti, ma non solo, hanno cantato l’Italia, da Dante a Pasolini e fino ai cantautori.
Il ricordo di Luca Serianni è affidato anche allo Speciale di RaiCultura.it nel quale vengono sottolineate le tre passioni dominanti del professore: quella per l’insegnamento, quella per la lingua italiana e quella per Dante.
Al di là delle lezioni dantesche, Luca Serianni ha lungamente collaborato con la Rai e con Rai Cultura, per programmi come “Tema”, “Testimoni del tempo”, “Divino Dante” nei quali ha lasciato – come maestro prediletto di intere generazioni di studenti – una forte impronta intellettuale e umana.
Altri contenuti con protagonista il grande linguista sono disponibili su RaiPlay: tra questi la puntata di “Le parole per dirlo” dello scorso 5 giugno.
Radio Techetè, inoltre, rilancerà sulla piattaforma RaiPlay Sound, una delle ultimissime interviste dell’illustre linguista al programma “Viaggio nel tempo, dal passato al futuro”, ideato e condotto da Giacinto De Caro. L’intervista (in due parti), realizzata in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, è stata una delle ultime, rilasciate da Luca Serianni, nella quale il professore racconta il percorso e gli aneddoti meno conosciuti della vita del Sommo Poeta “attraversando” luoghi e personaggi della Divina Commedia, tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Infine, anche Rai Radio3 si unirà al cordoglio e al rimpianto del mondo della cultura italiana, e non solo, per la morte di Luca Serianni. Alcuni tra i suoi allievi più devoti, a lui ispirati, hanno ideato e condotto il programma settimanale “La Lingua Batte” che dal 2013 riflette ogni settimana sull’evoluzione della nostra lingua in tutti i suoi aspetti, senza preclusioni, come lui stesso ha insegnato. Alla sua conduzione si sono succeduti Giuseppe Antonelli, noto linguista e ugualmente grande divulgatore, che l’ha ideata con Cristina Faloci che tuttora la cura insieme a Manuel de Lucia; e poi Giordano Meacci, storico della lingua di formazione divenuto importante scrittore e sceneggiatore. Il programma oggi è guidato con sapienza dallo scrittore Paolo Di Paolo che è stato vicino a Luca Serianni e alla sua cattedra fin dai tempi dell’Università.
Per questo domenica 24 luglio alle 10.45 su Radio3 “La Lingua Batte” gli dedicherà uno speciale con interviste di repertorio e inedite, tra cui l’ultima, registrata a Firenze il 6 luglio scorso, in occasione dell’inaugurazione del Mundi, Museo Nazionale dell’Italiano, a cui Serianni teneva molto e che dovrà d’ora in poi onorare e completare l’impegno della sua realizzazione definitiva secondo i suoi desideri e il suo progetto scientifico. Anche qui, come si evince dall’intervista di Cristina Faloci, emerge come centrale il nodo della divulgazione per un pubblico di non specialisti, oltre ai suoi oggetti prediletti in mostra: il Placito di Capua del 960, primo documento in volgare italiano, la bella copia che l’Accademia della Crusca licenziò in vista della prima edizione del celebre vocabolario, la prima edizione dei Promessi Sposi insieme al ricco e decisivo apparato multimediale pensato in particolare per i più giovani. Il linguista Michele Cortelazzo, ricordando quel giorno, ha dichiarato che durante la visita delle prime due sale le persone e le autorità radunate per l’occasione, come ad esempio il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, pendevano letteralmente dalle sue labbra – in silenzio – mentre illustrava i diversi pezzi raccolti fin qui.