Raffaella Carrà: “Oggi in TV si piange troppo. Vorrei intervistare Ronaldo. E sulla fine del vecchio varietà…”

E’ una Raffaella Carrà a trecentosessanta gradi quella che si è raccontata in una lunga intervista al quotidiano “Il Giornale” a firma Maria Sorbi. Dichiarazioni schiette e sincere tipiche della Raffa Nazionale attraverso le quali ha passato in rassegna successi ed insuccessi della sua straordinaria carriera, spendendo buone parole per l’attuale direttore di Rai 3 Stefano Coletta e per alcune delle conduttrici di oggi, senza risparmiare critiche verso i contenuti del daytime di oggi e rivelando i nomi di nuovi personaggi che le piacerebbe intervistare.

Ecco alcuni passaggi fondamentali della conversazione pubblicata nell’edizione di oggi.

 

Grandi successi e rari insuccessi di una straordinaria carriera.

Sono stata anche fortunata. Però non tutto è andato come avrei voluto, anche nei programmi. Ad esempio con il talent Forte Forte Forte avevo il sogno di scovare una nuova promessa ma è stato un periodo poco fortunato dell’azienda Rai e non è stato capito il programma, ci voleva più tempo perché decollasse. Non avevamo centrato l’ obbiettivo la prima volta, avrei voluto provare la seconda perché la meraviglia di questi ragazzi che hanno voglia di emergere è forte e richiede pazienza. Amici ci ha messo qualche anno a decollare, è stata bravissima Maria a insistere.

 

Il clamoroso successo di «Pronto Raffaella» e i suoi effetti ai limiti dell’assurdo.

Non ce la facevo più, è stato un successo talmente travolgente che i quotidiani scrivevano che ero la Madonna. Davanti a questo mi sono chiesta: ma dove stiamo andando? Mi ricordo come fosse ora. Un uomo mi ha messo davanti il bambino e mi ha detto: lo tocchi perché domani si opera. A quel punto ho pensato fosse arrivato il momento di darsi una calmata. Io sono emiliana, ho i piedi ben piantati per terra. Ho costruito un rapporto straordinario con la gente perché la gente ha voluto che lo fosse.

 

Sergio Japino e Gianni Boncompagni, due geni della tv come compagni di viaggio.

Avere delle persone che prima ti vogliono bene, poi ti stimano e poi ti stimolano a metterti alla prova con cose sempre diverse, è raro. Io sono un mulo, vado spronata.

 

Un giudizio sulle conduttrici della televisione di oggi.

Michelle Hunziker ha un suo stile ben preciso, e fa benissimo. È inutile farsi ciuffi verdi, blu e rosa. Devi essere riconoscibile. Lei è determinata, fa scelte giuste. Idem la De Filippi, è la più grande produttrice che esista in tv, ha talento e gusto per trovare programmi che piacciano. Molto personali anche Simona Ventura, la Venier. Tra le giovani c’è Francesca Fialdini, che condusse La vita in diretta.

 

I contenuti delle trasmissioni della TV del pomeriggio.

Sono tutte storie di uccisioni, morte. Comincia Eleonora Daniele al mattino, e si va avanti nel pomeriggio. Io non dico che non si debba andare in profondità di alcuni fatti e parlarne con opinionisti di livello. Ma bisogna alternare tutto a momenti di leggerezza. Lorella Cuccarini e Alberto Matano sono molto bravi ma se potessero anche alleggerire un po’ le interviste sarebbe meglio. Differenziare, voltare pagina, è ciò che colora il programma.

 

Sul ritorno del varietà vecchia maniera.

Non credo. Basta guardare l’esempio di Fiorello. Preferisce lanciare un mondo nuovo con la nuova tecnologia, che è Raiplay, per non ripetersi. Se un numero uno come lui sceglie una strada nuova, capisci che la strada vecchia non viene più percorsa.

 

L’attuale situazione in Viale Mazzini.

E’ finito il periodo di mamma Rai. Però ci sono personaggi come Stefano Coletta, direttore di Rai tre, che viene da una lunga carriera interna, è a casa sua, sa cosa serve, rischia sempre un po’ ma è nato in quell’azienda e sa come svilupparla. La Rai, si sa, è un mondo più complicato rispetto a una televisione privata.

 

Un giudizio sulla seconda stagione di “A raccontare comincia tu”.

Piace anche a me. All’inizio è stato strano non avere un camerino, lì mi sentivo sicura. Ma è molto bello conoscere le città. E poi è un progetto breve, diverso. Ho seguito sia i consigli di Coletta che quelli di Sergio. Io avevo dubbi sull’intervista di due ore con un personaggio. Mi dicevano: vedrai che verrà bello. Studio un sacco prima delle interviste. In due ore inoltre ho scoperto che posso entrare nell’intimo, nelle pieghe della persona. Quando finisco, scrivo subito la parte finale, a caldo, perché devo sentire quello che mi sono portata via e onestamente sono tutte persone che hanno lavorato, si sono preparate tutta la vita. Sarà vero che lo spettacolo non ti dà la laurea in medicina, è vero che non salvi vite, ma ha un suo perché. Non si inventa.

 

Nuovi personaggi da intervistare.

Io e il mio staff pensiamo a dei personaggi. Poi però bisogna giustamente passare dal direttore di rete e sapere se gli piacciono. Lui dice sempre di si perché vuole personaggi irraggiungibili, quelli che non parlano tanto. Tipo Roberto Benigni, che però mi ha detto no, sostenendo che già avevamo fatto una cosa storica in tv. In realtà non aveva voglia di raccontarsi. Ha scelto così. Io lo capisco, anche a me chiamano la ‘signora dei no’. Comunque, mi piacerebbe molto intervistare Cristiano Ronaldo. A livello contrattuale credo sia impossibile anche per Rai Uno. Se riesci ad arrivarci in modo amichevole è un’altra cosa. Ho visto che ha dato un paio di interviste molto belle in Inghilterra. Umanamente è molto ricco e mi incuriosisce. Tra i giovani mi piacerebbe parlare con Ultimo. Quest’estate l’ho visto in una piccola intervista. Poi ho saputo che ha fatto un concerto con Venditti all’Olimpico. Questo ragazzo… di Tor Bella Monaca… Ecco, mi piacerebbe andare a passeggio per Tor Bella Monaca con Ultimo. Mi piace questa differenza di generazioni.

 

Un nuovo Sanremo?

No, assolutamente. Basta. Mi sono detta: Sanremo è da uomini, la farà Amadeus e andrà benissimo, è il suo. È preparatissimo e fa tv con la mano sinistra. Lo farà diverso da Baglioni, ma lo farà a modo suo, bellissimo.