#Portello, si complica e sfuma per il momento il trasferimento dei centri di produzioni milanesi #Rai

Sembrava cosa fatta e invece, complice l’emergenza sanitaria, lo spostamento di Rai Lombardia nell’area del Portello di Milano sembra saltare. Fino a qualche mese fa la Fondazione Fiera, proprietaria dei padiglioni della ex Fiera, doveva ospitare sei nuovi studi televisivi, ma, a quanto risulta al Sole 24 Ore, l’ospedale realizzato nell’area in piena emergenza Covid, con 221 postazioni di terapia intensiva, rimarrà aperto ben oltre il 2022.

Come riporta Andrea Biondi, la Regione Lombardia ha recentemente stanziato per questo ulteriori 7 milioni di euro, che si aggiungono ai 21 già spesi, e così il progetto della nuova Rai di Milano, intenzionata a riorganizzare studi, laboratori e uffici nel solo quartiere del Portello, con il trasferimento da Corso Sempione e Via Mecenate sfuma ancora, senza certezze su modi e tempi.

I sindacati però non ci stanno: “Il problema non solo non è stato risolto, ma diventa sempre più grave, poiché presso il centro di produzione di via Mecenate, le cui condizioni di fatiscenza e inadeguatezza non sono certo migliorate, è già scaduto da tempo (e rinnovato provvisoriamente) il contratto di affitto» afferma infatti in una nota Francesco Aufieri, segretario Slc Cgil, che prosegue poi invocando chiarezza e attenzione da parte delle autorità locali e di Viale Mazzini, circa la questione.

Chiediamo alle istituzioni locali quale sia la sorte dell’ospedale costruito al Portello e nel caso lo stesso venga mantenuto chiediamo alla Rai di individuare immediatamente un nuovo insediamento per il nuovo centro di produzione che ora dovrà però avere tempistiche molto più rapide.”

L’appello non dovrebbe essere caduto nel vuoto e, da quanto riportato sempre dal quotidiano diretto da Fabio Tamburini, il cda dell’azienda pubblica dovrebbe occuparsi del trasferimento dei centri di produzione milanesi nella data del 21 luglio. L’ultima seduta, quella di lunedì scorso, in cui sono stati approvati i palinsesti, ha permesso solamente di accennare il delicato tema: le acque a Roma sono ancora troppo agitate dalla risoluzione sugli agenti, che si teme possa andare a mutare il quadro di programmi e volti, a cui è stato dato l’ok nei giorni scorsi.

Solo quando saranno completamente lasciati alle spalle gli ultimi detriti della tempesta, si potrà procedere con calma e lucidità per cercare di scorgere i possibili scenari per la “questione milanese”.