Reduce dal successo de “La grande opera”, in cui racconta le principali opere teatrali in diretta dall’Arena di Verona, Pippo Baudo si appresta ad affrontare, con il suo immancabile entusiasmo, i nuovi impegni professionali, tra cui una trasmissione, in onda su Rai 3, volta a ripercorrere le varie edizioni del Festival di Sanremo in vista della 72esima edizione.
In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il decano dei conduttori ha spiegato come “questo nuovo progetto di spiegare l’Italia attraverso i festival mi sembra bellissimo: racconterò la storia del costume. Cambiano le canzoni mentre mentre cambiava il Paese”.
Non nasconde, insomma, la gioia per questo suo significativo ritorno sul piccolo schermo: “Ho sempre voglia di tornare in televisione, quando passa la voglia sei finito. Oggi sono entusiasta, certo valuto con grande attenzione le proposte che mi fanno. Ma stare nel circo mi piace”.
Tra le varie dichiarazioni, Pippo Baudo non ha fatto mancare qualche consiglio alla “sua” Rai, ed in particolare ai nuovi vertici appena insediatisi a Viale Mazzini: “Che si esalti il concetto di servizio pubblico. Sono legato alla Rai, ci ho passato la vita. Per me servizio pubblico deve voler dire qualità, solo così si può vincere”. E’ questo l’augurio di Baudo per la TV di Stato, non nascondendo, però, qualche rammarico: “Che per un bel po’ hanno fatto prodotti di natura commerciale, come se fosse la tv delle televendite. Poi bisognava recuperare l’orgoglio del servizio pubblico, mantenere intatta quella dimensione. Ci vuole equilibrio.”
Tra i vari generi, il più difficile da innovare è “sempre il varietà”, sostiene. “Sono bolle di sapone. Dare consistenza alle bolle è una sfida. La leggerezza intelligente è un’arte, devi cambiare senza tradire il pubblico. Io cambiavo: Tutti a casa, Partita doppia, Il castello, Luna park, Serata d’onore, un palmares ricco, magari imperfetto. Mi stufavo di rifare lo stesso programma, ero il primo ad annoiarmi. Ho sempre cambiato anche il festival, stile, facce, il modo di confezionare il prodotto. Una bella soddisfazione”.
Spazio, infine, a parole di apprezzamento nei confronti di Amadeus, riconfermato alla guida della kermesse: “Voglio bene ad Amadeus. Quando lo hanno chiamato la prima volta è venuto a chiedere consigli. Gliel’ho detto subito: ‘Fallo assolutamente’. Ha fatto due bei festival, ora è a quota tre, chissà se arriverà al tredicesimo, come il sottoscritto. Il primo nel 1968, l’ultimo nel 2008”.