#PieroChiambretti torna con #TikiTaka: “Il calcio? È l’oppio dei popoli. Prenderò spunto da Vianello”

Piero Chiambretti torna a parlare di sé e del nuovo progetto televisivo con un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Nei nuovi palinsesti televisivi di Mediaset, lasciata la conduzione di CR4 – La Repubblica delle donne, l’eclettico conduttore tv sarà a capo del contenitore sportivo di Italia 1 del lunedì sera, Tiki Taka.

A questo proposito Chiambretti afferma di star studiando un modo alternativo per far entrare il chiambrettismo all’interno del mondo del calcio:

“Io ho la licenza di scherzare sul calcio, ma lo farò con la dovuta attenzione, entrando non a gamba tesa, ma in punta di piedi. Anche per essere più alto.”

Il mondo dello sport potrà continuare a servirsi di un programma che parla di calcio, ma che non si esaurisce nei semplici temi trattati dalle altre trasmissioni.  L’idea è quella di rivoluzionare il banco di opinionisti standard che si potrebbero trovare anche in altri programmi calcistici.

 “La mia intenzione è quella di avere una panchina lunga, qualche ospite fisso e un parco di opinioni, facce e storie molto più largo per poter dare un significato diverso a ogni puntata.”

Anche sul fronte femminile, il nuovo conduttore di Tiki Taka afferma di voler scardinare un po’ le regole:

Non ci sarà una co-conduttrice da sgabello con cartellina e cosce incorporate.”

La nuova versione vedrà la rotazione di più donne che vengono dal mondo del calcio o che abbiano avuto a che fare con questo sport. Un nuovo modo, per Chiambretti, di dare movimento a temi e situazioni che potrebbero, diversamente, rimanere statici.

Dichiaratamente tifoso del Torino, Chiambretti sembra essere il primo conduttore che professa da subito la propria fede calcistica. La sua squadra – afferma – “non fa male”, riferendosi alle modeste vittorie durante il campionato. Nella vasta lista dei suoi predecessori, Chiambretti guarda con ammirazione alla figura di Raimondo Vianello quando con il suo “Pressing”, negli anni ’90, riuscì a portare quella comicità semplice che conquistò anche i più seriosi amanti del calcio.

Lui (Vianello, nrd) è stato un monumento della tv italiana, un grande maestro, un signore assoluto.”

Difficile, però, per il nuovo conduttore, riproporre quella sottile ironia che oggi non verrebbe compresa in un mondo del calcio troppo permaloso. Questo, per Chiambretti, è diventato l’oppio dei popoli: uno dei motivi per cui è stato lo sport che ha riportato tutti alla quasi normalità nel post-lockdown.

Guardando alle nuove sfide della televisione generalista, Piero Chiambretti afferma di non vedere più il piccolo schermo come un comunicatore di massa, ma come luogo all’interno del quale si riunisce un numero di telespettatori ben preciso e targettizzato.

Tutti hanno un pubblico mirato mentre qualche anno fa era più trasversale: oggi ogni programma ha uno zoccolo duro che se non tradisci ci sarà sempre. È come un club: prendi la tessera, entri, ti siedi ed eventualmente puoi anche dormire.

A questo proposito, il futuro di Italia 1, definita da sempre come la rete dei giovani, per Chiambretti si sostanzierebbe nella ricostruzione di un asilo di telespettatori che possano crescere insieme all’interno.

A seguito della devastante emergenza sanitaria che ha visto, oltre alla propria positività al Covid-19, anche la prematura scomparsa della madre, Chiambretti si dice ancora incerto e spiazzato nel riprendere le redini della conduzione televisiva.

La mia intenzione, uscito dall’ospedale dopo aver contratto il virus, era tagliare con un passato che mi portava alla mente cose che non volevo ricordare.” 

Un periodo che ha annientato le forze del conduttore, ma che, a distanza di qualche mese, gli ha permesso di vedere la situazione da un altro punto di vista:

In quella morte c’è la mia vita, è come se mi avesse fatto nascere due volte.”