#PaoloBonolis grande protagonista durante la quarantena tra #CiaoDarwin, #AvantiUnAltro e Youtube

È tempo di riflessioni per Paolo Bonolis che alla partenza della fase tre post-lockdown, in un’intervista di quest’oggi rilasciata a La Stampa, si dice pronto alla ripartenza, senza però sfociare nella retorica del buonismo a tutti i costi.

Il senso d’ironia, insieme all’irrefrenabile voglia di fare, non hanno fermato il conduttore romano nemmeno durante la pandemia. Ha continuato a parlare da solo, come indica il suo ultimo libro autobiografico edito da Rizzoli nel 2019, e a fare progetti che spera un giorno possano trovare luce nei meandri dei palinsesti televisivi.

Durante la chiusura si è, inevitabilmente, concesso tempo per sé e per i figli, con cui dice di aver imparato a giocare a Fifa 2020 ed essere diventato cultore delle regole dello stesso gioco.

Ma di essere stato coinvolto anche nell’innovativo format medico lanciato dalla moglie, Sonia Bruganelli, su YouTube. Un programma progettato per la Rete che Bonolis interpreta come un nuovo “Senso della Vita“, in cui si parla di eutanasia, vaccinazioni e mastoplastica additive. Argomenti che si pongono su una linea di confine etica in cui il protagonista e principale relatore è il primario della divisione di chirurgia plastica dell’Istituto dei tumori Regina Elena di Roma, Roy De Vita.

Durante il periodo di chiusura totale Mediaset ha deciso di mandare in onda le repliche dei suoi due programmi più seguiti, Avanti un altro e Ciao Darwin, che stanno continuando a ottenere un grandissimo successo. “Dato che mandano le stagioni a ritroso, si assiste a questo fenomeno buffo che ringiovanisce ogni giorno un po’ […]. Di questo passo arriveranno le repliche di Bim Bum Bam e – se ci fosse – del filmino della mia nascita” – conclude ironizzando il conduttore.

Infine, circa i possibili cambiamenti che il virus ci porterà a vivere nei prossimi mesi, Bonolis si dice controcorrente: non crede possa cambiare nulla. “La natura umana è particolarmente ostinata nel suo modo di essere. […] Non credo ci sarà moralizzazione o miglioramento finita la pandemia. Penso che la gran parte l’abbia vissuta solo come una gran rottura“.