Nomine Rai, continua la bagarre: dopo il CdA, tocca alle reti e ai TG. Andrea Sassano in pole per Rai 1

Si va sempre più delineando il profilo della nuova Rai targata Mario Draghi: sono stati infatti nominati ieri in CdA, dopo le indicazioni del governo, Marinella Soldi – ex CEO di Discovery – per la carica di Presidente, e Carlo Fuortes – manager ed economista – per quella di Amministratore Delegato. I due succedono rispettivamente a Marcello Foa e Fabrizio Salini, in carica dal 2018.

La nuova Presidente entrerà però nel pieno delle sue funzioni solo dopo l’approvazione da parte dei due terzi dei componenti della Commissione Parlamentare di Vigilanza, che dovrebbe avvenire nella giornata di mercoledì. Per quell’occasione non si prevedono sorprese: tutti i componenti dovrebbero infatti votare a favore di Marinella Soldi, compresi quelli leghisti, nonostante i malumori dei loro alleati di Forza Italia, i quali alla Soldi preferirebbero Simona Agnes, figlia di Biagio Agnes, storico giornalista e Direttore Generale della Rai, e già eletta Consigliera del CdA.

Superato questo passaggio, si aprirà presto la partita per le nomine dei direttori di rete e TG. Anzi, a dire la verità, manovre in questo senso sono già in corso come rivelato oggi dalle pagine di Repubblica.

Il primo obiettivo è indubbiamente il Tg1, ora diretto da Giuseppe Carboni, considerato vicino al Movimento 5Stelle. Secondo le prime indiscrezioni, alla poltrona del primo telegiornale italiano punta l’attuale direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano (considerato vicino a Salvini), che in passato, al Tg1, ha ricoperto il ruolo di vicedirettore.  E’ molto difficile, però, che Centrosinistra e 5Stelle accettino una sua promozione.

In alternativa ci sarebbe Antonio Di Bella, ex direttore del Tg3, di Rai3, di RaiNews24 e attualmente corrispondente dagli USA, il quale godrebbe di un consenso trasversale. Ma al Tg1 ambiscono anche due donne: Monica Maggioni, ex Presidente Rai e attuale conduttrice su Rai 1 del programma di approfondimento di seconda serata SetteStorie, che sembrerebbe avere ottimi rapporti con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, e Simona Sala, attuale direttrice del Gr Rai e di RaiRadio1, su cui però ci sarebbe un veto da parte della Lega.

Dalla scelta del direttore del Tg1 dipenderanno poi tutte le altre nomine: l’attuale direzione del Tg2 che scadrà ad ottobre, Tg3, RaiNews24 e Radio1, lecui  rispettive direzioni di Mario Orfeo, Andrea Vianello e Simona Sala scadranno a fine 2022, ma soprattutto quelle per le direzioni delle reti generaliste, tra cui spicca ovviamente quella di Rai 1.

A questo proposito, il Pd si schiera a favore dell’attuale direttore Stefano Coletta, mentre la Lega vorrebbe promuovere Marcello Ciannamea, attuale direttore del “Coordinamento Palinsesti”.

Ma il Pd punta soprattutto a riprendersi Rai 3, ora diretta da Franco Di Mare, considerato vicino ai 5Stelle. La soluzione, quindi, potrebbe essere un ritorno a Rai 3 di Coletta che ha già diretto Rai3 dal 2017 al 2020. Per Rai 1 si sceglierebbe un’altra figura, più trasversale rispetto a quella di Ciannamea. In questo senso, uno dei nomi più accreditati sarebbe quello di Andrea Sassano, ora a capo delle “Risorse Artistiche”, a meno che i 5Stelle non pretendano la direzione di una Rete -magari la stessa ammiraglia -, come compensazione della perdita di Tg1 e/o Rai3.

In ogni caso, come Matteo Salvini ha promesso ad una Giorgia Meloni furiosa per essere stata esclusa dalle nomine dei componenti del CdA e ad un passo dallo strappo con gli alleati di centrodestra, la vicenda Rai si dovrebbe chiudere “con la soddisfazione di tutti, ci sarà spazio per tutti, tutti avranno voce“.

Certo, sarebbe molto meglio se la politica stesse completamente fuori dalla Rai, ma questa è un’altra storia…