#Mediaset e #Discovery dentro #Media4Europe? Forse… Riaperte anche le trattative con #Vivendi

Da oltreoceano c’é chi guarda (con interesse) verso Cologno Monzese. Il colosso dell’industria televisiva Discovery, in base a quanto riporta Il Sole 24 Ore, sarebbe interessato ad un progetto di fusione con Mediaset nell’ambito delle attività europee del gruppo.

Per capire meglio di cosa si tratta facciamo un passo indietro. Siamo nel 2019 e Mediaset decide di investire in Prosiebensat entrando al 9,6% nella società (partecipazione poi salita al 24,9%). Il tutto nell’ambito del progetto Media4Europe che era stato lanciato da poco tempo.

Nello stesso periodo Discovery decide di investire in Europa. Un mercato strategico per fronteggiare i colossi dell’intrattenimento come Disney +, Netflix o Amazon Prime Video. E per farlo sceglie proprio la Germania, più precisamente Prosiebensat. Nel giugno 2019 nasce così la joint venture Joyn, un servizio streaming basato sulla piattaforma tecnologica globale Sonic di Discovery e alimentato da contenuti americani e della media company tedesca.

Ad attirare l’attenzione degli americani sul progetto Media4Europe sarebbe stata proprio la partecipazione di Mediaset nella società tedesca. Lo scopo? Far confluire sotto la holding olandese MFE tutte le attività europee del gruppo americano. Una prospettiva allettante e sicuramente non di poco conto.

Da qui la proposta di una fusione avanzata alle famiglie Malone, a capo di Discovery, e Berlusconi dalla banca d’affari statunitense Raine. Nome in codice: Amerigo.

Ma per Mediaset, le cose non sono state così facili nell’ultimo periodo. Il progetto MFE, società sotto la quale confluirebbero le attività spagnole di Mediaset Espana e italiane di Mediaset, ha subito più battute d’arresto consecutive, l’ultima delle quali proprio a inizio settembre, quando la Corte Europea ha dato ragione alla società francese capeggiata da Vincent Bollorè definendo “contraria al diritto dell’Unione” la legge che impediva la scalata azionaria di Vivendì nel Biscione di Cologno. Poi ci si è messo pure il nuovo Coronavirus.

Ad oggi l’ipotesi rimane in standby, non solo per l’emergenza sanitaria che ha duramente colpito il settore, ma anche per altri motivi, tra cui alcune questioni sugli asset e sul controllo della holding olandese.

Nel frattempo, dopo le ultime vicissitudini giuridiche, Mediaset e Vivendì hanno ripreso a dialogare al fine di trovare un accordo che soddisfi entrambe le parti e si possa così passare alla creazione di un piano industriale condiviso per quella che, nelle aspettative, dovrebbe diventare uno dei broadcaster più importanti del vecchio continente. Di tempo sembra essercene poco però.

I grandi player dei servizi streaming offrono contenuti su misura per gli abbonati e il numero crescente di cliente rischia di mettere in ginocchio i broadcaster tradizionali. Secondo alcuni analisti l’intenzione di Vivendì e Mediaset sarebbe quella di creare un canale FTA (Free To Air, come lo è TV8 per Sky) utilizzando lo stesso principio. Un canale un po’ gratuito, un po’ a pagamento che potrebbe ricalcare il modello del francese Canal+, di cui Vivendì è editore.

Tutte le discussioni ovviamente sono praticamente top-secret e nulla è ancora certo. Soprattutto sul progetto Amerigo, che potrebbe scontrarsi anche con l’Antitrust vistà l’importanza di Mediaset e Discovery nell’attuale panorama televisivo (solo in Italia, se unite, gestirebbero 28 canali, 15 Mediaset e 13 Discovery Italia, contro i 13 della Rai).