Dopo l’ispettore Coliandro e Rocco Schiavone, arriva su Rai 2 un nuovo personaggio tratto da romanzi gialli di successo. La penna è quella di Massimo Carlotto dalla quale è nato Marco Buratti, detto l’Alligatore. Protagonista dell’omonima fiction in partenza domani sera, mercoledì 25 novembre, è Matteo Martari, che il grande pubblico ha già apprezzato in serie di successo come Bella da morire, Un passo dal cielo, I Medici e I Bastardi di Pizzofalcone.
In questa nuova serie dai toni hard-boiled in versione mediterranea, che si inserisce perfettamente nel lavoro di sperimentazione sui linguaggi seriali per la seconda rete, interpreta un ex cantante di blues condannato ingiustamente a sette anni di reclusione. Quando esce dal carcere, dopo aver scontato la pena, cerca di riprendersi la sua vita e aiutare gli altri ad avere quella giustizia che lui non ha avuto. Una sorta di detective privato, insomma.
Intervistato, tra gli altri, da TV Sorrisi e Canzoni e dal magazine del Corriere iO Donna, l’attore trentaseienne veronese ha tratteggiato un ritratto di questo suo nuovo personaggio borderline, definendolo come “un uomo tormentato, né buono, né cattivo, mi è sempre piaciuto. È vittima di un’ingiustizia, e cerca giustizia per gli altri. Ha patito il carcere per non tradire il suo amico, ha perso anche l’amore”.
Calarsi in questo personaggio così distante da lui non è stato affatto semplice: “l’ho preparato studiando a fondo. La produzione ci ha affittato un teatro e abbiamo provato tutti i giorni, con il cast, a tempo pieno come se dovessimo andare in scena. Tutti i personaggi della serie sono sfaccettati, hanno tante letture. Andavano compresi bene, serviva tempo. Il regista Daniele Vicari ci ha guidati in questo viaggio, è stata una fortuna”.
Un tratto che accomuna Matteo Martari e l’Alligatore però c’è, ed è la cadenza veneta: “mi ha messo in una situazione comoda. Il veneto è la mia lingua madre e ogni volta mi emoziona. Mi è venuto naturale parlare così. Sul resto però ho dovuto lavorare tanto. La camminata per esempio…”.
Al suo primo ruolo da protagonista, l’attore confessa di sentirsi “un po’ in ansia”, soprattutto perché “i fan di Massimo Carlotto sono pronti a giudicarmi”. A questo proposito, Martari conosceva già lo scrittore: “è veneto come me e ha un vissuto particolare, ma non i suoi romanzi. Quando il mio agente mi ha chiamato per dirmi che sarei stato L’Alligatore, sono corso in libreria e ho comprato tutti i suoi libri, anche quelli che non c’entravano niente con il personaggio che avrei dovuto interpretare”.
“Martari è il vero Alligatore, il più giusto”. Non ha dubbi Massimo Carlotto, intervistato oggi da Repubblica. E se lo dice lui che ha immaginato il personaggio letterario, c’è da credergli: “riflette esattamente lo spirito dei romanzi”.
Il percorso dalle pagine dei libri alla TV è però stato “tormentato. Il libro è passato di produttore in produttore per anni, è stato persino opzionato dalla tv scozzese. Poi è arrivato Domenico Procacci con Fandango che ha realizzato il progetto con RaiFiction. E’ la prima serie hard boiler, una vera scommessa. Ma grazie a registi e attori straordinari, secondo me lascerà il segno”. Proprio per questo motivo, la speranza manifestata sia da Martari che da Carlotto, è quella di realizzarne anche una seconda stagione.