“Quando è arrivata la chiamata sapevo di che cosa si trattava. E la tentazione di dire no, da persona cresciuta all’estero, in aziende dalla forte impronta multinazionale, era forte. Poi ti dici che è il momento di ridare qualcosa al Paese. E che si deve essere orgogliosi se qualcuno ha pensato a te” esordisce così la presidente della Rai Marinella Soldi, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ad un mese dall’approvazione del nuovo programma organizzativo della Rai.
Tra gli obiettivi principali vi è senza dubbio quello di riuscire a far ritornare la Rai ad essere quell’azienda capace di parlare a tutto il Paese, accompagnandolo nella sua evoluzione. “La Rai è tuttora considerata un riferimento: il pubblico dà un giudizio molto positivo, 8,35 su 10, sulla capacità della programmazione Rai di fornire elementi di conoscenza e valutazione sul presente, apprezza del servizio pubblico la rappresentazione plurale della realtà” afferma Marinella Soldi, che sottolinea inoltre come ogni giorno si raggiungano 30 milioni di italiani, 20 milioni gli utenti registrati su Rai Play e 10 milioni di telespettatori con i grandi eventi, da Sanremo allo sport.
L’obiettivo di rendere la Rai protagonista della trasformazione digitale ed ecologica del Paese, potrebbe essere un cambiamento che spaventa, ma come afferma la presidente, bisogna avere visione, coraggio e pazienza. “Dobbiamo rendere appetibili e disponibili i nostri contenuti lì dove sono gli utenti – afferma inoltre – Tv e radio restano centrali ma in fruizione tendenzialmente sempre meno lineare, senza un palinsesto prestabilito, sempre di più su Smart tv. Sette milioni e mezzo di italiani guardano la tv tradizionale su internet, in aumento del 25% nell’ultimo anno”.
Un piano per il futuro che prevede una maggiore flessibilità, in quanto la Rai rimane comunque un’azienda che non può dimenticarsi il confronto con il mercato. “C’è bisogno di un cambio di atteggiamento, di cultura, di competenze. E bisogna anche scegliere bene su quali dati prendere poi decisioni: non crogiolarsi nelle celebrazioni di ciò che è stato”.
Sul confronto con gli altri paesi europei invece afferma che i servizi pubblici europei sono alle prese con gli stessi problemi, ma sono più avanti. “La maggior parte, ha già avviato un processo di cambiamento profondo. La trasformazione in servizio multimediale digitale e multipiattaforma non è rinviabile In questo ambito in azienda già si trovano eccellenze: RaiPlay, che sta riuscendo a conquistare i 15-24enni, ormai rappresentano quasi un quarto — il 23% — del suo pubblico. Oppure il Crits di Torino — il più grande centro di Ricerca e sviluppo in Europa dopo la Bbc!” continua così Marinella Soldi.
La Presidente della Rai inoltre, sulla questione relativa alla chiusura di alcuni tg regionali notturni, ha risposto: “Cambiare non è facile per nessuno. L’editore della Rai, per legge, è il Parlamento, tramite la Commissione di vigilanza per l’indirizzo e controllo. L’attenzione della politica sulle sue vicende è costante. Ma non si deve temere un ridimensionamento dell’informazione territoriale”, e aggiunge come Roma sia troppo centrale negli equilibri di potere dell’azienda, e dunque la soluzione sarebbe quella di decentralizzare per poter capire meglio dove va il mondo ed il mercato.
E sulle critiche per le nomine, Marinella Soldi dichiara: “Con le ultime nomine abbiamo portato al vertice dell’informazione ottimi professionisti, tra cui tre donne. La questione femminile per me è questione di merito, più che di genere […] la Rai dunque può fare moltissimo per la parità di genere, con la sua programmazione e nella gestione aziendale. Se vogliamo essere rilevanti, inclusivi, sostenibili e credibili, dobbiamo iniziare a esserlo al nostro interno” conclude infine la presidente Rai.