#MariaDeFilippi racconta la sua TV: “Dopo 20 anni sono in grado di valutare come ho lavorato, sia che abbia vinto o perso”

Maria De Filippi, o meglio Queen Mary, la sanguinaria della tv, si racconta oggi in un’interessante intervista rilasciata al Corriere della sera. Parla in assoluta libertà dei suoi programmi, delle sue scelte, di ascolti, di passato e presente.

La De Filippi è la goleador della televisione italiana e di Mediaset soprattutto, in onda 6 giorni su 7 con diverse produzioni. Autrice, conduttrice e produttrice dei suoi programmi, gli unici in casa Mediaset a regalare ascolti veramente importanti. Programmi che appaiono inscalfibili nonostante tutti abbiamo alle spalle svariati anni di messa in onda. C’è chi la ama e chi la critica, chi la loda oltremisura e chi la snobba. Chi le riconosce grandi meriti e intelligenza ma al tempo stesso critica parte dei suoi programmi. Ma la conduttrice li ama e li difende tutti, perché ognuno le regala un’emozione diversa:

Amici è quello che mi dà soddisfazione, Tú sí que vales leggerezza e spensieratezza, Uomini e donne divertimento con gli amori di Gemma a 70 anni. C’è posta invece è quello che mi appassiona di più, perché la scelta delle storie è mia, perché mi misuro con quello che non conosco, con l’imprevisto di chi arriva ad aprire o meno la busta. Chi fa tv fa mediazione tra quello che succede in studio e quello che arriva a casa: C’è posta consente a chi lo conduce di non rimanere imbrigliato. Per questo preferisco il pomeridiano di Amici piuttosto che il serale, perché non mi sento ingabbiata in un meccanismo di gara dove il televoto padroneggia e se la mia attenzione di conduzione dura più tempo su un ragazzo che balla piuttosto che canta rischio di condizionare il risultato”.

Proprio Amici quest’anno festeggia venti anni, un programma che ha attraversato un ventennio denso di cambiamenti nelle mode, nella musica, negli stili di vita dei ragazzi protagonisti:

“Era nato come esperimento, la prima edizione si presentarono in pochi, l’anno dopo i ragazzi erano 30mila. Pian piano è diventato sempre più talent, sono arrivate le case discografiche che prima non lo consideravano, si sono aperte le porte di Sanremo che prima erano sempre state chiuse, hanno cominciato a frequentarlo i cantanti che prima lo snobbavano. All’inizio i ragazzi erano tutti interpreti mentre ora sono tutti diventati cantautori, YouTube prima e TikTok poi hanno offerto loro la piattaforma dove potersi autoprodurre. La recitazione invece è stata una scommessa che ho perso perché in tv non si riusciva a renderla come volevo”.

In questa ventesima edizione, partita con grande successo da circa un mese, diverse novità sono state introdotte: via le sfide a squadre e dentro due volti amati della tv, Lorella Cuccarini e Arisa, e poi, di necessità virtù; per via delle restrizioni Covid quest’ anno è molto più enfatizzata la parte reality, con i ragazzi chiusi in casetta già dall’inizio e sempre ripresi dalle telecamere:

“L’anno scorso ad Amici c’era la gara tra squadre, un meccanismo che stimolava la competizione tra i ragazzi che sicuramente appartiene più al serale che al pomeridiano. Io stessa mi annoiavo un po’ e ho deciso di cambiare inserendo un meccanismo che si basa sull’individualità dei ragazzi, un meccanismo molto più aderente alla realtà del mercato discografico che coinvolge radio, produttori, registi di videoclip e a breve un direttore di compagnie di danza. La differenza vera è che non puoi fare copia-incolla sulle persone, le storie di vita non sono mai uguali, le vicende personali tirano sempre fuori qualcosa di diverso. I programmi li fanno le persone, così non c’è mai routine”. 

Su Lorella Cuccarini ne rivendica la scelta, al netto delle polemiche politiche che hanno coinvolto la showgirl negli ultimi tempi, reputandola prima di tutto una collega, non solo una prof di danza. Io penso che quelle prese di posizione siano state frutto di ingenuità che hanno dato luogo a equivoci. Per me quello che è successo deve rimanere fuori dal programma. L’ho sentita realmente interessata al progetto, è appassionata ma severa e rigorosa con i ragazzi: non premia mai chi non lavora come si deve”.

Arisa, invece, arriva a fare la prof di canto ma lei, anni fa, aveva aspirato al banco di Amici, venendo scartata perché ritenuta poco telegenica, un grande rimorso per la De Filippi. “La telegenia è la più grande scemenza d’Italia, non ho mai lavorato guardando un monitor: se chi conduce guarda come viene in tv deve cambiare mestiere. E non mi sembra che la telegenia appartenga ai più grandi conduttori del mondo, come Letterman o Oprah Winfrey: loro piuttosto hanno superato la prova intelligenza”.

Ad appassionare telespettatori e addetti ai lavori sul mondo De Filippi sono inevitabilmente anche gli ascolti e quella inevitabile sfida del sabato sera che anima le domeniche mattina:

“La vivo come una collocazione di palinsesto. Il dato Auditel del giorno dopo è il risultato del mio lavoro, non del lavoro altrui. Sono in grado dopo 20 anni di televisione di valutare indipendentemente dal fatto che abbia vinto o perso come ho lavorato. A volte si perde anche facendo un bel lavoro, a volte si vince anche non facendolo e a volte la vittoria coincide con il buon lavoro. Dopo 20 anni di tv sono in grado di valutare i competitor della serata, se il target di pubblico è lo stesso e si dividerà; se il pubblico è diverso e non si dividerà e a seconda di questo cambia la valutazione del risultato”.

Difficile immaginare la sanguinaria lontana dalla sua casa Mediaset seppure qualche avvicinamento da parte della Rai c’era stato, anche se solo per una serata evento, contro la violenza sulle donne, insieme alle amiche Ferilli e Mannoia, serata prevista per il 25 novembre e poi saltare, ma, forse, non del tutto svanita. «È solo stata rinviata, se tutto va come si spera si farà a marzo in occasione della festa della donna, per parlare di femminicidio ma anche in positivo di celebrazione della donna».