Lingo, un programma già visto che non c’entra niente con La7

“È un gioco che va in onda nel mondo da più di 30 anni, è un successo in 17 paesi”. Così  Caterina Balivo ha aperto ieri, lunedì 12 settembre, la prima puntata di “Lingo – Parole in gioco”, il “nuovo” quiz del preserale di La7, per poi chiedersi “vogliamo essere proprio noi l’eccezione?”.

Ebbene, a questa domanda oggi si può dare una risposta, purtroppo negativa: sì, noi siamo l’eccezione. Eh sì, perché la prima puntata ha registrato un misero 1,1% di share con solamente 138.000 telespettatori.

Si potrà pensare che era solo la prima puntata di un programma nuovo. Ma non è esattamente così.

“Lingo”, infatti, non è assolutamente un gioco nuovo, nemmeno per l’Italia. Questo perché il format –  una sfida tra quattro coppie sull’uso delle parole e della linguistica italiana –  è già andato in onda, con lo stesso titolo, nella stagione televisiva 1992-1993 su Canale 5 con la conduzione di Tiberio Timperi ed è poi tornato, questa volta però con il titolo “Una Parola di troppo”, nel 2021 su Rai2 con la conduzione di Giancarlo Magalli.

Quest’ultima versione, in particolare, non è stata un successo, tanto da spingere Rai2 a chiudere il programma già a dicembre (ricordiamo che era partito a novembre ed era stata inizialmente prevista una nuova serie in primavera, che appunto non è mai stata realizzata).

Perché, quindi, riproporre dopo solo pochi mesi una trasmissione chiusa per flop? E, tra l’altro, su una rete in cui non c’entra nulla? Eh sì perché su La7, rete vocata quasi esclusivamente a programmi di approfondimento politico, un quiz come “Lingo” è proprio fuori luogo. Si potrà obiettare dicendo che a volte sperimentare è giusto e necessario: vero, ma bisogna sempre farlo nel rispetto dell’identità della rete in questione (su La7 forse avrebbe avuto più senso provare a fare un gioco legato all’attualità, alla politica o alla storia).

Per non parlare del fatto che il programma di Caterina Balivo va in onda in una fascia complicatissima, quella dominata dai preserali delle ammiraglie Rai e Mediaset, e cioè Reazione a catena” (a cui, dal 31 ottobre, seguirà “L’eredità”) – incentrato anch’esso sulla lingua italiana – e “Caduta Libera” (a cui più avanti seguirà “Avanti un altro”), ma anche dai TgR su Rai3.

Detto ciò, va comunque riconosciuto che il format è carino ed è un buon modo per imparare qualcosa di nuovo sulla nostra bellissima lingua. In questo senso ottima la presenza in studio di Simone Tempia, scrittore ed “esperto di parole” (questo è infatti il suo ruolo nel programma).

I giochi, tralasciando qualche differenza nei loro nomi, sono sostanzialmente uguali a quelli visti in “Una parola di troppo”. Anche la grafica e il logo sono pressoché identici. E questa mancanza di novità nel meccanismo del gioco certamente non aiuta.

Bello invece lo studio, nonostante non sia grandissimo.

Per quanto riguarda la conduzione, Caterina Balivo se l’è cavata bene, nonostante – come lei stessa ha ricordato – fosse la sua prima volta alla conduzione di un quiz. È infatti apparsa decisamente sciolta e a suo agio, tanto da essersi permessa anche battute e sketch (come quello iniziale in cui indossava i baffi per ricordare il fatto che la conduzione dei quiz e game show nella tv italiana è praticamente appannaggio di soli uomini).

La conduttrice è apparsa a suo agio in particolare nell’interagire con i concorrenti e nel raccontare o chiedere informazioni legate alla loro vita. Passaggio, questo, in cui si è vista tutta la sua esperienza passata in programmi di interviste e storie, come “Festa italiana” o “Vieni da me”.

Gli unici momenti in cui è sembrata forse poco “naturale” sono stati quelli delle spiegazioni del regolamento dei giochi, passaggi più “istituzionali” e legati alla lettura del gobbo.

In conclusione, “Lingo” è qualcosa di già visto che difficilmente riuscirà ad imporsi nella difficile fascia preserale, anche tenendo conto del fatto che a breve, con le elezioni politiche, il palinsesto di La7 vedrà il ritorno delle maratone di Enrico Mentana, già previste nei pomeriggi – fino alle 20.00 – del 23 e del 26 settembre (oltre che nella notte del 25). Queste ultime, vista la situazione di incertezza che potrebbe crearsi dopo il voto, potrebbero poi protrarsi anche nei giorni seguenti, impedendo quindi al gioco della Balivo di “fidelizzare”.  A questo proposito è lecito augurarsi che la rete, se punta veramente sul prodotto, tenti in qualche modo di garantirne la “stabilità” in palinsesto, almeno fino a dicembre. Ma si sa, su La7 l’informazione in diretta ha sempre (giustamente) la precedenza…  E allora torniamo al punto di partenza: che c’entra “Lingo” con La7?