L’ad Rai Fabrizio Salini ai saluti: “Ho portato in Rai più cultura e documentari. Un rimpianto? Checco Zalone”

E’ arrivato il momento dell’atteso cambio di guardia a Viale Mazzini. Le attuali figure di rilievo dei vertici Rai si apprestano ad abbandonare le proprie poltrone: tra questi rientra Fabrizio Salini, amministratore delegato, alla cui successione è già pronto Carlo Fuortes.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ormai ex Ad si è dichiarato soddisfatto della sua esperienza: “Ho l’esigenza di esprimere soddisfazione rispetto a questi tre anni. Ho parlato poco, ho preferito lavorare. Il mio obiettivo era il rinnovamento, la sperimentazione, la costruzione di linguaggi e di generi. Ho portato in Rai più cultura, più documentari. Ho puntato sull’offerta digitale, RaiPlay, su cui c’era tanto scetticismo. Prodotti e personaggi nuovi non sono mancati e abbiamo rinnovato il daytime di RaiUno“. 

Dopo aver constatato la forte sperimentazione fatta durante il 2020 tra cultura, didattica a distanza e programmi per i più giovani, spazio ad una riflessione sul Festival di Sanremo 2021, considerata una scommessa vinta: “Faceva parte di un percorso per mettere al centro musica e giovani. La vittoria dei Maneskin, anche all’Eurovision, premia il lavoro di Amadeus e Fiorello. Tre anni fa nessuno ci avrebbe creduto”.

Tracciando un bilancio finale, Salini ha affermato: “Alcune cose si potevano fare meglio. Ma la Rai oggi è più solida e pronta a affrontare i prossimi anni. Ho qualche rimpianto, ma abbiamo aperto la Rai: lavorano più case di produzione, più talenti, più registi”.

E non nasconde infine un suo desiderio, ormai tramutato in rimpianto, su un personaggio che avrebbe voluto in Rai: Checco Zalone: un personaggio davvero unico”.