La sfida vinta di Alberto Matano: “La Vita in Diretta è cambiata e la verità ha pagato. Ora voglio spettinarla un po’ di più”

È da poco terminata una stagione particolarmente entusiasmante de “La Vita in Diretta”, sia sul fronte ascolti, sia per la struttura del programma, riuscita a ritrovare un perfetto equilibrio con il giusto mix tra cronaca, attualità e costume.

Il merito di questo successo è anche e soprattutto del padrone di casa, Alberto Matano, che in un’intervista rilasciata a “Repubblica” non nasconde la propria soddisfazione, dichiarando: “Mi considero una specie di capostazione. I nostri inviati sono i treni ad alta velocità che transitano nella stazione, lo studio”. 

Difficile dimenticare la forte emozione provata nei giorni scorsi in seguito al ritrovamento del piccolo Nicola: Giuseppe Di Tommaso era in Toscana per il caso del piccolo Nicola, ed è successa una cosa misteriosa: ha ritrovato il bambino. Non dimenticherò mai la telefonata di Giuseppe, quello che è successo rivaluta il lavoro degli inviati, la fatica. In tempi di smart working ha ribadito quanto sia importante stare sul campo, con gli occhi e il cuore. Il miracolo, lo definisco così, del ritrovamento di Nicola è stato una ricompensa”. 

Un appuntamento quotidiano come La Vita in Diretta è stato indubbiamente faticoso da realizzare e da portare avanti, soprattutto a causa della pandemia: “L’impegno è totalizzante” spiega il giornalista “tutti i giorni ci riuniamo su Zoom alle 9.30 poi ci ritroviamo all’ora di pranzo. Gli inviati hanno fatto un lavoro pazzesco: la verità ha pagato. Il pubblico si emoziona perché per primi non nascondiamo le emozioni. La vita in diretta è cambiata, oggi il programma è essenziale: gli inviati spiegano sul posto cosa succede. Quindi penso di andare avanti così, le storie sono protagoniste assolute”.

E dopo aver ricordato positivamente la sua esperienza al Tg1, considerata come come una grande scuola, Matano ha anticipato qualcosa sul segmento Pop del programma, in vista della ripartenza fissata per il 14 settembre: “L’obiettivo è spettinarla un po’ di più, per renderla graffiante e divisiva, perché no. Mi piacerebbe scegliere un tema per discutere: quando ci si confronta non siamo tutti d’accordo, ed è giusto così”.