La Rai di Fuortes fa i conti con i tagli al budget: cancellato Liberi tutti, a rischio Canzone Segreta?

Due notizie inaspettate sono arrivate nei giorni scorsi. La prima, riportata in anteprima da TV Blog, riguarda la cancellazione di “Liberi tutti”, il nuovo programma che, come annunciato alla presentazione dei Palinsesti Rai dello scorso 22 giugno, avrebbe dovuto andare in onda da metà novembre il giovedì in prima serata su Rai 2 con la conduzione di Pino Insegno, tornato sulla seconda rete lo scorso anno con il programma di seconda serata Voice Anatomy.

L’idea di base della trasmissione, che sarebbe stata una delle poche novità del palinsesto autunnale, avrebbe dovuto essere quella dell’escape room, cioè il classico gioco in cui alcuni concorrenti – nello specifico 6 vip suddivisi in due squadre – rinchiusi in un luogo devono trovare una via di fuga attraverso la risoluzione di alcuni giochi ed enigmi. 

La seconda notizia inaspettata riguarda un’altra possibile cancellazione, quella della seconda stagione di “Canzone Segreta”. Lo show delle sorprese e delle emozioni di Rai 1, ispirato ad un format francese, condotto da Serena Rossi e andato in onda tra marzo e aprile scorsi, stando a quanto riporta il settimanale Oggi, potrebbe non avere una nuova edizione. Questa sembrava essere confermata, nonostante gli ascolti non proprio esaltanti della prima stagione e addirittura alcune indiscrezioni che avevano parlato di un possibile abbandono della conduzione da parte di Serena Rossi a causa di varie critiche a lei rivolte riguardo il suo modo di condurre.

Leggendo queste due notizie è lecito chiedersi quali siano i motivi di questi tagli. E la risposta è semplice: secondo quanto riportano le fonti sopra citate, la ragione di entrambe le cancellazioni sarebbe la mancanza di un budget sufficiente.

Mancanza di budget che quasi sicuramente deriva dai tagli che il neo Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes ha apportato in particolare alle 3 reti generaliste. A Rai 1, ad esempio, sono stati tagliati 825.000 euro. Tagli, questi, che, secondo quanto spiegato dallo stesso Fuortes, sono stati resi necessari dai 300 milioni di euro di indebitamento prodotti negli ultimi tre anni: “Le perdite della Rai non vengono ripianate dallo Stato, rimangono tutte in azienda. In tre, quattro anni se si continuava con questa dinamica si portavano i libri in tribunale (…) Non presenterò mai un budget previsionale in perdita”, ha infatti dichiarato durante la sua prima audizione in Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai.

Parlando di Fuortes, però, non possiamo dimenticare ciò che lui stesso aveva dichiarato in proposito neanche un mese fa sempre in occasione della sua audizione in Commissione di Vigilanza: “I tagli fatti in Rai sono degli efficientamenti e non incidono sulla qualità dei prodotti, non avranno alcun effetto sui palinsesti, però servono a riportare in pareggio i conti”, e ancora “un taglio come questo può essere assolutamente supportato senza minimamente ridurre la qualità“. Non solo: il manager aveva anche espressamente sottolineato che i direttori di rete “non hanno modificato in nulla il palinsesto”.

Dichiarazione, quest’ultima, che le notizie che vi abbiamo riportato in precedenza smentiscono categoricamente. E allora come si giustifica questa evidente contraddizione? Come si spiegano le suddette cancellazioni?

Per rispondere a queste domande, tralasciando l’ipotesi che Fuortes abbia deliberatamente mentito (cosa che minerebbe profondamente la sua credibilità), si potrebbe affermare che, forse, i tagli dei due programmi sono stati decisi in seguito alle dichiarazioni dell’AD, dopo ulteriori ragionamenti da parte dei direttori di rete (d’altronde si sa, “il palinsesto è cosa viva”). Si può quindi pensare che, dovendo appunto far fronte a meno fondi, i direttori di Rai 1 e Rai 2 abbiano preferito tagliare le suddette trasmissioni, a cui forse non credevano più fino in fondo, per poter destinare maggiori risorse ad altri progetti, su cui magari  puntano di più, oppure direttamente a nuove idee da realizzare prossimamente. Ricordiamo infatti che gli attuali direttori di rete Coletta, Di Meo e Di Mare resteranno in carica almeno fino alla prossima primavera.

Ma questa, più che un’ipotesi, è una speranza: l’ultima stagione dell’intrattenimento Rai, salvo qualche eccezione,  è stata infatti parecchio deludente, sia dal punto di vista degli ascolti sia da quello delle idee, e quindi tagliare  programmi senza avere nuove idee per rimpiazzarli non è certo la cosa migliore. Anzi, tutt’altro…