Kasia Smutniak: “Al centro di Domina c’è una personalità d’acciaio, umile ed affascinante”

Si avvicina al debutto la nuova serie Sky Original “Domina” che racconta la storia e l’epoca romana dal punto di vista femminile. Il prodotto, scritto da Simon Burke, che approderà sui canali della piattaforma pay e contemporaneamente su Now a partire da venerdì 14 maggio, vede nel cast Kasia Smutniak nei panni Livia Drusilla, la moglie di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto.

Intervistata da Repubblica, l’attrice e modella polacca naturalizzata italiana, che il pubblico del piccolo e del grande schermo hanno imparato a conoscere anche per i ruoli (tra i tanti) in “Perfetti sconosciuti” (2016) e “Dolittle” (2020), spiega come questo progetto sia diverso rispetto ad altre narrazioni dello stesso periodo: “Gli storici sono uomini e si sa poco delle donne. Al centro di questo progetto c’è una figura femminile con una personalità fortissima, d’acciaio, la prima femminista. Sui libri c’è qualche riga dedicata a Livia quando si parlava di Augusto, di Tiberio o di Caligola… Ma era affascinante: umile anche nel modo di vestire, ha vissuto mezzo secolo accanto ad Augusto”.

Il personaggio di Livia è una donna determinata che esercita il potere. “È coerente, rinuncia a sé stessa, porta un fardello pesante. Divorzia dal primo marito e abbandona i figli” afferma l’attrice. “Ai tempi di Livia le donne erano usate come oggetti da riproduzione, in Domina sono sempre incinte. La storia insegna che se non proteggiamo i diritti rischiamo di perderli”. Proprio alla luce di questo la Smutniak ritiene che oggi il suo potere sia la libertà: “L’abbiamo conquistata anche grazie a donne come Livia, che si è battuta: per avere la libertà doveva avere il potere. E continua: “Noi abbiamo la fortuna di vivere in Europa, dov’è garantita. Non sappiamo cosa voglia dire non averla. E quando arriva chi fa rinunce enormi per la libertà, per noi è difficile capire”.

L’attrice racconta delle riprese, svolte prevalentemente prima della pandemia sui set di Cinecittà, e dell’immensa macchina produttiva per ricreare le ambientazioni: “Il set di Roma antica era immenso. Quando ho visto i plastici del Senato, la casa di Augusto, di Ottavia, la suburra, mi sono emozionata: tutto costruito dalle maestranze italiane. Gabriella Pescucci ha creato costumi meravigliosi”.

E quando le si chiede se sia affascinata dalla storia romana, Smutniak dice: “Mi interessano di più altri periodi come la Seconda guerra mondiale, forse perché vengo dalla Polonia, dove sono rimasti i segni. A Varsavia, sui muri ci sono i buchi degli spari; la casa di mia nonna a Lodz è stata costruita sulle macerie dell’ex ghetto. Bisogna conoscere la storia per non ripetere gli stessi errori”.