Il ritorno in grande spolvero di Da noi… A ruota libera: al centro il racconto delle donne e delle loro storie coraggiose

Torna per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento domenicale di Rai 1 con “Da noi… A ruota libera”. L’happening show di e con Francesca Fialdini è ripartito mettendo al centro le storie e i racconti più intimi dei propri ospiti di puntata. Temi importanti che si svelano all’interno di una scenografia del tutto rinnovata: i colori accesi si uniscono al nuovo logo del programma, più grande e animato. Lo studio viene arricchito dal pubblico presente in studio, “elemento imprescindibile per la riuscita dello show” – secondo Francesca Fialdini. É tornata nello studio anche la ruota – protagonista indiscussa del programma – come aveva annunciato proprio la conduttrice nella nostra diretta Instagram lo scorso giugno.

La volontà – come subito espresso dalla stessa conduttrice – è quella di tornare agli albori dello show e portare al pubblico di Rai 1 storie forti, coraggiose, alle volte persino crude, che possano raccontare quanto di più vicino alla vita di tutti i giorni. Narrazioni che mettano al centro – il più possibile – la questione femminile nel nostro Paese, attraverso il racconto diretto delle protagoniste.

La stagione si apre – per l’appunto – con un’ospite speciale in tal senso e che conosce bene il significato del termine coraggio: Lucia Goracci, giornalista e corrispondente Rai. Reporter di guerra che, proprio nell’ultimo periodo, ha raccontato e toccato con mano la devastante situazione che si sta vivendo in Afghanistan. Coraggio, parola chiave per la giornalista, che ha sfidato la paura pur di riuscire a descrivere il terrore e la difficoltà che le donne afghane sono costrette a vivere a seguito del ritorno del regime talebano a Kabul.

Un’intervista intimista, nel corso della quale Fialdini ha voluto indagare le diverse sfaccettature di un mestiere, quello della reporter di guerra, che difficilmente ci viene proposto in tv. Un inizio particolarmente denso di significato, considerando il periodo storico che stiamo vivendo. La situazione delle donne afghane sarà argomento che diventerà centrale anche nelle prossime puntate – come annunciato in una recente intervista a Vanity Fair dalla stessa conduttrice.

Cambio di pagina con l’arrivo della seconda ospite di puntata: Arisa. La cantante potentina si è mostrata particolarmente emozionata per il suo ritorno in tv, ma non ha risparmiato al pubblico sketch divertenti, come l’annuncio ufficiale della sua partecipazione a Ballando con le stelle. Comunicazione data in diretta dalla padrona di casa dello show di Rai 1, Milly Carlucci, che ha presentato ad Arisa anche il suo maestro di ballo con cui gareggerà nel corso delle puntate: Vito Coppola.

Da un personaggio eclettico a un altro, è stato il turno anche di Alba Parietti, quest’anno concorrente di Tale e Quale Show. La showgirl torinese ha scelto di mostrare un nuovo lato di sé attraverso la sua partecipazione al programma di Carlo Conti, mettendo in conto anche la voglia di “depariettizzarsi“. Ambizione complessa per chi come lei ha sempre vissuto la propria vita a pieno carico e che accetta di buttarsi continuamente nelle sfide più estreme, ma anche divertenti. Come nel caso dell’incontro – quasi a fine puntata – con la star de Il Circolo degli anelli, Sara Simeoni. La campionessa olimpica, protagonista indiscussa della trasmissione di Rai 2 questa estate, si è fatta apprezzare dai telespettatori di ogni genere ed età per la sua grande ironia e simpatia.

Insieme ad Alba Parietti e Sara Simeoni, la padrona di casa, Francesca Fialdini, ha messo in moto un divertente siparietto (con gare di hula hoop e tiro a freccette) dove spensieratezza e allegria hanno preso il sopravvento su copioni e scalette.

Prima puntata scoppiettante che si è conclusa con un doveroso e apprezzato ricordo delle otto donne che nell’ultima settimana hanno perso la vita per mano di uomini. La conduttrice ha voluto dedicare a loro l’inizio di Da noi… A ruota libera. Fialdini ha infine, salutato il pubblico con le foto delle vittime in primo piano e ricordando che “Quando diciamo Basta alla violenza sulle donne non pronunciamo uno slogan, ma un nostro diritto“. Un richiamo verso chi – ancora oggi – si ostina a colpevolizzare la vittima e non il suo carnefice.